MILANO E DINTORNI


1977 Potere Dromedario Rai 3

Uno speciale andato in onda a Rai 3 nel 1987 insieme a: 1977 L’Assedio (vedi:   1977 L’Assedio Rai 3  ) a 10 anni dai fatti del 77, documenta la controcultura di quegli anni, le radio libere e interviste a Bifo, Andrea Pazienza, Freak Antoni, Primo Moroni, Dario Fo e tanti altri. Filmato recuperato da vecchia VHS, purtroppo mancano gli ultimi minuti


L’arte di strada secondo Atomo…

L’arte di strada secondo Atomo…


Breda Occupata Rave 16-11-1997 VHS

Breda Occupata Inverno 1997
Viaggio Culturale e Musicale nel passato
Per la storia completa vi rimando al link:
http://www.drexkode.net/PageContents/Articoli/Tesi%20Raveparties/cap%20terzo%202.htm


CHIARIMENTO

NOTIZIA 7

In merito ad alcuni articoli pubblicati a mezzo stampa e interventi apparsi sui social network dallo scorso Luglio a questi ultimi giorni in relazione a vicende che riguardano occupazioni di spazi sociali e sgomberi, intendiamo precisare che al momento non è aperto alcun tavolo di discussione tra il Comune di Milano, la sua Giunta e i Centri Sociali Occupati e Autogestiti.

Dallo scorso Giugno 2014 il Comune di Milano ha avviato un tavolo a cui hanno aderito diverse Associazioni sulle modalità di assegnazione di spazi pubblici vuoti e non utilizzati per alcuna attività.

Come abbiamo già avuto modo di affermare e ribadire, avendo partecipato alla nascita di tale tavolo, risulta chiaro che esso non potrà fornire eventuali indicazioni, soluzioni e proposte adatte alle situazioni di Autogestione presenti in città e provincia, trattandosi di realtà radicate in spazi già occupati, realmente vissuti, strutturati e frequentati.

1/10/2014 – C.S.O.A. Cox18, Calusca City Lights, Archivio Primo Moroni


… E CHE ESTATE…(parte seconda)

adesivo11AGOSTO

Con grande gioia vi informiamo del provvedimento di reintegro di Raffaele – in qualità di Assistente Sociale – che oggi 1 settembre 2014 l’amministrazione del San Paolo ha adottato per ottemperare all’ordinanza del Giudice del Lavoro del 28 agosto 2014 emessa a fronte dell’impugnazione del suo licenziamento.

Non poteva essere una decisione diversa da questa, dicevamo fra noi nelle discussioni al presidio sindacale di lotta. Non poteva essere diversamente per la sproporzione dei fatti accertati (e non per le presunte intenzioni) e la punizione esiziale e feroce che voleva condannare alla pena del licenziamento un lavoratore invalido di 51 anni affetto da una malattia irreversibile.

No, questo non poteva essere il nostro San Paolo, e la mostruosità di tanta cattiveria non doveva terminare nei nostri archivi, nemmeno nella nostra storia!

È stato quindi il San Paolo ancora capace di vivere, capace di raccogliere 1500 firme anti licenziamenti in pochi giorni tra i lavoratori e i cittadini magari passando le giornate i festivi e le nottate facendo qualcosa che ne vale la pena, è stata insomma la nostra migliore tradizione quella che ha mostrato il sindacalismo di cui abbiamo veramente bisogno! Basta si è detto con i silenzi e con il disinteresse o peggio ancora la connivenza trasformista delle larghe intese di fronte agli enormi tagli di servizi e di giustizia che viviamo come lavoratori e cittadini! Basta con le angherie disciplinari gettate su un ospedale al solo scopo di nasconderne la crisi propiziata da tagli e incapacità gestionali! Per questi e non per altri motivi due delegati appartenenti all’USI si trovano per l’ennesima volta sotto procedimento disciplinare per aver gridato il 21 maggio scorso durante un’assemblea generale itinerante il loro NO ai licenziamenti e all’utilizzo del lavoro infermieristico interinale nell’ospedale pubblico!

La gogna e il calvario al quale è stato sottoposto Raffaele non possono farci dimenticare che fra i suoi detrattori sono emersi pure quanti avrebbero invece dovuto difenderlo, per il mandato a suo tempo ricevuto e per il ruolo professato! Certo fare sindacato mentre l’amministrazione leghista fa e disfa a suo piacimento senza trattare nulla applicando la legge Brunetta non è divertente, ma non diverte nemmeno vedere chi fa finta di nulla riducendosi nel migliore dei casi a fare il sindacato d’ornamento, o peggio ancora, il sindacato che legittima più o meno tacitamente gli aguzzini dei lavoratori e del SSN!

 Il presidio per Raffaele continua, e continua per ora anche il suo sciopero della fame in attesa che siano chiariti sia gli aspetti pratici del provvedimento per il suo reintegro e sia la vicenda disciplinare che ha colpito i delegati USI che il 21 maggio si schierarono attivamente contro gli abusi disciplinari.

 Proseguendo dunque la lotta il Comitato per il Reintegro di Raffaele ringrazia sentitamente i lavoratori e i cittadini che hanno partecipato attivamente alle iniziative intraprese al San Paolo, grazie anche al generosissimo contributo del Coordinamento dei Lavoratori della Sanità Milanese e quindi delle sue organizzazioni sindacali di base che vediamo in allegato riunirsi oggi al presidio del San Paolo con tutti gli amici, grazie per il sostegno logistico prezioso anche al C.S.O.A. di via Conchetta , grazie agli organismi politici che sono intervenuti al presidio e durante le udienze garantendo insieme a tutti una presenza attiva costante e massiccia. A risentirci per i prossimi aggiornamenti.

Un saluto agli amici

LA REDAZIONE DE

IL PAOLACCIO

In allegato adesivo che riprendeva una iniziativa del 2012 e leggermente modificata (prima c’era formigoni ora maroni)

+ blog della cub che riprende la notizia del reintegro

http://www.cub-log.blogspot.it/2014/09/il-tribunale-di-milano-dispone-il.html?m=1


… E CHE ESTATE…

Presidio Permanenete al San Paolo

Dopo il licenziamento in tronco di due lavoratori affetti da problemi di salute e con un’anzianità di servizio di oltre 20 anni, l’Amministrazione leghista insediatasi al San Paolo nel 2011 vuole ora disfarsi dei sindacalisti che stanno difendendo i lavoratori lasciati a casa, mandandoli in commissione disciplinare.

Le motivazioni che hanno comportato il licenziamento senza neanche il preavviso di questi 2 dipendenti, in altri momenti sarebbero state sanzionate con qualche giorno di sospensione, mentre le contestazioni addebitate ai due sindacalisti USI sono: l’aver violato gli “obblighi del dipendente” sino ad aver impedito al dirigente del Sitra di attendere alla propria attività lavorativa…., perseguibili penalmente, secondo l’avv. Vigezzi dell’Azienda, con arresto fino ad un anno.

I fatti si riferiscono alla giornata del 21 maggio 2014 quando, al termine di una Assemblea Generale dei Lavoratori indetta da USI e FSI, alcuni delegati decisero di presidiare l’Ufficio del Sitra per denunciare i metodi repressivi nella gestione del personale, la mancanza di regole sulla mobilità, sulla libera professione, il ricorso massiccio dell’arma disciplinare e dei licenziamenti, contro il ritorno nelle corsie delle agenzie di somministrazione di personale, nuovo caporalato attuato sulla pelle degli operatori sanitari.

LUNEDI’  11  Agosto PRESIDIO PERMANENTE AD OLTRANZA, presso la Sede Sindacale dell’Ospedale San Paolo
Raffaele in sciopero parziale della fame dal 16 luglio ’14
entrerà in sciopero totale

Durante lo svolgimento del Presidio verranno promosse iniziative culturali,  proiezioni, dibattiti ecc. e continuerà la sottoscrizione della petizione a sostegno dei 2 dipendenti lincenziati e dei sindacalisti inquisiti (già 556 firme di lavoratori e utenti sono state fatte recapitare alla Dirigenza dell’ospedale). Martedì 19 agosto invece, presso il Tribunale Civile di Milano, si svolgerà la prima udienza della causa di lavoro di Raffaele.

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO È PER CHI CHIUDE I POSTI LETTO E REPARTI OSPEDALIERI, NON PER CHI RIVENDICA ASSUNZIONI  E QUALITÀ DELL’ASSISTENZA.

Invitiamo tutti i lavoratori e i cittadini a passare dal PRESIDIO e a manifestare tutta la solidarietà possibile, perchè Raffaele non deve rimanere solo.

Segreteria Aziendale USI-Sanità Ospedale San Paolo – Milano

NO AL PRECARIATO AL SAN PAOLO

Paolaccio Express 11 squadrismo disciplinare

Paolaccio Express 12 ULTIMISSIMO per Trizio e licenziati

volantino Trizio 16 07 2014

Petizione

paolaccio 68 definitivo

boicottaggio San Paolo


… E LA CHIAMANO ESTATE …

Il 14 luglio 2014 presso il Tribunale di Milano si è tenuta l’ultima udienza del processo penale per “i fatti legati allo sgombero di Conchetta” con pronunciamento della sentenza di primo grado.

Le condanne sono state più miti di quanto chiesto dal PM, che era già meno di quanto i capi d’accusa facessero temere.

Un po’ in sordina si chiude (per ora) un’altra tappa di una vicenda iniziata sei anni fa e che forse vale la pena di riepilogare nei suoi capitoli essenziali.

Ecco quindi una storia, divisa in tre episodi e accompagnata da un paio di narratori stonati.

Primo episodio. La richiesta di rilascio dei locali (processo 1)
Nel giugno 2008, il Centro Sociale Occupato e Autogestito Cox18 riceve comunicazione che il Comune (giunta Moratti) ha dato mandato ai suoi avvocati di avviare le pratiche per ottenere il rilascio dello stabile che il centro sociale occuperebbe “senza titolo”. Lo stabile di via Conchetta 18 rientra in un fondo immobiliare che il Comune vorrebbe affidare in gestione a BNP Paribas. Questo fondo contiene 67 stabili tra cui, oltre a Cox18, figurano una sede della CGIL, ARCI Bellezza, Torchiera e Ponte della Ghisolfa.

Il Comune intenta perciò una causa civile davanti al Tribunale di Milano contro Cox18 per ottenerne la “condanna al rilascio immediato dell’immobile abusivamente occupato” e il risarcimento del “danno subito”. A quest’atto il centro risponde con un ricorso in cui, fra l’altro, si avanza l’istanza di usu-capione dei locali.
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=notizia0)

Secondo episodio. Lo sgombero
Il 22/1/2009, sempre nella Milano della Moratti e di De Corato, un consistente contingente di Forze dell’Ordine chiude le quattro vie che portano al centro sociale e, dopo averne forzato il portone e le porte interne, inizia a sgomberare i materiali (cominciando, gentilmente, dalla spazzatura).
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=riprendiamoci)

Nel giro di poche ore il contingente di Forze dell’Ordine è circondato da un altrettanto consistente numero di compagni, solidali, amici, curiosi. In breve la situazione si anima.

