Un giovane compagno di Rennes parla (in italiano) del movimento della scorsa primavera contro la “loi travail” (e il suo mondo) in quella città: la dinamica della lotta, i suoi contenuti e i canti, i modi di organizzarsi e di manifestare, quel che ne resta e le prospettive future…
A fronte di un’Europa che va chiudendosi su se stessa c’è un Sud del Mondo che cercherà sempre più spesso di penetrare attraverso le maglie della sua “corazza-fortezza”.
In quest’epoca di muri il Vecchio Continente è visto ancora come uno dei pochi luoghi ove cercare di sfuggire a guerre, persecuzioni e povertà.
All’Università Statale di Milano di via Festa del Perdono discuteremo delle nuove politiche migratorie, con l’avvocato Gianluca Castagnino, esperto di diritto internazionale e con la rete No Border di Milano.
Analizzeremo perciò le implicazioni giuridiche e politiche del decreto legge “Minniti”, affrontando temi come: l’esternalizzazione delle frontiere, la criminalizzazione della povertà, il ricatto meritocratico e il razzismo di Stato.
Siamo in guerra da tempo. Dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1945, che con le bombe atomiche USA sganciate su Hiroshima e Nagasaki ha visto il più grande e tragico atto di terrorismo fin qui conosciuto nella storia umana, le guerre, seppur combattu- te nelle “periferie” del pianeta, principalmente in Asia e in Africa, si sono susseguite senza interruzione.
In tutti i conflitti oggi in corso l’intervento dei capitalismi occidentali e/o russo è una costante, tanto nelle forme di coinvolgimento diretto nei combattimenti e nei bombar- damenti, che seguono le operazioni coperte, di intelligence, di addestramento e di supporto logistico.
Dal 2007 il capitalismo è entrato in una crisi generale e internazionale che sta modificando gli equilibri e le gerarchie tra gli stati. La competizione economico-finanziaria, la ricerca di profitti, la lotta per il controllo delle materie prime, prospettano un teatro belli- co senza confini e senza limiti, che tende a rendere permanente la guerra, ad allargarla fino ad interessare aree sempre più vaste del pianeta.
Due terrorismi contrapposti, ma complementari, oggi si fronteggiamo a scala planetaria, quello di stato occidentale e russo, da un lato, quello del cosiddetto “islamismo radicale” (tipo Al Khaida e Isis) dall’altro. Se le popolazioni dell’Asia e dell’Africa hanno pesantemente pagato con morti e distruzioni su larga scala la “guerra infinita al terrorismo” condotta dai “nostri” eserciti, con il 2001, dopo l’attentato alle Twin Towers di New York, il terrore serpeggia anche nelle nostre metropoli.
L’Italia è in guerra a pieno titolo, fa parte del pugno di nazioni che vendono armi a paesi in guerra e che spediscono soldati per il pianeta, occultando la reale natura della parte- cipazione alle imprese belliche, definendole “missioni internazionali”, “peace keeping”, …
Il 31/12/2016 è entrata in vigore la legge quadro sulle missioni militari all’estero (145/2016) che, di fatto, cancella ogni residua considerazione sull’incostituzionalità dell’uso dell’esercito in operazioni belliche internazionali, rafforza l’autonomia del governo nel deci- dere gli interventi militari, assicura preventivamente i fondi per queste missioni.
La spesa militare italiana nel 2016 è cresciuta del 10,63%, pari all’1,11% del PIL, per un totale di 23,4 miliardi all’anno, 64 milioni di euro al giorno, quasi 8.000 militari sono impegnati in missioni all’estero.
