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MERCATO + PRANZO

07 Febbraio 2010 – dalle 14.00

Torna il mercato di prodotti biologici di Cox18

Il mercatino è aperto a tutte le realtà che operano nella produzione del biologico per esposizione e vendita di prodotti biologici alimentari o di trasformazione biologica in altri prodotti di consumo.
Contest di cucina all’ora di pranzo:
Coox18SoulKitchen (Naviglio’s specialities)
vs
Ass. Primo Moroni di Bologna (la cucina emiliana del Casone, Monticelli)
chiamare per prenotazione al numero 0258105688, oppure scrivere a cox18@inventati.org

SlamX: Dente, F. Dragogna, E. Gabrielli, F Punto

SLAMX_XXIV_maggio

05 Febbraio 2010
VENERDÌ 5 FEBBRAIO
Dalle 21.00 PIAZZA XXIV MAGGIO
CAUSA MALTEMPO, SI RESTA IN COX18 VI ASPETTIAMO IN VIA CONCHETTA 18, A PARTIRE DALLE 22.00!

Agenzia X – idee per la condivisione dei saperi

presenta
Slam X
Reading, performance e letture
Per fare rivoluzione servono belle parole
Venerdì 5 febbraio 2010 dalle h 22 ritorna Slam X, il festival di reading e performance organizzato da Agenzia X, per una serata all’insegna delle parole e delle note contro l’invasione conformista che sta dilagando a Milano.
Una scelta di artisti che rappresentano stili, sensibilità e opinioni differenti, ma pronti a salire sul palco per difendere un’altra idea di città.
Questo appuntamento di Slam X s’inserisce nel ciclo d’iniziative proposte dal centro sociale COX18, che già aveva ospitato la prima edizione del festival a fine novembre scorso, a un anno di distanza dall’ultimo sgombero

PROGRAMMA:
dalle 22.00
prima presentazione milanese di Non dimenticare la rabbia – storie di stadio strada piazza (Agenzia X, 2009) di Marco Capoccetti Boccia, con l’autore e Marco Philopat e reading teatrale di un estratto interpretato da Alberto Torquati
a seguire performance live

– Dente
– Federico Dragogna (Ministri)
– Enrico Gabrielli (Calibro 35 e Mariposa)
– F Punto

Non dimenticare la rabbia – Storie di stadio strada piazza

di Marco Capoccetti Boccia

Sciarpe nascoste, passo veloce, cinte alle mani. Nessuno di noi ha più di vent’anni, di cui almeno due passati a fare scontri, allo stadio e nelle strade. Siamo i migliori della nostra generazione. Non accettiamo compromessi con nessuno. Né con la società, né con i capotifosi ormai omologati. Siamo noi il futuro della curva.

Narrate come una mitologia segreta, gridate dalla voce di un ultrà, scandite come slogan di un corteo, queste pagine raccontano senza filtri storie furibonde, fissate dall’urgenza del vissuto, con il linguaggio ruvido della strada: scontri durissimi, utopie resistenti, ferite ancora aperte e amori randagi.

Il protagonista, caparbio eroe romantico della sconfitta, combatte corpo a corpo per difendere i suoi ideali dal conformismo dilagante e dall’intolleranza virulenta che minaccia il mondo che più ama: lo stadio, le periferie, le roccaforti dei ribelli.
Un romanzo a finestre ricco d’azione e suspense, che spazia tra il centro di Roma preso d’assalto, una Milano livida come una trappola mortale, una trasferta in una Belfast in fiamme.

Marco Capoccetti Boccia è nato a Roma, dove vive e lavora. Non dimenticare la rabbia è il suo primo libro.