Ci vuol poco perché a entrambe le parti si renda chiaro che:

non c’è alcuna disponibilità a lasciare il luogo nelle mani della Polizia;
il centro ospita materiali di indiscutibile rilevanza, quali l’Archivio Primo Moroni, su cui gli operatori del NUIR vengono scoraggiati a mettere le mani;
il centro ha in corso una causa con il Comune per il riconoscimento della titolarità dello stabile (cosa che di per sé dovrebbe indurre a sospendere operazioni di questo genere).

Inoltre, col passare delle ore, come spesso avviene quando le cose non vanno secondo i piani fatti a tavolino, inizia uno scaricabarile tra Comune, Prefettura, Procura e Questura, al termine del quale non si capisce più (né mai si saprà con certezza) chi ha ordinato lo sgombero.
Mentre in quartiere iniziano a muoversi spontanei cortei di protesta, le Forze dell’Ordine interrompono quindi l’asportazione dei materiali, saldano le porte interne di Cox18, Calusca e Archivio e ne blindano con una grande lastra di ferro il portone. Fuori tutti. Due camionette delle FdO stazioneranno lì davanti per una settimana, ventiquattr’ore su ventiquattro.

Nei giorni successivi il collettivo di Cox18, insieme a una nutrita schiera di compagni, solidali, amici e curiosi, si aggira rumorosamente per il quartiere e nei pressi del Comune per denunciare l’accaduto e reclamare la riapertura dello spazio che da trentatré anni fa vivere socialmente.

Il 24 gennaio più di 10.000 persone sfilano per il centro di Milano a difesa di questa esperienza di autogestione, lotta, cultura e solidarietà.

Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio il collettivo di Cox18 prosegue la sua attività culturale e politica in piazza.
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=22012009_feb)

Nella serata del 13 febbraio dopo un’udienza per ottenere, senza esito, il dissequestro dei locali, con il supporto di compagni, solidali e amici, il centro viene liberato. Rimosse le lastre e aperte le porte, ha inizio una grande festa: siamo di nuovo dentro!
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=liberata)

Il 28 febbraio altre 10.000 persone sfilano a Milano contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali.

Intanto la vertenza col Comune procede. Il 7/10/2010 il tribunale emette sentenza rigettando la nostra richiesta. Perdiamo il primo grado e ricorriamo in appello.
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=notizia2)

Il 30/10/2011 si rinnova il Sindaco: a Letizia Moratti succede Giuliano Pisapia.
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=sindaci)

Nel febbraio 2012 gli avvocati del Comune chiedono al Tribunale, e ottengono, un rinvio della causa in corso con il centro per cercare una soluzione consensuale alla vicenda. Dopo di che il Comune scompare nel nulla preferendo, evidentemente, arrivare a sentenza.

Terzo episodio. L’inchiesta sui fatti legati allo sgombero di Cox18 (diventerà processo 2) e il primo narratore stonato
Nel frattempo inizia a prendere forma la risposta repressiva e montano le strida, ampiamente invocate già ai tempi, sull’ordine pubblico, il rispetto delle legge, il dovere di “pagare le tasse”…

Parallelamente alla vertenza col Comune, procede l’inchiesta per i “fatti dello sgombero di Conchetta” e assistiamo nuovamente alla riduzione e mostrificazione dei movimenti sociali. Le manifestazioni collettive di solidarietà e vicinanza diventano, appunto, una serie di reati specifici che vanno dal blocco stradale, al “porto di armi od oggetti atti ad offendere”, dall’adunata sediziosa alla rapina. Inarrestabile, l’attività investigativa visiona filmati, analizza foto, raccoglie relazioni di servizio degli “operanti”, per sostanziare la rappresentazione di un’attività criminosa che, si capisce, coinvolge tutti coloro i quali, a proprio rischio e pericolo, si sono avvicinati al centro sociale.
Nessun componente del collettivo risulterà essere imputato.
Quest’ultimo particolare non è isolato, è regola. Anche nel processo per i fatti dell’INNSE non si vedono imputati gli operai ma i solidali; nel “processone” No TAV la selezione degli imputati sembra voler segnare le aree che si muovono attorno alla Val di Susa, più che perseguire delle responsabilità oggettive. La solidarietà paga, ma per essa si paga.

Finito il Novecento, la guerra vede svanire i confini tra esterno e interno, non viene più dichiarata in quanto tale e cambia nome. Gli eserciti svolgono ormai solo “operazioni di polizia” e “interventi umanitari” o danno la caccia ai “terroristi”. Ora che si tratta di distinguere il bene dal male, il lecito dal non lecito, ci può essere disordine ma non conflitto. Che ciascuno stia a casa propria, verranno così più facilmente distinti i cattivi dai buoni, passo preliminare al ristabilimento dell’ordine.

Il primo narratore stonato
La retorica investigativo-poliziesca è un ghiotto boccone per un giornalismo come l’attuale, ignorante, prezzolato e connivente: c’è spettacolo, tensione, pathos. Il registro viene fissato direttamente dagli uffici stampa delle procure e delle questure; le parole-chiave sono semplici, ricorrenti e intercambiabili (“violenza”, “giornata di tensione”, “blitz”, “vittime”, “vasta operazione delle Forze dell’Ordine”, “terrorismo” ecc.). Salvo rare eccezioni, al redattore spetta solo di aggiungere alcune note di colore e qualche strafalcione. In questa narrazione il movimento sociale, anima della trasformazione, scompare.

Il secondo narratore stonato
Sul finire del 2012 il Comune lascia trapelare l’intenzione di far rientrare gli spazi sociali occupati nel programma della messa a bando degli spazi pubblici vuoti. Come per altri, la nostra risposta è chiara:

Non è la giunta Pisapia a venire oggi incontro alle realtà sociali, sono le pratiche di occupazione e resistenza delle realtà sociali che da anni sono andate nella direzione di un modello di città diverso facendo argine, con lotte animate dalla forza del desiderio e dalle armi della passione, alle logiche di svendita di Milano e alla sua totale consegna nelle mani della speculazione.

Ciò detto, vogliamo precisare ulteriormente la nostra posizione.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto: ‘QUI SIAMO E QUI RESTEREMO!’. Alla base di questa determinazione stanno la nostra IDENTITÀ PRATICA (quello che siamo e quello che facciamo), l’AUTOGESTIONE (le forme e le modalità dell’agire che ci siamo dati) e la TERRITORIALITà (i luoghi e il quartiere dove da anni siamo radicati).
A nostro avviso il primo segno di un’effettiva disponibilità al dialogo dal parte del Comune deve consistere nel riconoscimento di fatto del movimento delle occupazioni a Milano, una realtà storica non relegabile nelle pieghe di una delibera sugli spazi vuoti“.
(6.11.2012, Cox18, Calusca, Archivio Primo Moroni)

(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=bando2012)

A ciò segue, nuovamente, il silenzio.

Il Comune riapparirà infine nei giorni scorsi, da una parte parlando dell’apertura di un tavolo sugli spazi sociali e dall’altra raggiungendo “quota 15”: quindici sono infatti gli sgomberi di spazi sociali effettuati durante il mandato della giunta Pisapia, un numero superiore a quello della giunta Moratti.

La causa civile del Comune contro Cox18 si chiude il 31/1/2013 con la conferma della sentenza di primo grado: in soldoni abbiamo perso.

La conclusione, benché a noi avversa, ci fa sorridere. Infatti il Giudice nega l’usu-capione non perché non riconosca un filo comune nella varietà delle persone e delle esperienze che in via Conchetta 18 si sono succedute nel tempo, né perché consideri che il precedente sgombero del 1989 abbia potuto compromettere il conteggio degli anni. No. Il Giudice nega a Cox18 il diritto di titolarità dello spazio occupato perché, dice, il collettivo non ha saputo comportarsi abbastanza “da proprietario”. Forse, per esempio non è stato chiesto all’Archivio Primo Moroni un affitto per l’uso dei locali, né l’Archivio ha fatto pagare per i servizi offerti. è proprio così, e ne siamo fieri.

Nel frattempo, si precisano i contorni del procedimento penale per i fatti relativi allo sgombero.
Dopo quattro anni di inchiesta e un esordio con più di 60 indagati, gli imputati si riducono a 10, l’accusa di “radunata sediziosa” scompare e così le “armi od oggetti atti ad offendere”. Restano: interruzione di pubblico servizio, resistenza, danneggiamento e rapina.

La trama del narratore si arricchisce il 9/12/2013, quando, insieme ad altri tre compagni, viene arrestato Mattia, già imputato per i fatti relativi allo sgombero: l’accusa è di aver partecipato all’ormai famosa azione di sabotaggio del 13-14 maggio 2013 a Chiomonte. è l’anello della congiunzione criminale tra un pezzo del movimento milanese e il terrorismo No TAV.
Guarda caso, da quel momento negli articoli sul processo per “i fatti legati allo sgombero di Conchetta” non si lesinano grassetti di emozione e parole di biasimo per l’incendio del compressore e i fumi da questo provocati (materiale del tutto avulso dall’istruttoria, naturalmente, e che meriterebbe ben altra trattazione, ma che appunto aggiunge quel pizzico di pepe in più confermando la tesi secondo cui chi è “cattivo” è portato necessariamente a fare del male). Guarda caso, le udienze si caricano del peso, materiale e simbolico, della gabbia e la tensione sale, per tutti.

Processo 2
Il 27/2/2014 iniziano le udienze per i “fatti dello sgombero di Conchetta”. È un processo breve, in cui anche la “rapina” verrà derubricata all’ultimo minuto, dal tribunale e non dal PM, in “tentata violenza privata”.

I cinque anni d’indagine, i corposi atti istruttori, la presenza costante di una nutrita, qualificata (e immaginiamo costosa) rappresentanza della DIGOS, dell’antiterrorismo e dei CC, atterrano su una condanna massima a 7 mesi per un blocco stradale, qualche pugno a un blindato e un cassonetto incendiato.
Varrebbe la pena di chiedersi il perché di tutto ciò.
(http://www.inventati.org/apm/index.php?step=impsol1)

L’icona che si è voluto malamente appiccicare agli anni Settanta non sempre è risultata sufficientemente evocativa del Male. A volte è successo. Sta succedendo ancora con il maldestro tentativo di sostenere che il sabotaggio di un compressore possa configurarsi come fattispecie di terrorismo (per quanto questa parola significhi ma con tutte le conseguenze del caso). è successo, più nel piccolo, anche con il tentativo di trasformare la solidarietà con Conchetta in una rapina.
Il frusto quadro dipinto coi cupi colori usati per descrivere quegli anni si riduce a una vignetta che non fa neanche sorridere.