MILLEPIANI è nata nel 1993 con l’intento di realizzare un luogo di ricerca e di produzione editoriale nell’ambito del pensiero critico, prestando così attenzione ai campi della filosofia, dell’architettura, dell’urbanistica e dell’ecologia sociale. Il titolo da noi scelto, unitamente alla denominazione di “ETEROTOPIA” per la nostra Associazione Culturale, chiarisce l’orizzonte della nostra ricerca, che vogliamo indipendente e capace di promuovere una progettualità attenta alle trasformazioni in corso
Il progetto MILLEPIANI nasce dall’esigenza di ridare espressione a tutte quelle istanze di pensiero che fanno parte dello scommettersi con la vita e i suoi molteplici divenire.Il nostro è un laboratorio di ricerca composto da docenti, intellettuali indipendenti e giovani ricercatori che da anni sviluppano percorsi originali nell’ambito della filosofia politica, dell’arte e delle scienze sociali richiamandosi alle grandi scuole del pensiero critico francese, tedesco e naturalmente italiano. I nostri autori: Gilles Deleuze, Félix Guattari, Michel Foucault, Paul Virilio, André Gorz, Walter Benjamin, William S. Burroughs, James G. Ballard, Hannah Arendt, Theodor W. Adorno e i tanti che hanno accolto queste sfide del pensiero.
I nostri testi sono il frutto di questa rigorosa e impegnata ricerca che proponiamo nella forma di scelte tematiche coerenti ed attente verso il pubblico dei nostri lettori che da tanto tempo ci segue e ci sollecita.
Gli ambiti in cui continua a prodursi il sapere critico sono quindi luoghi della necessità: necessità dell’espressione, della creazione e della ricerca di senso: “poiché la razza votata all’arte o alla filosofia non è quella che si pretende pura, ma quella oppressa, bastarda, inferiore, anarchica, nomade, irrimediabilmente minore…”
(Gilles Deleuze – Félix Guattari, 1991)
La Rivoluzione russa compie cent’anni. E la Calusca vuol ricordarla a modo suo. Se le iniziative, le discussioni, le pubblicazioni si conteranno numerose, poche saranno – possiamo esserne certi – quelle che partiranno da un fatto macroscopico, ancorché tuttora poco conosciuto: quella rivoluzione iniziò a essere criticata e a criticarsi fin da subito. Durante i primi anni del corso rivoluzionario e fino al trionfo definitivo dello stalinismo si svilupparono, anche tra le file del partito bolscevico, varie correnti di opposizione. La più nota, l’opposizione di Trotsky, è stata ampiamente studiata, come si conoscono abbastanza bene la storia e la parabola dell’Opposizione Militare di Bucharin e dell’Opposizione Operaia animata da Aleksandra Kollontaj e Aleksandr Šljapnikov. Ma ce ne furono altre, ancor oggi poco note. Tant’è che, a parte l’opera pionieristica di Robert V. Daniels (“La coscienza della rivoluzione”) e le memorie di Ante Ciliga (“Nel Paese della grande menzogna”), non esistono ricerche sistematiche sui gruppi dell’opposizione comunista che operarono in URSS negli anni Venti. Abbiamo perciò chiesto a Yurii Colombo di relazionarne in modo ampio e approfondito.
Nel primo incontro e’ stato fatto l’inquadramento generale dall’inizio del Novecento alla fine degli anni Venti proposto la volta scorsa (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/09/comunisti-russi-contro-lenin/)
Nel secondo incontro e’ stato dedicato al “Gruppo del Centralismo Democratico” di Timofej Sapronov e Vladimir Smirnov (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/16/comunisti-russi-contro-lenin-secondo-incontro/)
Nel terzo incontro: “Gruppo Operaio” di Gavril Mjasnikov (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/23/comunisti-russi-contro-lenin-terzo-appuntamento/)
Primo incontro del ciclo seminariale ECOLOGIE POLITICHE a cura di Tiziana Villani e Ubaldo Fadini (MILLEPIANI e ETEROTOPIA France)
Tiziana VILLANI (Università Paris 8- Univ. La Sapienza),
Ubaldo FADINI (Università di Firenze, Manlio Iofrida (Università di Bologna),
Alberto MAGNAGHI (Università di Firenze),
Pier Paolo POGGIO (Fondazione Micheletti)
Parte Prima
Parte Seconda
Parte Terza
“Tra le articolazioni di una ecologia che si vuole critica – e dunque dispiegata in modo plurale – va indubbiamente coltivata proprio quella che si propone come una ricerca sulla spazialità, sulle dinamiche (e sulle nuove forme) di attraversamento dei territori (contro il “genocidio” odierno…), nella registrazione di una erranza che si traduce spesso in visioni del paesaggio non scontate, supportate/sostenute dalla combinazione di sensibilità “organica” e di progressioni tecnologiche sempre più accelerate, di temporalità differenti e di diversi accessi alla spazialità da parte dei soggetti”.