Raccontare la differenza

04 Febbraio 2010 – 21,30

presso il salone dell’USI
viale Bligny 22
Nell’ambito della rassegna “22/13 Milano resiste”
RACCONTARE LA DIFFERENZA
Partecipano:
Aldo e Natascia (Animanera)
Barbara Toma (Danza)
Cristina Negro (Takla Group)
Danio Manfredini
Paolo Tarozzi Verbini
Teatri Resistenti
e le realtà occupate, autogestite e sociali di Milano

Un anno fa, le sale dell’USI ospitavano assemblee e riunioni contro lo sgombero di Cox 18. Oggi è questa sede “storica” del sindacalismo libertario ad avere bisogno di solidarietà, preda com’è degli appetiti speculativi della Bocconi, che recentemente ha ottenuto una sentenza penale che condanna i compagni dell’USI per il reato di occupazione abusiva e ha richiesto un risarcimento in sede civile per l’astronomica cifra di cinque milioni di euro, somma che supera quanto pagato dalla Bocconi stessa al Comune per l’acquisto dell’intero immobile.

In questa serata di lotta e solidarietà con l’USI, i gruppi e le singolarità teatrali che da oltre vent’anni ne usano gli spazi per svolgere prove e allestire spettacoli, in un regime di autogestione e condivisione, offriranno saggi, performance, danze e parole per dare conto di una esperienza che ha consentito una libera possibilità di espressione creativa che non ha eguali in Milano, città tanto avara di libertà e creatività, quanto prodiga di denunce, procedimenti penali e sgomberi.

Tra un’esecuzione teatrale e l’altra, le realtà occupate, autogestite e sociali che oggi si trovano sotto attacco – cioè praticamente TUTTE le realtà presenti in città – racconteranno quella Milano differente che con la loro attività hanno contribuito a fare esistere, hanno incrociato nei suoi bisogni, contraddizioni e desideri. Quella Milano che si vuole fare scomparire, sostituendola con una “piattaforma logistico-speculativa” i cui movimenti siano solo quelli del denaro, anche a costo di fare scomparire vite e storie.

firma l’appello da inviare alla Bocconi:

C.S.O.A. COX18

Dressed In Pink – thé e torte e delizie

31 Gennaio 2010

Dressed In Pink – thé e torte e delizie

All’interno del programma “22 – 13 Cox18 Milano Resiste” , Pinkitchen propone una gustosa merenda rosa shocking con thé, torte e delizie assortite… per palati vegetariani, vegani e non!

DJ set a cura dei Verbania Boys

Small Jackets + The Sade

30 GENNAIO 2010 – dalle 23.00

Night For The Deaf presenta: Small Jackets + The Sade
special guest: DJ Fossile (nothin over ’79)

Gli Small Jackets sono una delle migliori live band italiane in ambito (hard) rock and roll. Il loro suono prende ispirazione da quel filone che, partendo da formazioni dei
primi ’70 come Humble Pie e Faces, attraversa i ’90 con i Black Crowes ed arriva
ai giorni nostri abbracciando la scena street/hi-energy rock di apprezzate band come Hardcore Superstars e Hellacopters.

In Cox presentano il loro terzo album “Cheap Tequila” uscito pochi mesi fa. Apriranno la serata i The Sade, power trio di recente formazione, fautori di un
suono a metà tra detroit sound (MC5, Stooges, Sonic Rendez-Vous) e punk&roll depravato.

Roberto Silvi, “La memoria e l’oblio”

29 GENNAIO 2010

dalle 19.00
– Aperitivo-buffet
– Presentazione del libro di ROBERTO SILVI, La memoria e l’oblio (Colibrì edizioni, 2009)
– Proiezione di:

Le ragioni dell’altro di Roberto Silvi e Cecilia Calvi (pièce teatrale rappresentata a Roma nell’aprile 2008)
Breve video liberamente tratto da ‘A Livella di Totò (interpreti: Roberto, Oreste e Andrea De Luca)
Un video tratto dal materiale girato alla Rote Fabrik di Zurigo, in occasione del convegno organizzato insieme a Primo Moroni, nel maggio 1997, sulle varie esperienza di lotta, militanza e rivoluzione in Europa.

