Fondo Serena Boeri Antonio Poletto

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Come e perché nasce il fondo Serena Boeri – Antonio Poletto

Il fondo Serena Boeri – Antonio Poletto nasce dalla precisa volontà di Serena, militante femminista, protagonista dei grandi scenari delle lotte politiche a Milano e in Italia, straordinaria figura di riferimento per tutte le compagne e tutti i compagni che l’hanno conosciuta in più di quarant’anni di attività.
Serena è stata una donna lucida, appassionata, profondamente intelligente. Credeva che la coerenza e la radicalità non fossero ideali astratti ma strumenti di una pratica politica vicina ai bisogni, ai corpi, alle menti delle donne e degli uomini. In tutta la sua vita ha sempre privilegiato la relazione come strumento di azione e di conoscenza; non ha mai perso l’occasione di un confronto anche conflittuale con le altre donne, convinta com’era che la mancanza di conflitto portasse inevitabilmente all’ideologia vuota e cinica. Il suo entusiasmo, la sua curiosità, la sua irrequietezza non sono mai state toccate dalla degenerazione della politica di questi anni, mettendola in contatto cohttps://www.inventati.org/apm/fondoboeripoletto/index.phpn donne di età, paesi, culture e storie diverse, tutte unite dalla stessa necessità di autodeterminarsi e trovare una risposta politica alle loro esigenze.
Serena ci ha lasciato un anno fa, nel marzo del 2019, ma ha fatto in tempo ad affidare alle amiche e compagne che le sono state accanto negli ultimi tempi la sua volontà di donare all’Archivio Primo Moroni il materiale politico raccolto fino a quel momento. Una sorta di passaggio di testimone di un’intera esperienza fondata sulle relazioni femministe, dove il privato è politico; dunque un materiale da condividere, rendere consultabile e fruibile.
Si è così creato un gruppetto di compagne e amiche di Serena che, unitosi ad altre donne interessate al progetto al di là del valore affettivo dell’impresa, ha deciso di occuparsi di questa eredità di riflessioni, cronache, libri, memorie, fotografie, video, lettere che Serena ci ha lasciato, una testimonianza unica di cui ci siamo prese cura nelle nostre possibilità, un lavoro che inizia ma che rimarrà in divenire, lasciando aperta la possibilità a futuri miglioramenti.Il fondo prende anche il nome di Antonio Poletto, altra figura centrale del movimento politico nazionale, compagno dell’Autonomia milanese del c.s.o.a Garibaldi. Antonio è scomparso nel marzo del 2012. Per trentacinque anni ha vissuto, lottato, discusso, partecipato con Serena nel percorso politico e umano che li ha accomunati. Un’esperienza di vita e di amore che sarebbe stato assurdo separare.
La loro biblioteca comprende più di mille libri, molto materiale cartaceo, digitale e fotografico, che raccontano di lotte, viaggi, relazioni, amicizie, amori, complicità, conflittualità e rivoluzione. Abbiamo cominciato questo lavoro con tristezza e un senso di vuoto lasciato dalla perdita di una amica e compagna, ma anche con l’entusiasmo e il piacere di realizzare un’impresa, quella di curare e rafforzare una memoria storica troppo preziosa per essere seppellita o dimenticata, affinché le donne e gli uomini di domani possano usarla per colmare l’assenza di lotte con un nuovo spirito di rivoluzione.

 

Come è organizzato il fondo:

