17 Maggio 2017
Il Collettivo di lavoro sulla guerra organizza un incontro su: LE MISSIONI MILITARI ITALIANE ALL’ESTERO
Parte Prima
Parte Seconda
L’Italia è in guerra a pieno titolo, fa parte del pugno di nazioni che vendono armi a Paesi in guerra e che spediscono soldati per il Pianeta, occultando la reale natura della partecipazione alle imprese belliche, definite missioni di “pace” Il nemico non è, no non è oltre la tua frontiera; il nemico non è, no non è oltre la tua trincea (Enzo Jannacci)
Dal 2007 il capitalismo è entrato in una crisi generale e internazionale che sta modificando gli equilibri e le gerarchie tra gli Stati. La competizione economico-finanziaria, la ricerca di profitti, la lotta per il controllo delle materie prime e di forza lavoro prospettano un teatro bellico senza confini e senza limiti, che rende permanente la guerra allargandola a tutto il Pianeta. Una guerra che è anche ”controrivoluzione preventiva”. Se crisi, competizione economica e militare, aumento delle spese militari, immigrazione di massa hanno un’evidente ricaduta sul peggioramento delle condizioni delle classi subalterne, meno immediatamente evidente è la loro correlazione con il progressivo restringersi della democrazia formale e degli spazi di agibilità politica e sindacale, con il controllo sempre più invasivo dello spazio urbano. Sbarre, recinzioni, telecamere, mezzi dell’esercito per le strade fanno ormai parte del nostro ambiente quotidiano. Il nemico non è, no non è oltre la tua frontiera; il nemico non è, no non è oltre la tua trincea / il nemico è qui tra noi, mangia come noi, parla come noi, dorme come noi, pensa come noi ma è diverso da noi. / Il nemico è chi sfrutta il lavoro e la vita del suo fratello; / il nemico è chi ruba il pane il pane e la fatica del suo compagno; / il nemico è colui che vuole il monumento per le vittime da lui volute / e ruba il pane per fare altri cannoni / e non fa le scuole e non fa gli ospedali / e non fa le scuole per pagare i generali, quei generali / quei generali per un’altra guerra… (Enzo Jannacci, Il monumento, 1975, in: Quelli che…)