I testi di Roberto che andiamo a presentare sono pieni di quella energia vitale che, all’epoca, gli fece superare un periodo di grave crisi politica, esistenziale, personale e collettiva, e che lo ha sostenuto e animato negli ultimi anni di vita.
Di questa energia, che ha alimentato la sua capacità critica e la sua volontà di ricerca, e che è anche la nostra, pensiamo ci sia oggi un grande bisogno.
La serata è pensata anche e soprattutto per stare insieme e discutere intorno ai temi proposti dal libro, che sarà presentato da Janie Lacoste, Paola Silvi, Ermanno Gallo, Oreste Scalzone e Ada Negroni.

ROBERTO SILVI, La memoria e l’oblio (Colibrì edizioni, 2009)

Il volume si apre con “La memoria e l’oblio”, testo scritto in carcere nel 1992, che sul filo della memoria personale ripercorre la fine tragica dei movimenti di critica radicale degli anni 70’ a Napoli.

Sul fondo d’una città profondamente segnata, emergono i ritratti inediti di suoi compagni Sergio Romeo e Alberto Buonoconto, morti durante la loro militanza, giovani esistenze che come molte altre furono travolte da un consapevole impegno politico totalizzante.

Segue un secondo testo, scritto nel 1982: “Shakespeare e il ciabattino”, dialogo con il saggio di Albert Camus, “L’uomo in rivolta” che gli fornisce gli strumenti etici e esistenziale per superare questa sconfitta collettiva e personale, e rifondare una vita di rivolta lucida e di resistenza solidale infaticabile.

Testi documentari e fotografie chiariscono il contesto politico e culturale dell’epoca.

Fatti di Cronaca

22-13_lowFattiDi Cronaca:V.Cinaschi,F.Orselli,M.Speroni_28-01-10

28 GENNAIO 2010

Presentazione del concorso Milan noir e giald

“Fatti di Cronaca”
Storie liberamente tratte da esperienze di vita propria e altrui, raccontate in filigrana con il filtro della vera emozione
Vincenzo Costantino Cinaski, Folco Orselli, Matteo Speroni

Un giornalista, in maniera caustica e tremendamente sincera, affronterà le storie che hanno caratterizzato il vivere quotidiano e sociale di questo paese ma anche del mondo intero.
Il tutto accompagnato alla chitarra acidamente blues di Folco Orselli, cantautore di Milano, già noto alla cronaca rossa come il suo conto in banca e agli ultimi avventori notturni dei suoi dopoconcerti, che produrrà le sue storie e visioni in musica, raccontando sogni tramutati in realtà e realtà ai confini del sogno.
Il terzo litigante tra i due, ma che non ha niente di cui godere, è il
poetador Vincenzo Costantino Cinaski, che attraverso le sue poesie e i suoi racconti cercherà di mantenere unita la voglia di raccontare le paure che la libertà produce e la volontà eterna di raggiungerla.
Questi tre nipoti di Bakunin cercheranno di fare pace con i tre nipoti di Paperino che convivono in ognuno di noi per dare vita ad una serata di poesia , musica e comunicazione di grande qualità.

ABOLIRE L’EGASTOLO

25 GENNAIO 2010

ABOLIRE L’ERGASTOLO
nell’ambito del programma “22 – 13 COX18 MILANO RESISTE”
Giuliano Capecchi (Associazione Liberarsi)
Nicola Valentino (Cooperativa Editoriale Sensibili alle Foglie)
presentano:
L’assassino dei sogni, di Carmelo Musumeci (Ed. Biblioteca dell’evasione, 2009 )
L’ergastolo dall’inizio alla fine, di Nicola Valentino (Ed. Sensibili alle Foglie, 2009)

In un’era in cui il giudizio domina la comprensione, i conflitti sociali e il disagio diventano oggetti del diritto penale, l’istituto dell’ergastolo assume la funzione simbolica della giustizia infinita. Simbolo e monito per i più, a spese di vite svuotate della loro storia e bollate come ‘criminali’, ‘colpevoli’, degne solo di un rimorso rabbioso. L’antro del sentimento in cui non si vorrebbe mai precipitare.

