14 Agosto 2008
KLEOPATRA J plays funk
Dalle ore 21 alle 00 in cortile
Dalle 00 alle 03.00 all’interno
La serata è anche un omaggio al re del SOUL scomparso recentemente il grande:
ISAAC HAYES
10 Luglio 2008
Concerto degli Assalti Frontali che presentano il nuovo album “Un’intesa perfetta” (ilManifestoCd)
10 Luglio 2008
Presentazione di “Roma K.O.” (Agenzia X) con gli autori Duka e Marco Philopat
Reading/performance del Duka
24 Maggio 2008
Presentazione del libro: CON IL SANGUE AGLI OCCHI: lettere e scritti dal carcere di George L. Jackson (edizioni Agenzia X)
Questo libro raccoglie le lettere e gli interventi politici che George L. Jackson scrisse in carcere, dopo la morte del giovanissimo fratello Jonathan, freddato mentre tentava di liberare tre militanti neri imprigionati. Il manoscritto di questo libro fu fatto uscire clandestinamente dal Penitenziario di San Quentin pochi giorni prima che l’Autore venisse a sua volta ucciso dai secondini, il 21 agosto 1971.
20 Aprile 2008
INFO: Presentazione del libro “Treni sorvegliati – Rifugiati italiani, vite sospese” (Cooperativa Colibrì, Milano 2008) – Titolo originale Vingt ans après (Nautilus – Paris, 2003)
Vige, a proposito dei conflitti degli anni Sessanta e Settanta, un dispositivo che implacabilmente vieta la parola a chi a quei conflitti ha partecipato non pentendosene, ossia senza barattare con ruoli istituzionali – nei giornali, nei partiti, nei sindacati, ad esempio – la propria abiura.
Abiura totale e radicale al punto da assumere la forma parodistica della conversione.
Chi, invece, si è rifiutato di sottoporsi a questo procedimento inquisitorio, chi, cioè, si è sottratto all’ossessiva e sempre ribadita presa di distanza, non solo dagli eventi, ma dall’idea stessa della possibilità della radicale trasformazione dell’esistente è stato da destra e da sinistra indifferentemente trattato come il nemico, sul quale lo stato può impunemente esercitare la sua violenza e la sua vendetta.
Vendetta infinita, se è vero che i “rifugiati” italiani continuano a costituire un’emergenza sanabile solo seppellendoli, dopo trent’anni, in carcere, come ripetutamente pretendono vittime, giornalisti, politici e magistrati.
La traccia, se pur labile, di una nuova lotta diventa l’occasione per evocare e rinnovare la “paura degli anni Settanta” e degli “anni di piombo” o, comunque, essa appare come un’intollerabile violazione delle regole della democrazia, divenuta ormai la forma politica più adeguata a rappresentare gli orrori dei nostri tempi.
Qualunque manifestazione, pertanto, che fuoriesca dalle regole saldamente stabilite, viene accolta come una “minaccia terroristica” che giustifica la guerra, dove quest’ultima – condotta dagli stati indifferentemente, ormai, all’interno contro i propri “cittadini” o all’esterno – diventa forma di governo delle contraddizioni sociali.
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