Le canzoni dei 2Pigeons sono strutture proteiformi, di loop ritmici e vocali, dove la manipolazione del suono e del canto regala ai brani sfumature e imprevedibilità emozionale. Ma le loro composizioni non sono “giochi” virtuosistici o “algide” architetture che puntano a stupire, anzi. Originariamente nascono dalla dimensione primordiale del piano e della voce, dove a contare è solo la scrittura e la forza espressiva della canzone nella sua essenzialità.
Ecco che per fare riemergere questa dimensione arriva “Akustik”, un disco caldo, ricco di sonorità morbide e stranianti, nato prima come una serie di esibizioni dal vivo e poi come una fotografia in studio del momento della creazione. Il piano e la voce sono al centro dell’attenzione, ma soprattutto a contare sono una serie di canzoni destrutturate dai freddi byte che mostrano la struttura molecolare dei loop ritmici, ed appaiono melodiche, vocali, palpitanti, eppure mai classiche.
Pot smoke comes out of their amps.
Poco o nulla è trapelato in Europa su questi 5 folli californiani che si fanno chiamare Glitter Wizard, ma a casa loro hanno messo a ferro e fuoco locali e bettole della West Coast, insieme a Dead Meadow, Orchid, Black Cobra, La Otracina, Sleepy Sun, White Hills, Mammatus, Hot Lunch, Carlton Melton, ecc.
Prendono a piene mani dal proto-metal di fine anni 60 inizi 70, con una valanga di riff ruffiani e melodie orecchiabili, testi bizzarri e magnificamente frivoli, tastiere spaziali, sax, flauti. Vengono alla mente gli Steppenwolf, gli Stooges, gli Iron Butterfly ma anche i Deep Purple, i Black Widow, i Black Sabbath meno cupi, i Doors sotto speed. Ingabbiarli in un genere risulterebbe impossibile, poiché intrecciano garage, glam, heavy-psych, hard-rock; loro stessi hanno sintetizzato il tutto con il termine pink metal.
HENRY (LSP) / DAVMATIC (LSP)
freakbeat/garage/acid rock/60es psych/krautrock/psych funk/afrobeat
Malessere e disagio non generano immobilità, se deviate per creare.
A Detroit tre quarti dei palazzi sono vuoti; i suoni techno si fondono con il soul. A Londra, dalle finestre delle case popolari, i bassi dal ritmo spezzato e il fumo dell’erba si alternano alle drum machine. A Berlino, nei sotterranei, le sperimentazioni industrial e new wave vengono assorbite dall’essenziale 4/4.
L’esperienza sensoriale è completa: l’impatto visivo colpisce tanto quanto i nuovi suoni.
Nascono label, si trasformano, muoiono e rinascono in continua evoluzione creativa.
Fertilità e contaminazione di suoni permettono a scene di entrare in contatto e sperimentare nuove forme di socialità, dando una nuova vita a luoghi altrimenti deserti.
I tempi cambiano, gli stimoli si rinnovano. L’alternativa culturale è un’esigenza che si sviluppa attraverso ogni linguaggio necessario.
Noi scegliamo l’ambito della bass music, perchè crediamo sia uno dei generi più fertili, interessanti e fecondi del contemporaneo.
Il disagio individuale sfocia nella necessità di socialità empatica e fisica.
Nero come la bile: l’incubatrice – l’utero dalle basse frequenze della creazione artistica.
Stellar OM Source è nata dal desiderio di Christelle Gualdi di rompere con la sua formazione musicale accademica. Contrabbassista nella Konigin Katharina Stift Schulorchester e studentessa di teoria della musica all’Univerité Paris VIII, Christelle ha completato i suoi studi in composizione elettroacustica al Conservatorio di Parigi dopo essersi laureata in architettura.
Christelle è stata ispirata – ed anche un fondamentale membro – dalla comunità del synth DIY. A fianco di Oneohtrix Point Never, Emeralds e James Ferraro, la sequenza di CD autoprodotti di Stellar Om Source ha caratterizzato lo spirito di un’epoca di artisti che si allontanavano dalle loro radici noise per intraprendere la strada dell’evasione polifonica.
Si è stabilita a L’Aia, lontana diverse miglia dalle sue controparti statunitensi. Nel 2010 un venditore eBay locale le ha offerto una Roland TB-303 nuova di zecca per soli 25 euro: lo ha colto come un segno del destino e i suoni immediatamente riconoscibili del bass synthesizer analogico hanno cominciato ad apparire nelle prove studio e live.
Le possibilità offerta dai pattern spinsero Stellar OM Source verso la sua futura fondazione – un pianeta che continua a galleggiare nell’universo dei synth, ma orbita lontano anni luce attorno a un asse che ruota ritmicamente.
soundcloud.com/omsource
è un personaggio poliedrico che opera nel panorama della musica elettronica italiana e nel mondo del sound design e audiobranding internazionale.
Tra ambient techno e sperimentazione l’attitudine punk e urbana trasuda in un beat eclettico e pulsante.
Produttore e sound designer, il suo tocco è sempre contraddistinto da cambi di passo prorompenti e inaspettati.
Aprono la serata i DOCTOR CYCLOPS, italiani che incidono per la tedesca World in Sound, e che tornano in Cox a distanza di tre anni presentando il nuovo long playing “Oscuropasso”, HeavyDarkProg molto 70’s e molto inglese, per i fans di Atomic Rooster, Leafhound, Black Sabbath, Witchcraft, Cathedral e Pentagram.
The BLACK EXPLOSION (Swe) sono il nuovo progetto di Chris Winter, ex leader dei Dollhouse. Suonano una sorta di high-energy space rock, un misto tra Hawkwind e MC5 con un taglio piu’ stoner e contemporaneo. In Cox18 presentano il loro secondo album “Elements of Doom”, un titolo leggermente fuorviante per una band di Hard Rock psichedelico.
Il Buio è una band punk originaria di Thiene, Vicenza, paesino ai confini dell’impero, formata nel 2009 da ex membri di La Piovra, A New Silent Corporation, Radio Riot Right Now e Speedjackers.
Voghiamo in un vasto mare, sospinti da un estremo all’altro, sempre incerti e fluttuanti. Ogni termine al quale pensiamo di ormeggiarci e di fissarci vacilla e ci lascia. Per srotoloarsi serve mollare la boa. Che è solo un punto in mezzo al mare. Poi c’è tutto il mare. e se proprio vuoi ficcare la testa da qualche parte fallo in mezzo al mare, dove diventa nero e fa paura, dove si apre quel mondo terribile.
Nascono nel 2006 a Torino. Stefano, Caio e Vincenzo sono di Torino, Alberto è di Cuneo e Emanuele viene dal Veneto.
Debuttano nel 2008 con Melville, un concept dedicato all’autore di Moby Dick.
Nel 2010 esce A Poison Tree, i testi dell’album si ispirano in parte alle opere di William Blake e trattano i temi del dubbio e dell’incertezza; inoltre nel booklet è presente una citazione dello stesso Blake.
Nel 2012 esce il terzo disco Sons Of The Dust, e nel 2013 arriva la raccolta Still Singles, che attraverso i numerosi 7” disseminati negli anni ripercorre la produzione più sotterranea e oscura della band, dagli esordi fino all’ultimo album in studio.