In conclusione
In conclusione non si conclude mai niente.

Non riconosciamo i tribunali come luoghi deputati a risolvere il conflitto, con il loro corredo di pene e di galere. L’esito della vicenda, seppur parziale, non ci soddisfa. Nondimeno riconosciamo il fatto che è andato in frantumi lo sforzo questurino di costruire l’ennesimo “romanzo criminale” su una vertenza sociale o, peggio, di creare divisioni o spaccature.

Rivendichiamo la bontà delle pratiche dell’autogestione in opposizione a un modello sociale che diffonde solo mercificazione, sfruttamento e nocività. Nuclei di autorganizzazione che sono spesso un estremo e precario argine all’incedere della precarizzazione delle vite.
Nell’èra della servitù volontaria, in cui giovani disoccupati operano gratuitamente per le grandi istituzioni, in cui le liste di senzatetto crescono di pari passo con quelle degli alloggi vuoti (pubblici o privati); dove chi un tempo blandito come utile forza-lavoro, ora che non serve più a nulla deve stare muto, in fondo alla coda; per non parlare di chi muore attraversando un mare alla ricerca di un futuro di fame e di chi quel mare non lo può attraversare perché lo hanno chiuso, come un topo, in una trappola. Ci sono grandi o piccoli, talvolta sgangherati gruppi che producono vita, praticano mutuo soccorso e condivisione, dànno esempio di coraggio, generosità, fantasia e inventiva. Rivendichiamo e sosteniamo l’importanza di queste esperienze, che mai vorremmo vedere banalizzate a mere questioni contabili e/o normative. Ma di questo potremo in futuro discutere ancora e meglio.
(http://www.deriveapprodi.org/2014/04/secondo-inedito-di-primo-moroni/)

Qui vogliamo semplicemente restituire a chi ha partecipato ai cortei seguiti allo sgombero, a tutti i compagni che ci sono stati vicini e a quelli che abbiamo cercato a nostra volta di sostenere, a chi non c’era o è arrivato dopo, un senso di appartenenza comune. Un pezzo di una storia vera, che conosciamo perché l’abbiamo fatta e che vogliamo continuare a fare insieme.

29/7/2014 C.S.O.A. Cox18, Calusca City Lights, Archivio Primo Moroni


Giornata nazionale di mobilitazione e di lotta NO TAV

MILANO. SABATO 22 FEBBRAIO 2014

CORTEO NO TAV
concentramento in piazza XXV aprile, ore 14

L’accusa di “terrorismo” indirizzata al movimento No Tav, per ciò che questo movimento esprime e simboleggia, è un avviso per tutti, per qualsiasi protesta che voglia risultare incisiva. Alla base di questo “salto di qualità” repressivo sta la percezione da parte dello Stato dell’inarrestabilità di questo movimento, rimarcata con forza anche dalla sua assunzione etico-politica della pratica del sabotaggio.
Con queste accuse spropositate la procura di Torino sostiene quindi una tesi squisitamente politica, senza peritarsi di forzare apertamente il piano giuridico, forte di una “copertura giornalistica” a dir poco compiacente e di un avallo che dal Colle al Partito Unico di Polizia fa da sponda al Racket del Tav. Il castello accusatorio costruito contro i quattro No Tav arrestati il 9 dicembre (Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò) è stato studiato apposta per intimorire tutte le lotte che, anche grazie all’esempio della Val di Susa, stanno crescendo in tutto il Paese. Dalla Val di Susa ai facchini di Bologna, dalla Celere nelle università agli sgomberi degli spazi, dalle condanne per il 15 ottobre alle accuse di associazione a delinquere per ultras, writer e compagni organizzati, dalla spietata rappresaglia contro i migranti in rivolta nei CIE fino all’ultimo eclatante attacco repressivo contro il movimento di lotta per la casa romano e i disoccupati napoletani.

Per questi motivi il movimento No Tav ha indetto e proposto per il 22 febbraio una giornata di mobilitazione e di lotta IN TUTT’ITALIA

A Milano un corteo si snoderà per le arterie metropolitane invitando a partecipare chiunque resiste e si batte contro tutte le nocività, siano esse inceneritori, devastazioni e saccheggi dei territori, contro le istituzioni totali o contro l’avvilimento di un’esistenza sottoposta agli eterni ricatti dei padroni, nel lavoro, per la casa, per la sopravvivenza. Semplicemente, per una vita altra. Il territorio metropolitano milanese e lombardo è attualmente oggetto di un’immane predazione spartitoria a opera dei “soliti noti” sotto il magico mantra del Grande Evento di Expo 2015. È un concatenamento di operazioni gravide di effetti devastatori, come nel caso della Martesana, dove un’agricoltura secolare va sparendo sotto colate di cemento utili solo a inutili autostrade, o delle nuove intraprese dei signori del petrolio che, grazie a tasse statali bassissime, investono inquinando sia l’aria sia le falde acquifere. Qui, come altrove, l’esigenza di opporre resistenze variegate, determinate e convergenti contro questo incedere distruttivo cerca da tempo le proprie forme: dalle occupazione di case alla lotta contro gli sfratti, dalla conflittualità nei settori della logistica all’esperienza No Canal, numerosi sono gli esempi di autorganizzazione in questa direzione.

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Lettera aperta dei familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
In queste settimane avete sentito parlare di loro. Sono le persone arrestate il 9 dicembre con l’accusa, tutta da dimostrare, di aver assaltato il cantiere Tav di Chiomonte. In quell’assalto è stato danneggiato un compressore, non c’è stato un solo ferito. Ma l’accusa è di terrorismo perché “in quel contesto” e con le loro azioni presunte “avrebbero potuto” creare panico nella popolazione e un grave danno al Paese. Quale? Un danno d’immagine. Ripetiamo: d’immagine. L’accusa si basa sulla potenzialità di quei comportamenti, ma non esistendo nel nostro ordinamento il reato di terrorismo colposo, l’imputazione è quella di terrorismo vero e volontario. Quello, per intenderci, a cui la memoria di tutti corre spontanea: le stragi degli anni 70 e 80, le bombe sui treni e nelle piazze e, di recente, in aeroporti, metropolitane, grattacieli. Il terrorismo contro persone ignare e inconsapevoli, che uccideva, che, appunto, terrorizzava l’intera popolazione. Al contrario i nostri figli, fratelli, sorelle hanno sempre avuto rispetto della vita degli altri. Sono persone generose, hanno idee, vogliono un mondo migliore e lottano per averlo. Si sono battuti contro ogni forma di razzismo, denunciando gli orrori nei Cie, per cui oggi ci si indigna, prima ancora che li scoprissero organi di stampa e opinione pubblica. Hanno creato spazi e momenti di confronto. Hanno scelto di difendere la vita di un territorio, non di terrorizzarne la popolazione. Tutti i valsusini ve lo diranno, come stanno continuando a fare attraverso i loro siti. E’ forse questa la popolazione che sarebbe terrorizzata? E può un compressore incendiato creare un grave danno al Paese?
Le persone arrestate stanno pagando lo scotto di un Paese in crisi di credibilità. Ed ecco allora che diventano all’improvviso terroristi per danno d’immagine con le stesse pene, pesantissime, di chi ha ucciso, di chi voleva uccidere. E’ un passaggio inaccettabile in una democrazia. Se vincesse questa tesi, da domani, chiunque contesterà una scelta fatta dall’alto potrebbe essere accusato delle stesse cose perché, in teoria, potrebbe mettere in cattiva luce il Paese, potrebbe essere accusato di provocare, potenzialmente, un danno d’immagine. E’ la libertà di tutti che è in pericolo. E non è una libertà da dare per scontata.
Per il reato di terrorismo non sono previsti gli arresti domiciliari ma la detenzione in regime di alta sicurezza che comporta l’isolamento, due ore d’aria al giorno, quattro ore di colloqui al mese. Le lettere tutte controllate, inviate alla procura, protocollate, arrivano a loro e a noi con estrema lentezza, oppure non arrivano affatto. Ora sono stati trasferiti in un altro carcere di Alta Sorveglianza, lontano dalla loro città di origine. Una distanza che li separa ancora di più dagli affetti delle loro famiglie e dei loro cari, con ulteriori incomprensibili vessazioni come la sospensione dei colloqui, il divieto di incontro e in alcuni casi l’isolamento totale. Tutto questo prima ancora di un processo, perché sono “pericolosi” grazie a un’interpretazione giudiziaria che non trova riscontro nei fatti.
Questa lettera si rivolge:
Ai giornali, alle Tv, ai mass media, perché recuperino il loro compito di informare, perché valutino tutti gli aspetti, perché trovino il coraggio di indignarsi di fronte al paradosso di una persona che rischia una condanna durissima non per aver trucidato qualcuno ma perché, secondo l’accusa, avrebbe danneggiato una macchina o sarebbe stato presente quando è stato fatto..
Agli intellettuali, perché facciano sentire la loro voce. Perché agiscano prima che il nostro Paese diventi un posto invivibile in cui chi si oppone, chi pensa che una grande opera debba servire ai cittadini e non a racimolare qualche spicciolo dall’Ue, sia considerato una ricchezza e non un terrorista.
Alla società intera e in particolare alle famiglie come le nostre che stanno crescendo con grande preoccupazione e fatica i propri figli in questo Paese, insegnando loro a non voltare lo sguardo, a restare vicini a chi è nel giusto e ha bisogno di noi.
Grazie
I familiari di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò


#OccupyEstate – concerto all’Arco della Pace

VENERDÌ 6 SETTEMBRE 2013

RADICI NEL CEMENTO, ONE LOVE HI POWA, OTIERRE, INOKI, KIAVE, SIGNOR K, KENTO, JUNIOR SPREA, ZIZZAPAWA POSSE, JAMAS, GAMBA THE LENK, BEPPE REBEL, LAS KARNE MURTA, LA BANDA DEGLI OTTONI, AMARCORE E MOLTI ALTRI

Nella metropoli Milanese una finanza spietata distrugge spazi di libertà, solidarietà cultura e socialità, interessata soltanto ad una città vetrina buona da vendere per l’Expo indipendentemente da bisogni e desideri di chi la abita. I territori vengono lasciati in balìa di speculatori, palazzinari ed affaristi, migliaia di persone rimangono senza casa e migliaia di case senza persone, i quartieri popolari cadono a pezzi ed interi edifici sono abbandonati e lasciati al degrado, mentre vengono innalzati colossi di vetro destinati a rimanere perlopiù scheletri inaccessibili alla stragrande maggioranza delle persone. D’altra parte mancano spazi e case per chi ne ha bisogno, ma spesso si trovano occasioni a canone agevolato per qualche covo nero, qualche pericoloso razzista e fascista, ignorante braccio della loro programmatica guerra tra poveri. La nostra risposta è costruire un territorio differente, di resistenza e di solidarietà attiva, di mutuo soccorso. Riprenderci tutto ciò che ci spetta, dalle case agli spazi, dallo sfitto alle piazze, è la strada da percorrere. Perciò l’autogestione e la proposta degli spazi sociali e di alternativa culturale è una delle opzioni valide. Per questo motivo è essenziale: moltiplicare e difendere gli spazi liberati, sostenere chi si batte contro ogni sfratto e sgombero aprire spazi di libertà di movimento. In perfetta linea con una “gestione del dissenso” che in tempi di crisi e austerity mostra il suo volto più becero in tutto il mondo ogni volta che le retoriche di dialogo e democrazia decadono, i nostri governanti, le giunte del territorio di Milano e dell’hinterland, sperano di liberarsi di chi lotta per la riappropriazione e per un territorio differente di autorganizzazione con cariche della polizia, sgomberi, sfratti, arresti e denunce. Vorrebbero minare la libertà di movimento. Inutile è il loro proposito: qui siamo e qui restiamo.