Figlio della schiavitù, il carcere finisce così il suo giro tra gli equilibri e le compatibilità del reiserimento sociale e torna, se possibile peggio, ad essere una condanna a vita, senza appello.

L’astrazione del reo genera diffidenza, indifferenza, reifica la colpa che merita la punizione. Quindi il primo muro (il nostro muro) è la distanza con le cose. Il primo passo è la conoscenza.

campagna per l’abolizione dell’ergastolo

sezione abolizionista dell’Archivio Primo Moroni

 

L’Assassino dei Sogni è un libro diretto, coinvolgente, che parla al cuore e fa aprire gli occhi. È una raccolta di racconti, fiabe, resoconti quotidiani tratti da un diario, ballate e quant’altro, che attingono tutti dalla realtà. E la realtà in questo caso è fatta di sbarre e cemento. Carmelo Musumeci nasce il 27 luglio 1955 ad Aci S. Antonio, in provincia di Catania. Condannato all’ergastolo, si trova nel carcere di Spoleto. Ha scontato finora 20 anni. La sua famiglia vive in Toscana, oltre alla compagna ha due figli e due nipotini. Ama definirli “la luce dell’uomo ombra”. Entrato con la licenza elementare, all’Asinara, in regime di 41bis, riprende gli studi e da autodidatta termina le scuole superiori. Nel 2005 si laurea in giurisprudenza con una tesi dal titolo: “Vivere l’ergastolo”. Attualmente è iscritto all’università di Perugia al corso di laurea specialistica: gli mancano 6 esami per concludere.

È promotore della campagna “Mai dire mai” per l’abolizione dell’ergastolo.

La fine dell’ergastolo non ha la stessa liturgia del suo inizio, quella che viene costruita con la sentenza di condanna. Il fine pena passa inosservato fra le cartelle della burocrazia penale, non è scritto a chiare lettere, al punto che non capisci se ti stia accadendo davvero. La “pena di schiavitù” – come Cesare Beccaria definì l’ergastolo quando lo propose come alternativa alla pena di morte – pur se esaurita, resta nel corpo del condannato come un marchio indelebile. Ma la torsione dell’ergastolano e la sua sopravvivenza alla condanna non sono un fatto privato. Poiché implicano e coinvolgono tutta la sua rete amicale, familiare, lavorativa e affettiva, esse investono ampie fasce sociali. Perciò, questo libro, attraverso l’esperienza dell’ergastolo vissuta dall’autore, le testimonianze dirette e gli scritti di ergastolani d’ogni tempo, pone una domanda essenziale: puòò la nostra società, con un guizzo di civiltà, liberarsi di questo residuo di schiavitù?

ROSSOPANE

23 GENNAIO 2010

ROSSOPANE – COX18 MILANO RESISTE 22 13
p r e s e n t a z i o n e 
 # 4 r o s s o p a n e
CIRCO 
E 
FIERA 
DI 
QUEL 
CHE 
ACCADE 
QUI
DJSETTERS
 E 
IL 
FELICE 
FACCIAMO 
TUTTO 
DI 
ROSSOPANE

