09 Settembre 2024 – ore 20,30
FREE Leonard Peltier
Proiezione del documentario: Mitakuye Oyasin (Tutto è connesso) – La storia di Leonard Peltier di Andrea Galafassi (2024, 54 min.)
Conversazione con Andrea De Lotto, del Comitato di difesa Leonard Peltier
Giovedì 12 settembre l’attivista per i diritti dei popoli nativi Leonard Peltier compirà ottant’anni, 49 dei quali passati nei penitenziari USA.
Leonard Peltier, membro della tribù Lakota, nacque nella riserva di Turtle Mountain (North Dakota) e fu coinvolto fin da giovane nell’American Indian Movement (AIM), un’organizzazione fondata nel luglio 1968 a Minneapolis (Minnesota) per difendere i diritti dei nativi americani negli Stati Uniti, con la quale partecipò anche all’occupazione del villaggio di Wounded Knee nel febbraio 1973.
Nel giugno 1975, presso la riserva di Pine Ridge (la più importante riserva sioux), nel quadro di una prolungata ondata di terrore ritorsivo contro i ribelli di Wounded Knee costata la vita a un’ottantina di militanti, due agenti speciali dell’FBI morirono in uno scontro a fuoco. Per la loro uccisione Peltier fu condannato a due ergastoli, nonostante l’inconsistenza delle prove a carico e una serie di irregolarità processuali, fra cui il fatto che la giuria fosse formata da soli bianchi, che il processo fosse celebrato a Fargo, città storicamente ostile agl’indiani, e che a presiederlo fosse un giudice noto per il suo razzismo.
Nonostante la smentita della prova balistica, nel 1986 la sentenza di condanna viene confermata. Nel 1993 la Commissione per la libertà condizionata rifiuta una domanda di scarcerazione. Durante l’udienza tenutasi nel 1995, dove Peltier viene difeso dall’ex ministro della giustizia Ramsey Clark, il procuratore Lynn Crook ammette che «non esistono prove contro Leonard Peltier», mentre di recente James H.
Reynolds, ex procuratore statunitense, nonché pubblico ministero nel processo a carico di Peltier, rivolgendosi al Presidente degli Stati Uniti Biden ha dichiarato: «Con il tempo e col senno di poi, mi sono
reso conto che il procedimento giudiziario e la lunga incarcerazione del signor Peltier erano e sono ingiusti».
A quasi cinquant’anni di distanza, risulta che il vero crimine del prigioniero 89637-132 è quello di essere un indiano e di aver difeso i diritti fondamentali di quei popoli autoctoni verso i quali gli Stati Uniti d’America non hanno mai lesinato il piombo.