Sai chi era Primo Moroni?

GIOVEDÌ 5 SETTEMBRE – ore 20.00

Sai chi era Primo Moroni?

la Libreria Primo Moroni – Interno 4 di Pescara

nell’ambito della festa del decennale dell’associazione Movimentazioni organizza

INDIPENDENTE/MENTE: arti e culture controcorrente
Pescara, Piazza Santa Caterina

h 20.00 Incontro SAI CHI ERA PRIMO MORONI? a cura dell’Archivio Moroni di Milano con Roberto della Calusca e Maurizio Acerbo

a seguire proiezione video su Primo Moroni

http://www.movimentazioni.org/festa


Occupy Estate


LA VOSTRA DEMOCRAZIA
È SOLO QUESTURE E TRIBUNALI

FRA – CLARA – ENRICO – GRAZIANO – MICH – PASKA – TOFFO

(pos del Luglio 2013)


08 Aprile 2013 – ore 20,30

TeatroLaCucina ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini
via Ippocrate 45, Milano M3 fermata Affori-FN uscita via Ciccotti Bus 40, 41

“Quali alternative al sistema penale?”
Conversazioni intorno al libro “Una modica quantità di crimine. Società mono-istituzionale e cultura della pena”, di Nils Christie – Ed. Colibrì – 2012
partecipano:
Nils Christie
Giuliano Spazzali
Archivio Primo Moroni

Il crimine e la punizione sono manifestazioni sociali e culturali fortemente legate alla percezione individuale del senso morale, di una scala di valori e del significato che si dà alla norma. I media, per parte loro, mettono in scena regolarmente l’”emergenza” legata a un supposto tasso di criminalità crescente, in nome della quale viene giustificato il vertiginoso aumento dei livelli di carcerazione; l’approccio penale ha il sopravvento nella considerazione della conflittualità; e il sovraffollamento degli istituti di pena si accompagna a condizioni di detenzione fortemente punitive per i reati considerati più gravi o per i soggetti “più pericolosi” (si pensi al regime carcerario del 41 bis e all’ergastolo ostativo).
In questo libro Nils Christie sostiene che quello di crimine è un concetto fluido, suscettibile di mutamenti in funzione del sistema di valori socialmente accettato, ma “pronto per l’uso” quando si tratta di fornire una risposta tanto facile quanto superficiale alle domande poste da forme di conflitto “scomode”. E spesso è proprio l’applicazione del giudizio penale a ostacolare la comprensione e il superamento di questi conflitti.


Autogestione e spazi sociali

AUTOGESTIONE E SPAZI SOCIALI
viaggio nella storia dei centri sociali autogestiti

Le realtà autogestite sono sempre più sotto attacco da parte delle istituzioni 
e della polizia. ma cosa sono veramente queste realtà? qual'è la loro storia?

Dalle ore 19.00 dibattito con esponenti del Centro Sociale TELOS (Saronno - 
VA), dello Spazio Sociale Anarchico LIBERA (MO) e del Centro Sociale COX18 (MI) 
che ci presenteranno  le loro esperienze.

Dalle ore 20.30 cena a prezzi popolari

A seguire proiezione del cortometraggio "VIRUS - il film", documentario del 
1983 sul centro sociale occupato dai punk in via Correggio 18 a Milano.

l'assemblea si terrà al circolo a.r.c.i. PEDALE VELOCE (b.go bernabei,29 - 
Parma)

RAF PARMA
gruppo anarchico A.Cieri

MESSI A BANDO

Sono diversi giorni che si sente strombettare da più parti a proposito di una delibera del Comune di Milano che permetterebbe l’istituzione di una serie di bandi per assegnare spazi “liberi (o che si renderanno liberi)” di proprietà comunale per “avviare progetti finalizzati allo sviluppo di attività culturali sociali ed economiche”.

Autorevoli voci dell’amministrazione parlano di una lista di 1.200 spazi, benché l’elenco dei luoghi interessati non sia ancora noto, neppure in forma parziale.

A questo punto ci tocca dire qualcosa:

Non tutti sono uguali
In primo luogo la delibera della giunta è profondamente iniqua nei suoi criteri: mette a competere sullo stesso piano un’associazione di pensionati, un gruppo di iniziativa territoriale, un gruppo di studenti con un’impresa o un consorzio di cooperative come se questi soggetti avessero le stesse possibilità finanziarie.

Il regime del dialogo
A fronte di tante parole, registriamo, da un po’ di tempo, fatti di segno opposto:

• a metà giugno 2012 viene sgomberata l’occupazione di via Scaldasole,
• ad agosto, Villa Vegan Occupata riceve una intimazione di rilascio dei locali (procedura analoga a quella che portò allo sgombero di COX18 nel gennaio 2009),
• segue, a poca distanza, una “informale” richiesta da parte del Comune affinché lo spazio liberato PianoTerra tolga il disturbo,
• quindi lo sgombero manu militari del Lambretta, dopo una triste pantomima tra il responsabile dell’Ufficio relazioni con la città del Comune di Milano, che non dice quello che sa, e il questore Luigi Savina, che invece sa quello che dice ma non sa quello che fa (vedi l’intervento della polizia in assetto antisommossa al rave party di Cusago. Risultato: una ragazza in coma, decine di candelotti lacrimogeni sparati contro ragazzi che ballavano e botte da orbi).

Prima ancora vi erano state la vicenda di Macao e la milleduesima puntata del tormentone Torchiera.

Nel frattempo si susseguono a ritmo incalzante gli sfratti abitativi eseguiti con la forza pubblica, che lasciano famiglie intere in strada, senz’alcuna alternativa, e i solidali (chapeau!) con la testa rotta. Ma guai a protestare, perché il Signor Sindaco s’indigna per la violazione della “casa dei milanesi”. E per la violazione della casa degli “abusivi di via Neera”, lo sgombero di uomini, donne e bambini trattati come spazzatura da rimuovere, per quella chi s’indigna?

Per quanto ci riguarda il 31 ottobre presso la II sezione Civile del tribunale di Milano si è tenuta l’ultima udienza dell’appello della causa tra COX18 e il Comune di Milano intentata dalla giunta Moratti e proseguita dalla giunta Pisapia, in merito al possesso dei locali occupati dal centro. Nonostante la nuova giunta avesse chiesto nel mese di febbraio un rinvio per avviare incontri tra le parti e verificare la possibilità di accordi, il silenzio è stato tombale. Eppure, stando ancora ad autorevoli voci dell’amministrazione, la giunta Pisapia sarebbe aperta al dialogo e preoccupata per l’indisponibilità dei centri sociali.

Qui si vuol costringere l’aggettivo “libero” a divenire sinonimo di “vuoto”
Infine la delibera non riguarda gli spazi occupati semplicemente perché questi non sono spazi “liberi” né che “si libereranno”. Le realtà collettive che gestiscono questi spazi da anni quando non addirittura da decenni, come il C.S.O.A. COX18, hanno già provveduto a recuperare i loro spazi e mantenerli in attività con progetti di iniziativa politica, culturale e sociale capaci di produrre relazioni conosciute e radicate nel territorio.

Allora ci chiediamo: la giunta Pisapia vuole realmente interloquire con le realtà politiche e sociali di questa città? O vuole semplicemente un fiore all’occhiello per poter affermare di aver risolto un “problema di ordine pubblico a Milano”? Vuole valorizzare, come dice, le attività esistenti in città? O vuole usare il bando per dividere le realtà collettive tra buoni e cattivi, tra quelle che accettano e quelle che non accettano?

Attenzione!
Timeo danaos et dona ferentes

Non è la giunta Pisapia a venire oggi incontro alle realtà sociali, sono le pratiche di occupazione e resistenza delle realtà sociali che da anni sono andate nella direzione di un modello di città diverso facendo argine, con lotte animate dalla forza del desiderio e dalle armi della passione, alle logiche di svendita di Milano e alla sua totale consegna nelle mani della speculazione.

Ciò detto, vogliamo precisare ulteriormente la nostra posizione:

Nei giorni scorsi abbiamo scritto: “QUI SIAMO E QUI RESTEREMO!”. Alla base di questa determinazione stanno la nostra IDENTITÀ PRATICA (quello che siamo e quello che facciamo), l’AUTOGESTIONE (le forme e le modalità dell’agire che ci siamo dati) e la TERRITORIALITÀ (i luoghi e il quartiere dove da anni siamo radicati).

A nostro avviso il primo segno di un’effettiva disponibilità al dialogo dal parte del Comune deve consistere nel riconoscimento di fatto del movimento delle occupazioni a Milano, una realtà storica non relegabile nelle pieghe di una delibera sugli spazi vuoti della città.