E ancora:
“Con Guattari e Gorz, tra gli altri, si vuole sviluppare un’idea di ecologia politica in grado di riappropriarsi di universi di valore considerati come supporto essenziale per sostanziare singolarizzazioni diverse, per nuove pratiche sociali, etiche, politiche e così via. La ri-singolarizzazione della soggettività, le trasformazioni del sociale, la reinvenzione continua dell’ambiente appaiono infatti come dei compiti ineludibili per tentare una fuori-uscita reale da piani di esistenza contrassegnati da un ‘grigiore’ e una ‘passività’ diffusi. E’ questa messa in discussione delle forme dominanti di valorizzazione delle attività umane che riafferma come una critica del capitalismo non possa che portare ad una ecologia politica, da collegarsi, secondo le parole di Gorz, ad una ‘indispensabile teoria critica dei bisogni’. A ciò si affianca una lettura dell’impegno ecologista che non è sintetizzabile in un invito a moralizzare sempre e comunque, anche e soprattutto il piano economico, bensì a sostenere un’esigenza – se si vuole certamente ‘etico-politica’ – di emancipazione concreta del soggetto. L’ecologia politica è quindi una ‘dimensione essenziale’ di qualsiasi critica pratica e teorica del capitalismo che si voglia all’altezza dei tempi”.
II INCONTRO BOLOGNA
28 marzo
Università di Bologna
Via Zamboni, 38
aula 1, ore 15-17
III INCONTRO FIRENZE
il 5 maggio, alle 14, c/o
Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, via Laura 48, Firenze.
Con la presenza dei Lavoratori ed RLS (Rappresentanti Lavoratori della Sicurezza) degli Ospedali San Paolo e Carlo, di altre strutture sanitarie della città e abitanti della zona per la costituzione del Comitato “NO BASE HEMS” all’Ospedale San Carlo.
Leggi nazionali e regionali stanno distruggendo quel poco che resta del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Concepito per essere un sistema pubblico, universale e gratuito ora, sotto la pressione degli “speculatori della salute”, sta producendo effetti devastanti sul tessuto sociale: dalla demolizione del sistema di diagnosi e cura dei piccoli ospedali alla eliminazione dei posti letto su tutto il territorio nazionale, dalle prestazioni assistenziali alla qualità dei servizi, dalle liste di attesa al pagamento dei ticket. Tali effetti si ripercuotono oltre che sui cittadini anche sui lavoratori e lavoratrici attraverso il blocco del turn-over e orari di lavoro al limite della sicurezza, il ricorso spregiudicato alle agenzie interinali e cooperative che insinuano precarietà ed un’incessante esternalizzazione che vede i lavoratori costretti a subire ogni tipo di ricatto.
La Regione Lombardia non è da meno con la sua riforma sanitaria. Difatti la nuova Legge Regionale n. 23 approvata l’11 agosto 2015 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2016 riduce ed accorpa le Aziende Ospedaliere come pure le Asl, chiude interi reparti, taglia i posti letto (oltre 3.000 persi in 3 anni), minaccia esuberi del personale che sono già ridotti all’osso e non investe nella prevenzione e nella sicurezza ambientale dei posti di lavoro.
Questa situazione la stanno sperimentando i lavoratori dell’Ospedale San Paolo, del San Carlo e (per un pezzetto) i lavoratori dell’Asl che ha seguito della Legge Regionale sono stati accorpati fra loro, diventando un’unica e grande azienda ospedaliera dal nome: “ASST Santi Paolo e Carlo”.
Di tutto questo si discuterà nell’Assemblea pubblica cittadina per la costituzione del “Comitato NO BASE HEMPS”, alla presenza dei Rappresentanti Lavoratori della Sicurezza dei 2 ospedali e di altre strutture sanitarie della città.
Quello della Base H.e.m.s. (helicopter emergency medical service), da trasferire dalla sede attuale dell’aereoporto civile di Bresso all’interno del giardino dell’ospedale San Carlo, è un progetto assurdo ed inconcepibile che metterà a serio rischio la salute e la sicurezza dei pazienti ricoverati, degli operatori sanitari e dei cittadini residenti nei paraggi dell’ospedale.