Materiale monografico e periodici
Le riviste e il migliaio e mezzo di libri di Serena e Antonio erano ben tenuti nello studio di Serena a Milano su scaffali di legno che andavano fino al soffitto. Già divisi per tematiche di interesse, non era difficile, nemmeno per un occhio esterno, avere un’idea generale del contenuto delle librerie. Per valorizzare l’intenzione personale e politica con la quale Serena aveva ordinato i libri, abbiamo deciso di mantenerli il più possibile nello stesso ordine in cui erano sistemati.
Abbiamo dunque optato per non classificare i libri in ambiti tematici, ma di procedere ad una catalogazione basata su una semplice numerazione progressiva che restituisse l’andamento degli scaffali originali.Il codice con cui si distingue il fondo “Serena Boeri – Antonio Poletto” all’interno dell’Archivio Primo Moroni è “P10/” seguito dal numero assegnato alla singola monografia.I periodici sono stati catalogati con il codice “P10.01/”, seguito dal numero assegnato alla testata (indipendentemente da quanti numeri della testata sono posseduti e se fossero già presenti all’Archivio Primo Moroni). Le 73 testate sono principalmente di movimento e di controinformazione (di un lasso di tempo che va dal 1960 agli anni 2000), salvo diversi numeri singoli di periodici mainstream, custoditi perché di interesse specifico per l’argomento trattato in quel preciso numero. Uno per tutti: l’edizione straordinaria de La Repubblica del 16 marzo 1978 dal titolo “Moro rapito dalle Brigate rosse”.Il fondo monografico è costituito principalmente da saggi, per la maggior parte di natura politica, ma non manca la letteratura, che è soprattutto narrativa che segue lo stesso interesse della saggistica, in più di circa 200 romanzi vari e un’esigua sezione di poesia, fumetti e grandi classici.Il centinaio di saggi femministi e di storia delle donne (dai classici degli anni ‘60/‘70 come “Noi e il nostro corpo” del Boston Women’s health book collective alla recente pubblicazione “Il calibano e la strega” di Silvia Federici passando per alcuni documenti politici relativi ad attività di vari gruppi femministi) è seguito poco più in là da un’ampia sezione di circa trecento romanzi di scrittrici donne. La narrativa di questa sezione, che comprende un’attenzione per le scrittrici migranti in Italia, è composta dai classici della letteratura femminista e da (auto)biografie di donne di qui e d’altrove.

Vi sono una settantina di saggi dedicati alle lotte in America Latina: lotte di liberazione nazionale, guerriglie, rivoluzioni e i loro protagonisti (in particolare: Cuba e Nicaragua), ai quali si integrano una cinquantina di romanzi di autori e autrici latinoamericane.
I viaggi di Serena e Antonio hanno influenzato in modo evidente la consistenza del fondo, facendo arrivare moltissimi libri in lingua spagnola (oltre a qualche titolo in francese e inglese). Il costante desiderio di condivisione aveva anche portato Serena a donare parte di questo patrimonio a delle compagne che avevano il progetto di creare una biblioteca latinoamericana a Milano. Purtroppo quel progetto è sfumato, ma alcuni di questi libri li abbiamo recuperati e verranno catalogati.

Corposa è la sezione di libri, circa 300, dedicati alla lotta di classe in Italia, alla teoria e prassi marxista-leninista, alle lotte e movimenti anni ‘60/’70 a Milano e in Italia, alle organizzazioni armate, alle Repubbliche comuniste, al sindacalismo, ecc. Sono incluse sia le pubblicazioni originali pubblicate negli anni ‘60/’70/’80, sia le analisi e resoconti storici prodotti in seguito. Attorno a queste stesse tematiche ruota gran parte della raccolta dei periodici.

Nonostante la scelta di mantenere la libreria come l’aveva conservata Serena stessa, e l’impossibilità quindi di classificarla per temi – cosa peraltro di relativo interesse in un archivio – abbiamo deciso che poter fare una ricerca tematica, sul catalogo online, fosse molto utile. Fare un’indicizzazione con dei soggetti precisi era un lavoro biblioteconomico troppo complesso e lungo, già che i parametri di soggettazione sono astrusi, oltre a non avere la nostra tensione politica. Abbiamo dunque optato per creare un thesaurus ad hoc: un corpus di parole che rispecchiavano i temi dei libri che man mano catalogavamo, cercando di essere accurate e allo stesso tempo inclusive dei vari libri di tematiche simili. Già che creato soggettivamente, il thesaurus ha dato adito a interessanti discussioni fra di noi, poiché ogni parola scelta è una scelta politica.