6 nov 2012

Cox18, Calusca, Archivio Primo Moroni


Processo ai sostenitori della lotta degli operai della INNSE

Qui di seguito il comunicato della RSU-INNSE Milano:

Invitiamo a presenziare all’udienza di venerdì 26 ottobre
alle h.9.30 al tribunale di Milano (sezione X, aula 10, piano terra)

Venerdì 26 Ottobre inizia il processo contro cinque compagni accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nel corso della protesta sulla tangenziale avvenuta Domenica 2 Agosto 2009 per sostenere la lotta contro la chiusura della fabbrica che gli operai della INNSE portavano avanti da 14 mesi. In quell’occasione, la polizia sgomberò con la forza il presidio di fronte ai cancelli della fabbrica, mentre all’interno si procedeva allo smontaggio delle macchine. La reazione degli operai e dei loro sostenitori fu immediata, ogni ora che passava segnava la fine della fabbrica e del posto di lavoro dei 50 operai occupati.
La protesta sulla tangenziale fu il primo tentativo di attirare l’attenzione pubblica su quanto stava accadendo. Successivamente, la resistenza di alcuni operai saliti in cima ad un carroponte per 9 giorni contribuì a conseguire gli obbiettivi di quel lungo braccio di ferro: fu impedito lo smantellamento della fabbrica, la speculazione edilizia che ne sarebbe conseguita e salvati tutti i posti di lavoro. La fabbrica riprese l’attività ed è ancora attiva con nuove assunzioni.
Dopo i decreti penali di condanna per l’occupazione della tangenziale, caduti nel vuoto, e dopo un processo per un’altra resistenza allo sgombero della fabbrica del Febbraio 2009 che ha visto assolti tutti gli imputati. Il processo che va a cominciare è un nuovo tentativo per sanzionare i sostenitori degli operai della INNSE che avevano dimostrato di essere determinati a non far chiudere la fabbrica, non accettando di contrattare il prezzo della propria sconfitta: una scelta vincente.
Ovunque ci si lamenta della disoccupazione, della perdita di posti di lavoro, della chiusura delle fabbriche ma poi accade che si portano in tribunale, per fatti inesistenti, i sostenitori che assieme agli operai hanno lottato realmente per impedire chiusure di fabbriche e licenziamenti di massa. Perché?
Forse il reato vero è la solidarietà, l’unione che si è cementata in via Rubattino davanti alla INNSE, forse è questo il pericolo che va scongiurato?
Gli operai della INNSE sentono come primo dovere restituire la solidarietà a questi sostenitori, saranno presenti all’udienza del 26 Ottobre e invitano anche gli altri a presenziare. Nello stesso giorno altri operai, quelli della ditta di Basiano, saranno processati per aver difeso con accanimento il loro posto di lavoro, anche a loro deve andare la nostra solidarietà.
Processare e condannare persone che per un pezzo di pane difendono il loro posto di lavoro è forse un nuovo sistema per affrontare il problema della disoccupazione?

Facciamo sentire la nostra solidarietà


5/6/7 OTTOBRE 2012

INCONTRO NAZIONALE DELLA CAMPAGNA GENUINO CLANDESTINO

TERREINMOTO, la rete dei mercati agricoli e delle autoproduzioni, impegnata nella costruzione di mercati contadini all’interno della metropoli, vi invita a partecipare all’incontro nazionale di Genuino Clandestino.
Gli obiettivi di questa iniziativa sono molteplici: dare la possibilità a realtà provenienti da tutta Italia che si occupano principalmente di autoproduzione di conoscersi e di fare rete, offrire ai cittadini di Milano la possibilità di formarsi riguardo a tematiche specifiche inerenti la tutela del territtorio, della biodiversità e del lavoro agricolo, creare momenti di convivialità in cui sperimentare e costruire forme di autogestione.
Come rete TERREINMOTO esprimiamo l’esigenza di una diversa economia basata non più esclusivamente su forme di consumismo, merci di dubbia qualità ed ignara provenienza e sfruttamento della manodopera ma capace invece di creare forme alternative di scambio e di consumo, vicine ai bisogni della persona, rispettose dell’ambiente e dei produttori stessi.
L’incontro nazionale diventa quindi un momento centrale, perché offre la possibilità a noi e a tutti i cittadini di avvicinarsi a questo percorso prendendone parte in prima persona.

Programma:

 

VENERDI’ 5 ottobre – Ex-Chiesetta del Parco Trotter
(Ingressi: Via Giacosa 46 e via Padova 69)

h 19.00: Aperitivo a cura di  TERREinMOTO
h 21.00: incontro e dibattito su “Modelli agricoli e occupazione – Dal bracciantato
alle cooperative: esperienze rurali a confronto”
Intervengono: Fabrizio Garbarino (ARI), Mimmo Perrotta (Università degli Studi di Bergamo), Coop. Agr.Valli Unite (Piemonte), Gas Del Sole (Milano), TERREinMOTO (Milano).

 

SABATO 6 ottobre – Cascina Autogestita Torchiera Senzacqua
(P.le Cimitero Maggiore 18)

h 10.00-13.00: Tavole rotonde di approfondimento e confronto tra cittadini e contadini sulle seguenti tematiche:
– Autocertificazione partecipata
– Accesso alla terra
– Libero scambio delle sementi
– Resistenze cittadine e percorsi di rete; scambio di esperienze e nuove prospettive
h 13.30: Pranzo a cura di Mercatork
h 15.00-17.00: Continuano le tavole rotonde di approfondimento e confronto tra cittadini e contadini sulle stesse tematiche
h 15.00: Incontro nazionale Campagna Popolare per l’Agricoltura Contadina
h 18.00: Assemblea plenaria
h 20.00: Cena a cura di Facecook
h 22.00: Concerto “Jurnater” + Dj set “Orange Duo”

 

DOMENICA 7 ottobrePiazza Gasparri

Mercato contadino e delle autoproduzioni con artigiani e produttori da tutta Italia, incontri, spettacoli per grandi e piccini, scambi e proiezione del documentario su Genuino Clandestino.

h 09.30: Apertura mercato
h 12.00: La rete TERREinMOTO e la Campagna Genuino Clandestino incontrano
Martín Tellechea della Organización Wirajkocha, con il progetto di Universidad Rural (Argentina)
h 15.00: Spettacolo per bambini: “Andemm” di Freaklown
h 16.00: Presentazione TERREinMOTO e Genuino Clandestino
A seguire proiezione del documentario Genuino Clandestino di Nicola Angrisano, 70 min, Italia, 2011
h 17.30: Spettacolo “Seminiamoli” del Teatro Contadino (Firenze)
h 18.30: Chiusura del mercato e della tre giorni

 

Come raggiungerci
venerdìParco Trotter: Ingresso principale di via Giacosa 46: MM linea 1, fermata Rovereto; Ingresso di via Padova 69: bus 56 da piazzale Loreto, angolo via Doria
sabato – Cascina Autogestita Torchiera Senzacqua: Piazzale Cimitero Maggiore 18. Tram 14 o Bus 40; uscita tangenziale Certosa (torchiera.noblogs.org/contacts)
domenica- Piazza Gasparri: Metro linea M3 fermata Affori FNM, Bus 40-41-52

Dovedormire
CsaBaraonda: possibilità di dormire al chiuso con sacco a pelo e materassino propri, posto per camper e furgoni, posti tenda.
Via Pacinotti 13, Segrate (MI)
Bus StarLodi, linea Milano-Pioltello, da piazza Aspromonte(Loreto) o da piazza  Gobetti(Lambrate). Fermata zona industriale Marconi.
Bus 924 dal parcheggio della stazione di Lambrate. Fermata via Monzese ang. Via Nenni.
csa-baraonda.noblogs.org/about/
OSTELLI: posti letto a 15 euro a notte. Per prenotare scrivere a: terreinmoto@autoproduzioni.net  o tel a 3356295627.

Per informazioni:
terreinmoto.noblogs.org oppure genuinoclandestino.noblogs.org


Cena benefit
10 Giugno 2012


TAV – LA COMMEDIA E’ FINITA

(post del febbraio 2012)

Un cantiere della durata di 10 anni per costruire un tunnel lungo 57 chilometri in una montagna dove è già stato trovato dell’amianto. Il tutto per guadagnare 27 minuti nel trasporto di merci nella tratta Torino-Lione, sostituendo l’attuale linea ferroviaria che è già ampiamente sottoutilizzata. Un progetto vecchio di 20 anni senza alcuno studio recente in grado di sostenere che, una volta completato, possa servire a qualcosa. Trecentosessanta tra professori, ricercatori e professionisti firmano un documento sulla sua inutilità. [1]
L’alta velocità in Val di Susa è un’opera faraonica e inutile che appare sempre più per quello che è: una fonte di guadagno per le lobbies del cemento e del tondino, una rappresentazione del Potere di uno Stato forte, capace di giocare i suoi interessi sul corpo delle genti.
La tenace resistenza di valligiani e solidali ha dimostrato a tutti che la lotta contro il TAV è un patrimonio comune: è la lotta dei bisogni diffusi contro i grossi interessi, contro le concentrazioni di potere e contro il sistema che produce nocività.
Un sistema ferroviario che sottopone a quotidiano supplizio i pendolari, che trascura le linee delle periferie, che si ferma per una nevicata, dovrebbe mostrare la sua eccellenza nel trasporto di chissà quale merce da Kiev a Lisbona: BALLE!
Spesa prevista per il tunnel: 22 miliardi di euro, quasi tre volte i tagli alla scuola operati dalla coppia Gelmini-Tremonti; metà della manovra finanziaria di “risanamento” del governo Monti. Il finanziamento è per gran parte italiano, ossia nostro: nuovi tagli che si aggiungeranno a quelli già fatti per salvare banche e grossi gruppi finanziari. Il governo è tecnico, e la tecnica qui è quella dei potentati economico-finanziari e della compatibilità dei mercati, c’est la vie…

“Il lavoro è in corso, deve continuare nel modo migliore, come previsto”, così ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera a proposito del TAV. E il migliore dei modi è picchiare duro e trasformare una opposizione consapevole in una lotta tra buoni (lo Stato) e cattivi (le solite etichette di comodo: antagonisti, anarchici ed ora anche valligiani…), e fare di una battaglia generale una vicenda di meri interessi locali. Questo Tunnel s’ha da fare «perché così è deciso», come direbbe l’istitutore all’allievo che si rifiuta di imparare la lezione a memoria e vuole capire di più e meglio o come urlerebbe il padrone al mulo stanco di camminare.