(Per l’ascolto dei podcast e’ consigliato usare Firefox – For listening to podcasts and ‘recommended use Firefox)
La Rivoluzione russa compie cent’anni. E la Calusca vuol ricordarla a modo suo. Se le iniziative, le discussioni, le pubblicazioni si conteranno numerose, poche saranno – possiamo esserne certi – quelle che partiranno da un fatto macroscopico, ancorché tuttora poco conosciuto: quella rivoluzione iniziò a essere criticata e a criticarsi fin da subito. Durante i primi anni del corso rivoluzionario e fino al trionfo definitivo dello stalinismo si svilupparono, anche tra le file del partito bolscevico, varie correnti di opposizione. La più nota, l’opposizione di Trotsky, è stata ampiamente studiata, come si conoscono abbastanza bene la storia e la parabola dell’Opposizione Militare di Bucharin e dell’Opposizione Operaia animata da Aleksandra Kollontaj e Aleksandr Šljapnikov. Ma ce ne furono altre, ancor oggi poco note. Tant’è che, a parte l’opera pionieristica di Robert V. Daniels (“La coscienza della rivoluzione”) e le memorie di Ante Ciliga (“Nel Paese della grande menzogna”), non esistono ricerche sistematiche sui gruppi dell’opposizione comunista che operarono in URSS negli anni Venti. Abbiamo perciò chiesto a Yurii Colombo di relazionarne in modo ampio e approfondito.
Nel primo incontro e’ stato fatto l’inquadramento generale dall’inizio del Novecento alla fine degli anni Venti proposto la volta scorsa (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/09/comunisti-russi-contro-lenin/)
Nel secondo incontro e’ stato dedicato al “Gruppo del Centralismo Democratico” di Timofej Sapronov e Vladimir Smirnov (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/16/comunisti-russi-contro-lenin-secondo-incontro/)
(Per l’ascolto dei podcast e’ consigliato usare Firefox – For listening to podcasts and ‘recommended use Firefox)
Secondo Incontro: Comunisti russi CONTRO Lenin: Gruppo del Centralismo Democratico di Timofej Sapronov e Vladimir Smirnov
Parte Prima
Parte Seconda
La Rivoluzione russa compie cent’anni. E la Calusca vuol ricordarla a modo suo. Se le iniziative, le discussioni, le pubblicazioni si conteranno numerose, poche saranno – possiamo esserne certi – quelle che partiranno da un fatto macroscopico, ancorché tuttora poco conosciuto: quella rivoluzione iniziò a essere criticata e a criticarsi fin da subito. Durante i primi anni del corso rivoluzionario e fino al trionfo definitivo dello stalinismo si svilupparono, anche tra le file del partito bolscevico, varie correnti di opposizione. La più nota, l’opposizione di Trotsky, è stata ampiamente studiata, come si conoscono abbastanza bene la storia e la parabola dell’Opposizione Militare di Bucharin e dell’Opposizione Operaia animata da Aleksandra Kollontaj e Aleksandr Šljapnikov. Ma ce ne furono altre, ancor oggi poco note. Tant’è che, a parte l’opera pionieristica di Robert V. Daniels (“La coscienza della rivoluzione”) e le memorie di Ante Ciliga (“Nel Paese della grande menzogna”), non esistono ricerche sistematiche sui gruppi dell’opposizione comunista che operarono in URSS negli anni Venti. Abbiamo perciò chiesto a Yurii Colombo di relazionarne in modo ampio e approfondito.
Dopo l’inquadramento generale dall’inizio del Novecento alla fine degli anni Venti proposto la volta scorsa (https://cox18stream.noblogs.org/post/2017/02/09/comunisti-russi-contro-lenin/), questo incontro sarà dedicato al “Gruppo del Centralismo Democratico” di Timofej Sapronov e Vladimir Smirnov.
Gli incontri successivi tratteranno di altri due gruppi:
“Gruppo Operaio” di Gavril Mjasnikov (giovedì 23 febbraio)
“Verità Operaia” di Aleksandr A. Bogdanov (giovedì 2 marzo)