02 Novembre 2014 – ore 11,00
01 Novembre 2014 – ore 17,00
Presentazione INCROCIATA dei romanzi
– “Anime Nere” (Gioacchino Criaco)
– “La zecca e la malacarne” (Pino Tripodi)
a seguire, rinfresco terronico
Contro il Savianesimo, contro la “questione meridionale” e contro quella “settentrionale”, lungo le non segnate vie dell’Abolizionismo e della Critica. Perché, come già ben si sapeva nelle taverne del “Dissent” londinese frequentate da William Blake, “Legalità è una frode e suo figlio Civiltà, nonostante il suo aspetto melenso, non è che un ipocrita e non può aiutarti”.
Gioacchino Criaco, “Anime Nere”, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 2008
Le peripezie, gl’incontri e i “traffici” di tre ragazzi calabresi bramosi di conquistare una vita diversa da quella ricevuta in dote, dall’Aspromonte a Milano e su per le strade d’Europa. “Anime Nere” è l’opera prima dello scrittore Gioacchino Criaco che, dopo l’ottima accoglienza ricevuta in Francia, quest’anno è stata tradotta in pellicola coll’omonimo film diretto da Francesco Munzi, in concorso alla 71ª Mostra del Cinema di Venezia e alla 14ª edizione del Toronto International Film Festival.
Pino Tripodi, “La zecca e la malacarne”, prefazione di Alessandro Dal Lago, Milieu, Milano, 2014
“Se vogliamo cambiare qualcosa del mondo dobbiamo trovare le parole adatte”, viene detto all’inizio del romanzo. “La scelta del registro narrativo deriva dall’esigenza di montare racconto e pensieri in una forma che si potrebbe definire del presente prossimo. Non esiste nella grammatica della lingua un tempo così chiamato, ma nella letteratura il presente prossimo ha la funzione di evitare le trappole della consolazione, del romanzo storico e della descrizione del tempo – passato e presente – come momento già speso nel rotocalco della cronaca e della memoria. Il presente prossimo non reinventa mitologicamente un passato né cristallizza un presente. Scruta il presente che arriva, gli fornisce una possibilità” (l’Autore). Questo romanzo “fa rivivere le trame di un’intera società e offre una riflessione in profondità su ciò che costituisce il fondamento del crimine organizzato. […] Un libro che parla di una società in cui l’interesse privato è ormai il solo criterio legittimo di valore” (Alessandro Dal Lago).