Ma la commedia è finita, gli argomenti a sostegno della «Grande Opera» suonano sempre più sordi e insensati e, con l’attenuarsi dell’efficacia dell’uso mistificatorio delle parole, non resta che la politica del manganello.
Come per l’articolo 18, la cui abolizione non tutela l’occupazione, ma mira solo a permettere alle aziende di sbarazzarsi delle forme di dissenso nei luoghi di lavoro, così ogni provocazione e falsità alla bisogna può far comodo. Non a caso quindi, al ritorno della manifestazione del 25/2/2012, che ha portato in valle oltre 75.000 persone in solidarietà diffusa con chi in prima persona si è esposto e sta pagando il prezzo più alto di questa battaglia, si mette il massacratore della scuola Diaz al comando della “trappola di Porta Nuova”. Un treno deviato sul binario più comodo, una aggressione a freddo a manifestanti e passeggeri, il pretesto di una sassaiola contro un’ambulanza, diventano oltre che una “lezione” per i più attivi anche parte di una coreografia finalizzata a spostare l’attenzione su un semplice ed ipotetico problema di ordine pubblico, non avendo argomenti convincenti da dare in pasto alla opinione pubblica. [2]

Ma tutto ciò non basta, il meccanismo sembra incepparsi: quando Luca viene fatto cadere dal traliccio più di quaranta città rispondono determinate che quello del TAV è un problema anche loro.Questa battaglia vive grazie alla consapevolezza che vi è in essa qualcosa di comune a chiunque si opponga alle scelte calate dall’alto e trova la sua forza nel rispetto delle differenze e nel prevalere dell’obbiettivo comune sull’espressione dell’identità.
Questa battaglia vive di chi tiene il presidio, di chi fa il blocco dell’autostrada, di chi taglia le reti, di chi taglia il velo di ignoranza e disinformazione che alimenta il consenso ottuso e cieco.
Portare la Valle in città significa anche estendere gli interlocutori, gli ambiti, coinvolgere anche chi, fino ad ora, ha preferito restare fuori: non bisogna essere della Valsusa per essere notav.

LA COMMEDIA E’ FINITA MA GLI SPETTATORI NON SE NE VANNO, DEVONO ANCORA FINIRE DI PAGARE IL BIGLIETTO E NON HANNO NESSUNA INTENZIONE DI FARLO

Cox 18 – Calusca City Lights – Archivio Primo Moroni

1http://www.notav.eu/modules.php?name=ePetitions&op=more_info&ePetitionId=3

2http://www.youtube.com/watch?v=jaqVr1TRY30

http://www.notav.info

http://notavliberi.noblogs.org/


Sostieni l’Ambulatorio Medico Popolare

GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE 2011, dalle ore 06.00

Colazione e presidio antisfratto in difesa dell’Ambulatorio Medico Popolare, nella casa occupata di via dei Transiti 28


NO EXPO CAMP 17-18-19 GIUGNO


19/3 corteo contro la repressione a Saronno

Nell’anno decimosesto dalla fondazione dell’impero ciellino-formigoniano, nelle viscere più profonde di una delle regioni più ricche d’Europa, la Lombardia, il clima sta diventando sempre più soffocante; la nuova strategia impartita ai soldatini-gorilla è di picchiare duro e schiacciare ogni forma di protesta.

L’ultimo caso è avvenuto poco lontano da Milano, tra i feudi e i castelli della provincia di Varese; abbiamo appreso con sgomento prima, e poi con rabbia, le notizie che arrivavano da Saronno e Gallarate: dodici “Avvisi Orali” – a cui potrebbe seguire la fascistissima Sorveglianza Speciale – a ragazze e ragazzi, la cui unica colpa è stata di liberare edifici lasciati per anni in stato di abbandono e contrastare il razzismo imperante nelle loro città.

In solidarietà alle lotte dei ribelli di Saronno e Gallarate, SABATO 19 MARZO saremo a Saronno per partecipare al CORTEO CONTRO LA REPRESSIONE
ORE 15 PIAZZA S. FRANCESCO (STAZIONE FNM)


Un ospedale che non sia una galera

C.S.O.A. Cox 18, Archivio Primo Moroni e Calusca City Lights esprimono tutta la loro solidarietà al medico dell’ospedale S. Paolo, denunciato dopo essersi preso cura del ragazzo immigrato che dopo settimane di dura lotta sulla torre dell’ex Carlo Erba, versava in condizioni di salute preoccupanti (principio di assideramento, disidratazione, ecc).
In un mondo dove la sanità pubblica è governata dalle regole del profitto e gestita da affaristi senza scrupoli, viene criminalizzato un serio professionista che fa quello che deve fare, secondo valori etici universali.
Quella che impone agli ospedalieri di denunciare alle autorità gli immigrati non regolari che richiedono cure è una legge infame e assassina; il diritto alla salute e all’integrità fisica di ogni individuo è indiscutibile e inalienabile. Ci auguriamo tutti di trovare, in caso di bisogno, medici coerenti con questo principio, piuttosto che essere soccorsi da sanitari rispettosi delle leggi come quelli della clinica Santa Rita, del caso Cucchi o di Genova 2001.

Milano 1-12-2010


Nuova sede dell’U.S.I. in Via Torricelli 19

La sede dell’USI di Viale Bligny 22 a Milano ha chiuso.
Il 30.6.2010 a seguito di una trattativa con la proprietaria Università
Bocconi c’è stato il rilascio concordato dei locali con contestuale
assegnazione da parte del Comune di Milano all’USI di una sede in Via
Torricelli 19.

L’occupazione di Viale Bligny 22 è una fra le più antiche di Milano avendo
avuto inizio nell’ottobre 1989 ospitando oltre al sindacato, gruppi teatrali e
culturali coordinati con il più ampio movimento del sindacalismo di base e dei
centri sociali.

Nel 2004, in forza del “piano di espansione Bocconi”, il Comune di
Milano aveva venduto a prezzi stracciati l’intero immobile dove avevano sede
associazioni storiche milanesi dal Naga al centro esperantista, dalla Lega anti
caccia all’associazione Dedalo, fino allo SQUOTTiti e alla fossa dei leoni
ecc.

Dopo quasi sei anni di resistenza contro la speculazione edilizia del Comune
di Milano e dell’Università Bocconi, gli ultimi a rilasciare i locali sono
stati i compagni dell’USI e ciò dopo che l’Università Bocconi aveva denunciato
penalmente l’intera organizzazione e personalmente tre compagni, di cui due
degli elementi più rappresentativi dell’USI Sanità di Milano ed un membro del
collettivo del COX 18.

Due compagni erano stati poi condannati penalmente ad una multa di 3.000,00
euro ed anche civilmente ad un risarcimento del danno in favore dell’Università
Bocconi ed in via provvisionale ciascuno di € 50.000,00. La determinazione
dell’USI a non rilasciare a nessuna condizione l’immobile ha permesso la
riapertura di una trattativa con l’Università Bocconi che ha portato come sopra
detto all’assegnazione da parte del Comune di una nuova sede con remissione
della querela da parte dell’Università Bocconi e rinuncia della stessa al
risarcimento del danno quantificato dal giudice. Ciliegina sulla torta: l’
Università Bocconi ha addirittura versato all’USI la metà del canone di affitto
della nuova sede per il prossimo seiennio. ha ristrutturato i locali e li ha
pure arredati!

Non dobbiamo però indugiare in trionfalismi. L’area di viale Bligny era
rimasto l’ultimo ostacolo alle mire espansionistiche e speculative dell’
Università Bocconi che ora potrà continuare indisturbata nella sua opera di
cementificazione e di stravolgimento dell’intero quartiere. Inoltre la sede con
il suo grande salone, non solo era in grado di ospitare assemblee cittadine, ma
anche spettacoli e laboratori teatrali ed oggi ciò non sarà più possibile,
visti gli spazi più ridotti di Via Torricelli 19.

In ogni caso, va riconosciuto il merito dell’USI di aver rivendicato i propri
diritti sullo spazio di Viale Bligny 22 dove per oltre 20 anni sono state
organizzate iniziative culturali, politiche, sindacali, teatrali e di
solidarietà, circostanza che è stata riconosciuta addirittura dal Comune di
Milano nella delibera di assegnazione della nuova sede.

Tornare in via Torricelli è come un ritornare alle origini.

Ricordiamo che l’USI dal 1977 al 1989 ha avuto sede proprio in Via Torricelli
19, dove oggi è presente il Circolo dei Malfattori, e vent’anni dopo ancora in
questa via e in un altro spazio per continuare con coerenza e determinazione le
lotte in favore dei diritti dei lavoratori e per l’emancipazione degli stessi.

Ringraziamo tutti coloro che con il loro sostegno e la loro
solidarietà hanno permesso l’esistenza di questo nuovo spazio.

USI – AIT Milano

Lunedì 12/7/2010


Presidio in 24 maggio

Martedì 15 giugno 2010

Stamattina è stato sgomberato lo stabile di Ripa di Porta Ticinese 83 (le case in cui vivono circa 60 persone, il Laboratorio Zero, la sala prove)

In risposta allo sgombero, questa sera dalle 20.30 presidio in piazza XXIV maggio


Circolo dei Malfattori

Contro lo sfratto del Circolo dei Malfattori, sosteniamo le iniziative in vista del presidio che si terrà lunedì 17 maggio, dalle 6 del mattino, in Via Torricelli 19
SABATO 15 MAGGIO 2010 – Ore 16
Tour psicogeografico per il quartiere ticinese
Un funerale situazionista su due o più ruote (a patto che non siano motorizzate!) della città postmoderna
Scarica il programma completo delle iniziative del Circolo dei Malfattori:


Difendiamo gli spazi e le case degli abitanti di San Siro


Presidio contro lo sfratto del Circolo dei Malfattori

Lo sfratto del  Circolo dei Malfattori, previsto per il 22 luglio, è stato rinviato al 30 settembre 2009. Il Circolo avvisa tutti i compagni che il presidio indetto per la mattina del ventidue viene sospeso (anche se i compagni del circolo nell’arco della mattinata saranno in luogo) e rifissano già da adesso il concentramento per MERCOLEDI 30 SETTEMBRE ALLE ORE 6 DEL MATTINO

Il comunicato dei compagni del Circolo:

NO AGLI SFRATTI, NO AGLI SGOMBERI! Milano deve reagire alle provocazioni dei fascisti al comune.

Mercoledì 22 luglio, si presenterà per l’ennesima volta al circolo
dei malfattori l’ufficiale giudiziario per rioccupare i locali liberati
nel 1976 dagli anarchici, e riconsegnarli al comune di milano.
In una città grigia, come è oggi Milano, si vuole perseverare nella
politica di repressione la chiusura di ogni spazio autogestito e
frequentato da giovani ed anziani che non si riconoscono nelle
politiche portate avanti dalla giunta clerical fascista della Moratti e
di De Corato.
Il circolo dei malfattori non ci sta, ancora una volta chiama i
compagni alla vigilanza e al presidio che si terrà il 22 luglio alle
ore 6 del mattino davanti al circolo dei malfattori in via torricelli
19 a Milano per un presidio resistente con colazione contro lo sgombero.

Se qualcuno pensa che tolta la sede finisca la presenza anarchica in quartiere, bene queste persone hanno fatto i conti senza l’oste, noi saremo sempre presenti e continueremo coerentemente con le nostre idee a lottarenei nostri territori e a promuovere con più vigore le lotte, e le iniziative che riterremo utili e per noi primarie.
Giù le mani dal circolo dei malfattori.
Giù le mani dall’ambulatorio popolare di via dei transiti.
Giù le dalle case occupate
Giù le mani da conchetta e da tutti gli spazi occupati.
L’Assemblea del circolo dei malfattori–

Mercoledì 22 Luglio Presidio mattiniero contro lo sgombero del Circolo dei Malfattori di Milano

La mattina (ore 6)di Mercoledì 22 Luglio ’09
ci sarà di nuovo un tentativo di sgombero da parte del comune di Milano
nei confronti del Circolo.
Siete Tutt* invitat* a portare la propria solidarietà, partecipando al Presidio/Colazione.