enrico
e
l’hymalaya.robi
l’italiano
al
leo.cliamte
justice
action.alex
foti.naga.iran
e
l’onda
 verde.provocoazioni.compagnia
 teatro
 della
 fretta.rossopane
 parla
 di
 rossopane.a.t.i.r.cox18.calusca.archivio
 primo
 moroni.ubi
 broki.le
 alici.asilo
 e
 la
 costituzione.le
 froce.la
 froge.magliette
 di
 naki.pensieri
 di
 iori.aut
art.sciame.compagnia
 di
 danza
 fattoria
 vittadini.compagnia
 delle
 furie.blues
 men.i
 jazzisti
 del
 vicolo
 dei
 lavandai.roberta
 con
 il
 piffero
 a
 suonare
 il
 tango
 e
 vivaldi.l’islam
 all’ortomercato.lifegate
 no.milano
 x.agenzia
 x.xxx.il
 tube
 autogestito.il
sud
del
 mondo.una
drag
 queen
sola
e
truccata
da
maura.due
drag
 queen
 sole
 acconciate
 da
 mariasole.presentazione
 del
 #4rossopane.casa
strasse.tonno
 e
 il
 suo
 koala.che
 cos’è
 il
 teatrodanza.l’amicizia
 è
 importante.biblioteca
vivente.ingresso
a
sottoscrizione.palline
dell’ikea.banane
e
 telefoni.rap
 d’oltreoceano.angolo
 della
 tisana.we
 could
 be
 lovers.economisti
 a
 confronto.disegni
d’aria.inviti
falsi.rossopane.ikea
signiDica
“fai
da
te”.DIY
(?)
!!!

info
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info@rossopane.org
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oppure
www.rossopane.org
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o p p u r e 
 g o o g l e u s .

2015.
 E’
 giunta
 l’ora.
 La
 
 Moratti
 ce l’ha
 fatta,
 tutti
 i
 riDlettori
 sono
 puntati
 su
 Milano.
 A
 qualcuno
 piace chiamarla
 la
 capitale della moda,
 o
 dell’architettura,
 o
 vantarsi
 della
 sua
internazionalità,
e
 in
 fondo
 come
 dargli
 torto?
 Sono
 tutti
 questi
 fattori
 infatti
 ad
 aver
 contribuito
 alla preparazione
 dell’Expo.
Con
 il
 patrocinio
di
 Armani
 e
 la
 supervisione
 di
 Art
 Attack,
grazie
 a
 una
 task
force
 formata
 da
 immigrati
 e precari
senza alternativa,
 maDia
 e
 architetti
 arrivisti,
tutti
 i
 cantieri
 a cielo
aperto
(…tutti)
sono
stati
 rattoppati
 con
cartapesta
 e
 forbici
con
la
punta
 arrotondata.
 Milano
splende come
 un
gioiellino
 di
 cemento.
Niente kebab,
 niente bici,
 niente
 birre
 per
 strada,
niente
 musica alta…l’epurazione
 è
 riuscita
 talmente bene che
 l’Expo
si
svolge
 in
 una
 città
 dimezzata.
Gli
unici
 rumori
 che
 si
sentono
 sono
quelli
del
 trafDico
e
 delle
 sirene
 coprifuoco
 per
 la
 sera.

Rimangono
solo
gli
 over
40,
 i
 ricconi
 cocainomani,

qualche
 cane
randagio
e
 qualche
 turista
 giapponese.
A
 niente
 sono
valsi
 le
 proteste
 e
 i
 
 tentativi
 di
 attivisti
 e
 artisti
 milanesi
 per
 evitare
 di
 essere espropriati
 della
 loro
 stessa
 città:
 I
 Ministri
 hanno
suonato
 nudi
 davanti
 a
 Palazzo
 Marino;
 i
 vecchietti
 del
 Bellezza si
 sono
incatenati
 alla
 pista
 della
 balera;
 Lella
 Costa
 ha
 promesso
 di
 votare
 la
 Lega
 in
 cambio
 di
 più
 spazi
 verdi.Anche
rossopane
ha
 tentato
di
dare
 un
suo
contributo
alla
 lotta,
in
primo
 luogo
ritirandosi
 in
campagna
 da una zia
 (rossopane
 crede
 nella
 partecipazione
 e nella condivisione,
anche
 dei
 parenti),
 a
chiedersi
 “Che
 cos’è
 fare
 cultura?”.
 Ogni
 pagnotta

