Traduzioni di (FRANTIC)
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*aggettivo
____ frenetico frantic, frenzied, berserk, raptorous
____ fuori di sé frantic
____ disperato, forsennato, irrequieto
** FOURTH DATE ! NEW SPECIAL GUESTSS **
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DJ SET///////
UBI BROKI ( http://www.casastrasse.org/ )
K ( http://www.mixcloud.com/mktroy/ https://soundcloud.com/mktroy)
FREE TATOOS ON THE STAGE////
DOGYORKE (http://www.dogyorke.com/)
FRACOLLI
T-REX / T-RAINING TO DANCE////
Sara Leghissa ( http://www.casastrasse.org/ )
SWEETS&SPIRITS*VEG////
BRENDA (http://www.essereanimali.org/)
THE LONG ROAD TO THE HALL OF FAME (Marocco-Italia-USA/2014) di Réda Zine (68′)
Il documentario racconta la vita di Tony King alias Malik Farrakhan, una storia che attraversa mezzo secolo di storia afroamericana. Nato negli anni della segregazione, è stato tra i primi giocatori di football professionisti di colore, poi modello e attore in film blaxploitation, come Shaft, e ancora guardia del corpo dei Public Enemy. Attivista politico, entra a far parte della Nation of Islam prendendo il nome di Malik Farrakhan. Un uomo che “sembrava aver vissuto diverse vite parallele” lo definisce Réda Zine, regista marocchino bolognese d’adozione.
Girato a partire dal 2009 tra Bologna, New York, Ohio, Tenesse Manchester, Los Angeles, Parigi, “THE LONG ROAD” è una produzione indipendente, realizzata senza finanziamenti istituzionali ma unicamente grazie al lavoro e al sostegno di due realtà (lo studio Undervilla di Bologna e Duna Studio di Russi) e grazie al contributo fondamentale di amici e sostenitori. Anche la colonna sonora del film è stata realizzata in modo indipendente, coinvolgendo più di venti musicisti e artisti tra Italia e Stati Uniti, distribuita da SLAMjamz Records e già disponibile in versione digitale: https://itunes.apple.com/it/album/long-road-to-hall-fame-original/id939037228.
La Nuova Resistenza
Dai Gruppi di Azione Patriottica ai Gruppi d’Azione Partigiana
“Attenzione, sono i GAP che vi parlano. è nata una nuova resistenza di massa, è nata la ribellione operaia al padrone, allo Stato dei padroni, all’imperialismo straniero, sono nate le Brigate rosse e si sono ricostituite le Brigate GAP”.
(“Radio GAP”, 16 aprile 1970, interferenza di alcuni minuti, a partire dalle ore 20,33, sulla trasmissione del Tg1)
Agli inizi della vicenda dei GAP (Gruppi d’Azione Partigiana), la necessità dell’azione rivoluzionaria era motivata dalla convinzione che in Italia, sulla scorta di quanto accaduto nell’aprile 1967 in Grecia, fosse imminente un golpe militare. I GAP, ben presto, si posero il compito di ricercare una prassi rivoluzionaria intesa a superare i dibattiti ideologici e la pratica politica, a loro avviso sterili e inani, che caratterizzavano le formazioni extraparlamentari. I nuovi “gappisti” furono tra i primi, se non i primi in assoluto, a porsi il problema d’organizzare la guerriglia nelle metropoli di un Paese a capitalismo avanzato; anche per questo, furono tra i primi a subire la repressione violenta dello Stato e le conseguenze del “nuovo corso” del PCI.
Soggettivamente, un filo rosso unisce questi militanti col partigianato resistenziale, con la guerriglia in Sudamerica, con le battaglie antimperialiste: la convinzione che solo attraverso la lotta rivoluzionaria, da praticare qui e ora, si possano abbattere il capitalismo e l’imperialismo.
Kento presenta Radici: il suo ultimo progetto musicale, realizzato insieme ad una vera e propria band. Le tracce di questo album vedono l’MC affiancare il meglio della propria espressione lirica al calore del suono analogico. La passione di Kento per il rap degli anni ’80 e ’90 incontra quella per il cantautorato italiano e la canzone di protesta degli Anni ’60 e ’70, insieme agli echi d’oltreoceano della spoken word e slam poetry/dub poetry più storica (Gil Scott-Heron, The Last Poets, Mutabaruka, Linton Kwesi Johnson). A livello musicale, il progetto si propone di ridiscendere le radici della black music fino al blues del Delta degli anni ’20 e 30. La produzione artistica è affidata a David “Shiny D” Assuntino (pianoforte, synth, piano elettrico, organo, voce: Torpedo Sound Machine, Livity Band) e a Federico “JolkiPalki” Camici (basso, ukulele bass: Torpedo Sound Machine, Honeybird & The Birdies) che lo accompagneranno nel live in COX18..
Dalle ore 18,00: (puntuali) discussione sui recenti sviluppi repressivi a Saronno (sgombero, denunce, avvisi orali, fogli di via e sorveglianza speciale) e programma di avvicinamento all’udienza di convalida della sorveglianza speciale del 27 gennaio.
Presentazione dell’opuscolo pubblicato lo scorso agosto “La Saronno che vorrebbero” (potete scaricarlo da qui: https://collafenice.wordpress.com/…/la-saronno-che-vorrebb…/)
Il nero della bile si diluisce assumendo nuove tonalità.
Il grigio non è un unico colore.
Il grigio si concretizza in un mondo di sfumature, dalla più intensa alla più tenue.
L’universo in cui vogliamo addentrarci è un sistema di sfumature musicali, dai mondi più scuri della bass music fino a risalire alle sonorità più vivaci, dalle vibrazioni più intense ai synth più ossessivi.
Techno è solo un termine generico che racchiude tutto ciò che è invece compreso tra il bianco e il nero, un vortice di generi musicali che collidono e continuamente si contaminano.
Techno nasce in un contesto underground fatto di spazi vuoti e spesso abbandonati, dalla necessità di creare una forma di aggregazione alternativa a contesti puramente commerciali.
Dalle radio pirata ad oggi in molti casi la parola dj è diventata sinonimo di star.
Ma molti sono gli artisti che sperimentando hanno dato vita a nuove sonorità, a seconda del periodo e della nazione.
Artwork e visual accompagnano costantemente l’evoluzione musicale.
L’impulso originario che sta alla radice di questo movimento è lo stesso da cui nasce Hexes.
La proposta di un’alternativa culturale alla completa aridità che ci circonda, fatta di scelte dettate dalla tendenza del momento e quindi con fini puramente commerciali, è l’obiettivo che ci poniamo.
Cox18 è uno spazio sociale, occupato ed autogestito dal 1976.
Il collettivo che lo gestisce assume tutte le decisioni sempre in forma assembleare, e non prende soldi per quello che fa.
Il centro è sempre stato portavoce dell’alternativa culturale a Milano. Anche oggi.
Qui non c’è un biglietto d’ingresso o una tessera ma una sottoscrizione.
Rispetta lo spazio, le persone che lo gestiscono e quelle che lo frequentano.