Circolo dei Malfattori (sotto sgombero)
028321155
Via Evangelista Torricelli, 19

20136 Milano MI


Riprendiamoci gli spazi sociali

Contro lo sgombero del Boccaccio
Manifestazione sabato 11 luglio 2009

Concentramento ore 15 a Monza, in Piazza Castello, retro stazione FS


Presidio contro lo sgombero dell’Ambulatorio Medico Popolare
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Mercoledì 22 aprile

DALLE 6.00

IN VIA DEI TRANSITI, PRESIDIO CON COLAZIONE CONTRO LO SFRATTO DELL’AMBULATORIO MEDICO POPOLARE

DALLE 8.30

LEZIONE DI PIAZZA AI GIARDINETTI DI VIA DEI TRANSITI
Interventi di: NORI BRAMBILLA, ALDO GIANNULI, LIDIA MARTIN, RENATO SARTI -TEATRO DELLA COOPERATIVA, ANDREA STAID
Proiezione: NAZIROCK di Claudio Lazzaro


http://www.ambulatoriopopolare.org

L’iniziativa organizzata dall’Ambulatorio Medico Popolare per opporsi allo sgombero:

LA STORIA A TESTA IN GIU’
Revisionismo, rovescismo, negazionismo

Il 22 aprile 2009 è l’ennesima data fissata per lo sgombero dell’Ambulatorio medico popolare di Milano. Come già il 27 gennaio scorso, anche questa volta abbiamo deciso di rispondere alla minaccia con delle lezioni di piazza durante il presidio antisfratto. E se in occasione della Giornata della Memoria abbiamo parlato di leggi razziali vecchie e nuove, questa volta, in prossimità del 25 aprile, si parlerà di revisionismo-rovescismo-negazionismo, perché pensiamo che la cultura debba fornire una cassetta degli attrezzi per leggere il presente e trasformarlo.

‘In senso inverso’ questa sembra essere la direzione che ha preso la realtà che ci circonda. Gli spazi, le memorie, i diritti, le agibilità che sono stati liberati, affermati e acquisiti nel corso degli anni dal basso, dai movimenti, oggi vengono ribaltati e questo ribaltamento è sempre più senso comune. Il chiacchiericcio mediatico sul passato ha delle inimmaginabili ricadute sul nostro presente.
È come se le pratiche del revisionismo, del rovescismo e del negazionismo dalla disciplina storica fossero arrivate a intaccare tutto il resto della società.

Si cerca di riscrivere la storia ad uso e consumo della gestione politica di turno, mistificandone o stravolgendone il senso: si tacciono i crimini dell’Italia coloniale e fascista così come le complicità degli organismi dello stato nella strategia della tensione e non si riconoscono le responsabilità dei torturatori di Bolzaneto. Ciò che conta è che gli italiani continuino ad apparire come ‘brava gente’.

Mentre lo tsunami della Pubblica Distruzione cerca di radere al suolo quel che resta della ‘cultura’, ancora una volta rispondiamo alla beceraggine di chi ci vorrebbe sgomberare dagli spazi politici e culturali, così come dall’Amp, con un momento pubblico di approfondimento, discussione e riflessione sulle stragi di stato e sulla memoria della Resistenza nel territorio in cui l’Ambulatorio oggi vive e opera.


No agli sgomberi

Lunedì 6 aprile, dalle ore 6 di mattina

Contro lo sfratto del Circolo dei Malfattori, presidio in Via Torricelli 19


14/3 – Corteo per il Telos e gli spazi occupati

Riprendiamoci gli spazi nelle città.

Sabato 14 marzo –  Corteo per il Telos e gli spazi occupati

Ore 15, Piazza  San Francesco, Saronno


Proletariato Giovanile


Leoncavallo, i giorni dello Sgombero (Versione originale 1994)

Leoncavallo, i giorni dello Sgombero Questa è la versione originale così come fu montata a Roma insieme ad Alberto Grifi e a Paola Pannicelli. Abbiamo tolto i tre minuti introduttivi aggiunti a Milano in un secondo momento, poco prima della pubblicazione, ma inutili ora che sono passati tanti anni. (Pubblicato e distribuito dalla Manifesto Libri nel 1994) Questo fu a tutti gli effetti un film collettivo. Le riprese vennero fatte da più compagni e per più di un mese, una parte del collettivo video si trasferì a Roma per montare con Grifi e Pannicelli le 18 ore di girato. Grazie alla distribuzione nelle edicole, potevamo raggiungere sia i piccoli paesi che i grandi centri. Vennero stampate e vendute almeno 2000 copie. Mentre ragionavamo sul montaggio, delle compagne ci portarono da Milano alcuni video del collettivo: “Noi siamo il sangue nuovo nelle arterie della città” il video sullo sgombero avvenuto nel 1989 e il video sull’ assassinio di Fausto e Iaio “Pagherete caro, pagherete tutto”. Pubblicare con la Manifesto Libri avrebbe portato la storia di un centro sociale, in tutta Italia, una storia da sempre storpiata e strumentalizzata dai media ufficiali. Decidemmo cosi, di evitare un montaggio basato unicamente sullo sgombero, arricchendo il film, con contributi autoprodotti in precedenza dal collettivo video. Ricordiamo che oltre a non esserci ancora internet, non era di nostro gradimento usare distribuzioni ufficiali e infatti con la Manifesto Libri venne stipulato un contratto del tutto inusuale per le case editrici, non solo saremmo rimasti proprietari delle immagini, ma non avrebbero potuto mettere mano al montaggio, sia nei contenuti che nella durata. Diventammo comproduttori a tutti gli effetti e se il film non gli fosse piaciuto potevano rinunciare alla distribuzione. Erano i mesi di campagna elettorale, erano i mesi che precedevano le elezioni e il fascista di Berlusconi non avrebbe risparmiato a nessuno i prossimi 20 anni. Per chi è stato a contatto con Alberto Grifi sa quanto lui sia stato generoso con i compagni dei centri sociali ed è inevitabile per noi guardare questo lavoro con amore e gratitudine. Era per lui importante farci capire quanto in fase di montaggio si potesse manipolare l’accaduto, decidemmo cosi di lasciare il più possibile piani sequenza, soprattutto nella fase dello sgombero.. Fu una vera scuola del cinema con il migliore dei Cattivi Maestri. Parole di Alberto Grifi : Questo film-denuncia fu, dopo le radio di Movimento, una delle prove generali di comunicazione antagonista autogestita sull’intero territorio nazionale, che ha generato un dibattito e un lavoro collettivo in molte città italiane sulla controinformazione e sulla liberalizzazione detournata delle tecnologie informatiche. http://www.albertogrifi.com/105?testo=29 Una piccola curiosità che non tutti sanno, il Master (unico Master) venne rubato in stazione centrale a Milano poco prima della stampa…fu ritrovato qualche giorno dopo, una vera caccia al tesoro…stava per affogare in una pozzanghera sotto una macchina parcheggiata. Il video venne accompagnato da un libro scritto da Benedetto Vecchi ” Comunità virtuali. I centri sociali in Italia” Realizzato da: Alberto Grifi – Paola Pannicelli – Angela Buffone – Collettivo Video C.S.O.A. Leoncavallo: Diego Brofferio – Giordana Meyer Un ringraziamento speciale va a Melina Miele, Cristina De Michele….Isabella Cagnardi Ciarchi…. Un pensiero va anche a Manuel Capone che per più di un mese ci ha accolti nella sua sala di montaggio facendoci sentire a casa. Musiche: Ça ira “Uscire Dal Ghetto” 1989 Bella Ciao Al Darawish “Gaza” Girato: Hi8 – Vhs Master: Betacam Articolo sul video: https://archivio.unita.news/assets/ma…http://www.albertogrifi.com/105?testo=29 Archivio: V.T.K. Info e contatti – videoteppistikrew@gmail.com

 


Sgombero e arresti a Torino. Una corrispondenza

RADIOCANE – 07/02/2019
http://radiocane.info/torino-2/?fbclid=IwAR372SFX-9aFRVw2uNt6q_YCLJDFLaTnXeR7fvzvmuO3L8_-fV-CiAaDQTk


BREDA SGOMBERATA

Manifestazione contro lo sgombero di BREDAOCCUPATA. Un pensiero speciale va a BETTY 23…la regina delle Videoteppiste – Milano, 1 settembre 1999 Volantino Manifestazione: http://www.ecn.org/breda37/comunica.htm VOI VE NE FOTTETE DI NOI?! NON VE NE FOTTERETE A LUNGO