ha
 declinato
 l’interrogativo
 a
 modo
suo,
c’è
 chi

tra
 un
 libro
 di
 Vittorini
 e
uno
di
Pasolini
 si
 è
 chiesto
“Qual
è
 il
 ruolo
dell’intellettuale
 nella
società?”,
 e
 chi

l’
 ha
 interpretato
 come
 “occupa
 la
 biblioteca
 della
 zia
 perché
 la
 cultura
 deve
 essere
 fruibile
 da
 tutti”.
 Ad
ogni
 modo
tutto
 rossopane è
 giunto
alla
 conclusione
 più
ovvia,
 ma
che
 nessuno
aveva
 osato
 mettere in
pratica.
Se
 fare
 cultura
 implica
 arrivare
 al
maggior
numero
di
 persone
 e
 
con
 strumenti
 efDicaci,
allora
 la televisione
 deve
 fare cultura.
 Già.
 Rossopane
deve
 servirsi
 della
 televisione.
Vero.
 Ma
 Come?…Partecipando
al
 Grande
 Fratello!
 (o
okkupandolo,
 come
 si
 è lasciato
 credere
 a
 Nura).
Ma
 neanche
 questo
 è
 servito,
e
 rossopane
 dopo
aver
cercato
di
 introdurre
il
 diy,
la
 pratica di
 battersi
 il
cinque
 alto
per
ogni
 cosa e
 mille
 appelli
 per
 salvare Milano
in
 diretta su
 canale 5,
è
stato
 sbattuto
fuori
 dalla
 casa in
 blocco
 per
 ubriachezza
 molesta.
 E
 così,
 infrante
 tutte
 le
 speranze
 (diffondere il
verbo
 nel
Belpaese,
vincere
 il
 Grande
 Fratello
e
 scappare
 in
Giamaica coi
 soldi,
ma anche
 banalmente
 avere
 una
 casa
 senza
 pagare
 l’afDitto),
i
 rossopanini
hanno
raggiunto
il
 resto
della
 comunità attivista
cultural
 milanese,
che
si
 è rintanata a
 vivere
 alle porte
di
 Milano
nell’unico
cantiere dimenticato
aperto
 e
 l’unico
dove
 si
prenda
 il
 wireless
 a
 scrocco,
quello
di
 Santa Giulia. 
La
Moratti
 nel
frattempo
è
 felice
 come
 una
 pasqua.
Potrebbe
 essere
 in
pensione,
e invece
 è
il
sindaco
di
 una
 città.

Si
parla
 di
 Milano
 su
 tutti
 i
giornali
 esteri
 (come
 non
importa,
 l’importante
 è apparire
 come
 ben
insegna
 il
 folklore
 politico
dominante).
 Ha una storia
 segreta
 con
De Corato,
anche
 se
 litigano
spesso
perché
 lui
 chiude
 sempre
 tutte
 le
 porte
 e
 costruisce
 trincee
 con
 le
 sedie
 del
 salotto.
 Ha
 raggiunto
 tutti
 i
 traguardi
 che
 si
 era
 preDissata
 ed
 ha
 appena
 pubblicato
una
 biograDia
 dal
 titolo
“O
 la
 va
 o
 la
 spacca”.
 E’
 talmente
 attenta
 alle
 esigenze
 della sua
 città
 e
 va
 talmente tanto
 in
 giro
 che manco
 si
 è accorta
 che
 Milano
 sembra un
 ipermercato
 spagnolo
 nell’ora della
 siesta.
 Non
c’è
 più
 nessuno
 a
 romperle
 le
 balle,
e
 questo
 basta
 e
 avanza.
 Tra
 i
 parcheggi
 e
 le
 “soluzioni
 abitative”
 di
 Santa
 Giulia
 intanto
 la
 situazione
 non
 è
 delle più
 confortevoli:
 è
 quasi
 Dinita
 la
 vodka,
 e
 il