il Thesaurus del Fondo

Serena aveva altri libri che per svariate ragioni non sono nel fondo. Taluni perché Serena stessa li ha donati ad altre/i (come tutti i libri e cataloghi di arte e fotografia e svariati saggi principalmente a tematica femminista), altri perché abbiamo deciso, per ragioni di spazio o per volere suo, di non mantenere nel fondo. Per mantenere un’ idea complessiva degli interessi di Serena e Antonio ci fa piacere segnalare che tipologia di libri non abbiamo conservato: enciclopedia medica, libri di cucina, libri di botanica (giardinaggio, fiori, erbe), dizionari, libri per imparare lingue straniere (principalmente lo spagnolo), guide turistiche e di trekking, guide finanziarie, manuali di fai-da-te, parte dei fumetti, romanzi gialli e thriller. A proposito di romanzi, possiamo dire che abbiamo conservato molti libri di narrativa, ma alcuni, soprattutto i “grandi classici della letteratura”, che non sono rari né di natura politica, non hanno molta ragione d’essere in un archivio. Il conservarli è stata una “scelta non scelta” dettata da questioni logistiche urgenti che non ci hanno dato il tempo di prendere una reale decisione in merito. Per questo motivo, e per motivi di spazio, alcuni romanzi sono ora esposti in doppia fila, e non escludiamo l’opzione che un giorno l’APM decida di trovargli un’altra sistemazione.

Il materiale librario è a disposizione di chiunque ne faccia richiesta, una realtà resa possibile grazie all’impulso dato da Serena, per la quale la condivisione – anche del sapere – era al centro della sua pratica politica.

materiale grigio
Il materiale grigio cartaceo è raccolto in diversi scatoloni, suddivisi per macro temi, ed è composto principalmente da materiali prodotti dal C.S.O.A. Garibaldi (oppure solo circolati al suo interno per alimentare dibattito e discussione) dagli anni ’80 fino agli anni 2000 e al definitivo sgombero del 2007. Si tratta di volantini, locandine, relazioni sui progetti interni alle attività del centro sociale oppure lavori di inchiesta sul territorio; materiali di analisi su scuola e università, lavoro e non lavoro, lotta per la casa, guerra ed immigrazione, carcere e repressione; materiali antifascisti ed internazionalisti. Un’altra parte cospicua del materiale grigio è costituita da materiali prodotti dal collettivo femminista Baba Jaga, attivo dal 1994 ai primi anni 2000, ed in generale da documenti raccolti sotto il tema femminismo e donne.

Il materiale grigio digitale presenta la stessa composizione tematica, con la caratteristica aggiunta di annoverare anche materiali più recenti, fino al 2018, tra cui testi di approfondimento scelti da Serena nelle sue ricerche su guerra, Eni e saccheggio delle risorse oppure su spazio urbano e gentrificazione; volantini e manifesti del gruppo Donne in cammino.

Il materiale fotografico cartaceo e digitale è composto da fotografie di iniziative politiche, quali cortei e mobilitazioni su tematiche antirazziste, antifasciste o antimilitariste in varie città italiane degli anni ’90; manifestazioni e incontri assembleari femministi sempre degli anni ’90; incontri internazionalisti e brigate di lavoro in Salvador, Nicaragua, Cuba degli anni ’80. Sono raccolte anche alcune fotografie personali di Serena e Antonio, con momenti della loro vita e soprattutto di alcuni dei loro viaggi in giro per il mondo.

materiale video
Nello studio della casa di Serena e Antonio tra i libri e le riviste, negli ultimi scaffali in basso, erano riposti i contenitori delle videocassette. Le scatole, numerate, contenevano sia la videoteca del Garibaldi, sgomberato nel 2007, sia altre VHS di film documentari e di finzione.

Così come la libreria, la videoteca di Serena e Antonio è un continuo richiamo alla letteratura, alla controinformazione, all’impegno politico, alla conoscenza e denota un uso dei film e dei documentari come strumento di racconto, di testimonianza.
La peculiarità dell’archivio sta soprattutto nei filmati militanti, sia prodotti da associazioni e centri sociali, sia direttamente girati dai compagni del Garibaldi nelle diverse iniziative promosse in un arco di tempo che va dai primi anni ’90 alla prima decade del 2000, ovvero dal viaggio di solidarietà in Salvador, Nicaragua e Cuba del 1990 alle ruspe che distruggono gli alberi dell’orto botanico prima dello sgombero.

Con sorpresa sono stati trovati appunti scritti a mano, questa volta solo da Serena che aveva probabilmente passato in rassegna i video e puntualmente segnalato dove compariva Antonio.

Come nella sequenza iniziale del film di Ken Loach “Land of Freedom” del 1995, il patrimonio custodito da Serena e Antonio ci riporta nel Novecento nelle sue lotte, nelle ragioni stesse delle lotte e del loro svolgersi durante il secolo vecchio e quello nuovo. Un filo rosso che continua a svolgersi.

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