Esattamente nello stesso giorno in cui la giunta di Milano avviava la sua grottesca campagna di celebrazione delle supposte virtù del sistema culturale del comune, un contingente di carabinieri su ordine diretto della magistratura, con un’azione di polizia unilaterale e senza alcun preavviso, procedeva allo sgombero e all’immediata demolizione degli stabili di BREDAOCCUPATA. Nel momento stesso in cui il comune procede alla strutturazione e realizzazione di progetti faraonici (Fabbrica del Vapore, Città della Moda tanto per citarne un paio), alcuni dei quali chiaramente ispirati al modello delle esperienze del movimento dei centri sociali, la giunta da il suo placet alla chiusura di una di queste stesse esperienze. Vuoti progetti calati dall’alto anziché valorizzazione delle progettualità dal basso che alimentano questa città. Verrebbe da dire che la giunta non teme di esporsi al ridicolo, se tutto questo non aprisse una ferita profonda nelle nostre vite e non costituisse di fatto il tentativo di azzerare un percorso autonomo di autogestione col quale in questi anni abbiamo voluto praticare, al di fuori del marciume corrotto della politica ufficiale e in antagonismo ai poteri forti, il nostro progetto di sviluppo di socialità alternativa, nuove forme dell’azione politica. Ciò che abbiamo dovuto subire ci spinge tutti a praticare con maggiore consapevolezza e determinazione il nostro progetto, la nostra lotta. Mentre da una parte il sistema politico dimostra reiteratamente la più totale chiusura e non-comunicazione nei confronti delle realtà dell’antagonismo, la magistratura si fa strumento politico della repressione e del controllo sociale. La sua scelta di farsi organo di tutela e riaffermazione dei grandi interessi economici della speculazione urbanistica, è una precisa scelta di campo politico e costituisce solo un momento del più complessivo attacco alle realtà dell’opposizione sociale e ai diritti di cittadinanza dei soggetti sociali deboli. Basti pensare alle innumerevoli denunce e alle recenti minacce di incriminazione per associazione sovversiva ai danni dei centri sociali milanesi, oppure agli attacchi a realtà lavorative in lotta come l’ATM, o alle mobilitazioni contro la guerra nei Balcani. Se pensiamo poi a otto mesi di emergenza criminalità, o alle recenti affermazioni in tema di proibizionismo, piuttosto che la campagna estiva contro gli immigrati o alla realtà permanente di via Corelli, il panorama si fa ancora piu’ vasto e completo. A fronte delle prese di posizione della magistratura e delle indifferenze interessate della giunta comunale, vogliamo rispondere subito – e risponderemo in futuro coi fatti – che a queste condizioni per noi la partita politica per il diritto agli spazi è appena cominciata. Per fortuna insieme a noi in questa città ci sono molti altri soggetti che dal basso pensano e realizzano progetti per una diversa qualità della vita, e sono questi soggetti che invitiamo a partecipare alla costruzione di un percorso di lotta comune. ADERISCONO: Bredaoccupata, Metropolix, L.S.O.A. Bulk, R.A.S.C., Garigliano San Antonio Rock Squat, PergolaTribe, C.S. Leoncavallo, Collettivo Transiti 28, Associazione Ya Basta, Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa, C.A.O. Torchiera, Collettivo Scienze Politiche, COX18, Calusca City Lights, S.Q.O.T.T., Cayennoutgestita, CSA Garibaldi, CSA Vittoria, Cayennoutgestita sfrattata – HANGARZONE+(fel3), Il collettivo della Filef, Circolo dei Malfattori – Milano, Gruppo libertario di cultura alternativa l’erba – Casatenovo (LC), CSA La Torre, Anarcociclisti, InfoXoa Video Teppisti Krew Realizzato da: Giordana Meyer Girato: minidv Mastre: Dvcam videoteppistikrew@gmail.com

 


23 Febbraio 2018

Fiamme nella notte a Magazzino 47: l’incendio è doloso

https://www.giornaledibrescia.it/brescia-e-hinterland/fiamme-nella-notte-a-magazzino-47-l-incendio-%C3%A8-doloso-1.3245233


13 febbraio 2018

Rho, sgombero centro sociale La Fornace: corteo antagonisti questa sera

il centro sociale Fornace a Rho

http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/sgmbero-fornace-1.3722488

MILANO: SGOMBERO PER L’S.O.S. FORNACE DI RHO. STASERA CORTEO SOLIDALE ALLE ORE 21.

http://www.radiondadurto.org/2018/02/13/milano-sgombero-per-ls-o-s-fornace-di-rho-stasera-corteo-solidale-alle-ore-21/


Bologna. Polizia sgombera biblioteca del 36: scontri e caroselli nella zona universitaria

http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/18230-bologna-polizia-sgombera-biblioteca-del-36-scontri-e-caroselli-nella-zona-universitaria

I bastonatori e le biblioteche


CASERMA DEI CARABINIERI AL POSTO DI XM24: STORICO CENTRO SOCIALE DI BOLOGNA SOTTO SGOMBERO

Da pochi giorni XM24 è ufficialmente sotto sgombero: entro il 30 giugno 2017 bisogna lasciare vuoto l’immobile per restituirlo alla proprietà, il Comune, che per fini istituzionali, lo trasformerà in una nuova Caserma dell’Arma dei Carabinieri.
Questa sera, mercoledì 8 febbraio 2017, prevista un’ Assemblea pubblica cittadina Xm24 alle ore 20.30, proprio nei luoghi minacciati dallo sgombero.
http://www.radiondadurto.org/2017/02/08/caserma-dei-carabinieri-al-posto-di-xm24-storico-centro-sociale-di-bologna-sotto-sgombero/


 SGOMBERATA L’OCCUPAZIONE DI VIA FORTEZZA
Questa mattina, giovedì 2 febbraio 2017, un ingente schieramento di forze dell’ordine ha sfondato lo stabile di via Fortezza occupato da da una quarantina di migranti che da alcuni mesi, con il sostegno di una rete solidale, sono impegnati a riqualificare uno spazio abbandonato da anni al degrado e a ridare dignità alle proprie vite attraverso un progetto di auto-organizzazione basato sui principi di eguaglianza e autodeterminazione, che supera le distinzioni tra regolari ed “irregolari”, rifugiati o richiedenti asilo.
Questa esperienza è oggi sotto attacco da parte di un sistema repressivo che punta a intensificare una guerra contro l’immigrazione.
Venticinque migranti senza documenti sono stati prelevati e portati in questura, altri venti si preparano ad affrontare il freddo dell’inverno per strada.
Come rete solidale pretendiamo il rilascio immediato dei nostri compagni, una delegazione è pronta a recarsi in  questura affinché questo avvenga nell’immediato.
Non siamo intenzionati a cedere al ricatto e alle intimidazioni perpetrate da questura e viminale, siamo pronti a resistere con i nostri compagni migranti e a sostenere il loro progetto di autodeterminazione.
LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ARMA: INVITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA CITTADINA CHE SI SVOLGERA’ ALLE ORE 20:00 SOTTO I PORTICI DI VIA MARELLI ( MM SESTO MARELLI), DOVE SI STANNO DIRIGENDO IN CORTEO GLI OCCUPANTI E I SOLIDALI.
CHIEDIAMO A TUTTI DI PORTARE PASTI CALDI, COPERTE E TUTTO IL NECESSARIO PER AFFRONTARE LA NOTTE.
Corriere della Sera
Il Giorno

COMUNICATO
No base hems all’ospedale San Carlo Borromeo di Milano
L’USI Sanità dei 2 Presidi Ospedalieri San Paolo e San Carlo di Milano porta a conoscenza i Lavoratori tutti e la cittadinanza del trasferimento della base H.E.M.S. (helicopter emergency medical service) dalla sede attuale nell’aereoporto civile di Bresso, all’interno del giardino dell’ospedale San Carlo di Milano.
Questa scelta, voluta dal Direttore Generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo, dal Direttore Generale dell’AREU (azienda regionale emergenza urgenza o 118) e dalla Regione Lombardia , motivata unicamente dal contenimento della spesa pubblica metterà a serio rischio la salute e la sicurezza dei pazienti ricoverati, degli operatori sanitari e dei cittadini residenti nei paraggi dell’ospedale.
Perchè un conto è avere una semplice pista di atterraggio già esistente (poco utilizzata ma comunque costata intorno ai 180.000 €), altro è la costruzione di una nuova base di elicotteri che sottointende una attività di volo 24 ore su 24, che “consentirà ad un elicottero di stare fermo di rinforzo e ad un altro di decollare o atterrare. Accanto alla pista, verrà collocato l’hangar da oltre 1.000 metri quadrati” per il ricovero ed il deposito degli elicotteri; una officina meccanica per la prova e riparazioni degli stessi; un deposito di carburante per il rifornimento; “dalla piazzola partiranno tre-quattro voli giornalieri in tutto il sud ovest della Lombardia”.
Tutto questo progetto è inconcepibile ed assurdo visto che dal 2020 la normativa europea prevede l’impossibilità di mantenere parcheggiati i veivoli all’interno degli ospedali. In pratica dovranno solo atterrare all’interno della struttura ospedaliera, ma poi sostare in basi attrezzate, lontani dalle migliaia di pazienti, utenti, operatori e lontani da centri abitati.
Ma come si fa a costruire un eliporto, che di per sé viene considerato ad elevato rischio d’incendio, in una struttura ospedaliera anch’essa con elevato rischio d’incendio? Deposito di carburante vicino agli impianti dei gas della cucina o dei magazzini della farmacia con lo stoccaggio del materiale infiammabile?
Senza contare che la costruzione della base per gli elicotteri provocherà un impatto elevato sia sul parco in termini di ulteriori abbattimenti di alberi e sottrazione di aree di relax, sia sui pazienti disturbati da continui rumori in quanto le facciate delle stanze di degenza sono costruite e composte per l’ 80 % da grosse vetrate e vecchi infissi mai sostituiti dagli anni ’60.
Per questi motivi l’ USI Sanità dell’ospedale San Paolo e il CLO-USI dell’ospedale San Carlo hanno in data 16/11/2016 diffidato formalmente la Regione Lombardia, la Dirigenza dell’ASST Santi Paolo e Carlo, la Dirigenza dell’AREU, l’Ente dell’Aviazione Civile e tutti i vari Organi a dare attuazione alla base permanente degli elicotteri (H 24) all’interno dell’ospedale San Carlo Borromeo.
RITENIAMO QUESTA NOSTRA DIFFIDA NON SUFFICIENTE COME PURE QUESTA RACCOLTA DI FIRME CHE STIAMO PROMOVENDO SE LE STESSE NON SARANNO SUPPORTATE DA AZIONI DIRETTE E CONCRETE DA PARTE DEI LAVORATORI, DALLE FORZE SINDACALI, ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, CITTADINI E DA TUTTI COLORO CHE HANNO A CUORE LA SALUTE, LA PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Milano, Dicembre 2016
USI Sanità Ospedale San Paolo
CLO – USI Ospedale San Carlo Borromeo

Corriere 22 dicembre base elicotteri scelta sbagliata


Un articolo che traccia un bilancio del movimento (quello anarchico) di lotta
per la casa a milano nel periodo 1976-1984, tratto dalla rivista “Collegamenti
– Wobbly”.
– l’autore è Mauro De Agostini, che abitava all’epoca nella casa occupata di
via Correggio 18;
– la rivista aveva la redazione e sede sempre in Correggio;
– l’articolo parla delle occupazioni di conchetta e torricelli e del
Coordinamento di lotta x la casa.

Scarica l’articolo lottaxlacasa76-84


PRESIDIO COL’AZIONE ANTISFRATTO
Giovedì 24 novembre ore 06
Via Torricelli 19
Nonostante notizie più o meno tranquillizzanti che affermano la mancata presenza e intervento delle forze del disordine
allo sfratto esecutivo del Circolo Anarchico previsto per il 24 Novembre ’16, l’assemblea dello stabile di via torricelli n.19
ha deciso di confermare il presidio e mantiene alta l’attenzione sulle intimidazioni di MM a diverse famiglie occupanti nello stabile.
SANATORIA, MORATORIA E COLAZIONE PER TUTTI

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Chi non ha una casa dove abitare e non una residenza non può iscriversi ad una Asl e scegliere il medico di base a cui rivolgersi.
Questo è l’effetto del decreto contro l’abusivismo abitativo che porta il nome dell’ex ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2016/10/31/news/l_esercito_dei_senza_medico-150189515/?ref=HREC1-18


 

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