Category Archives: Film

Aperitivo e film – iniziative nel quartiere ticinese

08 luglio 2009

Nel parco affianco a Ripa di Porta Ticinese

ORE 19.00
Aperitivo di autofinanziamento del laboratorio “incasa” e inaugurazione della mostra cosa succede nel tuo quartiere? speculazioni e pratiche di svendita del patrimonio pubblico

ORE 21.15
Rassegna  cinematografica itinerante per il quartiere ticinese.
Contro il mostro della speculazione
Contro la svendita del patrimonio immobiliare pubblico
– La baracca di Pietro Marcello
– Ferro 3 – La casa vuota di Kim Ki-Duk

Scopriamo… i Navigli

02 Giugno 2009

Scopriamo… i Navigli

In occasione della festa dei Navigli il C.S.O.A. Cox 18 presenta la mostra fotografica organizzata dal Cral dell’Azienda Ospedaliera San Paolo che si terrà lungo i muri del centro e nel cortile. Decine di pannelli per ricordare storicamente quanto c’era da un punto di vista sociale e urbanistico sostituito oggi dalla speculazione immobiliare e da bottegai che vendono birre e panini senza memoria e passione. Navigando… per storie e immagini.

ore 15.30 Inaugurazione della mostra
ore 19.00 Buffet
ore 21.00 Proiezione del film Oltre il ponte – Storie di lavoro, 39 min
Regia di Sabina Bologna,
musiche di Lorenzo Magnaghi,
ricerche a cura di Silvia Bassoli

 

Oltre il ponte – Storie di lavoro

Nato da un’idea di Sergio Bologna, Il documentario ricostruisce la trasformazione di un quartiere di Milano, un tempo centro di importanti realtà industriali specializzate nell’elettromeccanica pesante (come la Riva Calzoni, la CGE, la Loro Parisini) e diventato oggi zona dedicata al design, ai media, all’informatica, alla moda, all’arte. Un territorio diventato un brand, chiamato “zona Tortona”, e considerato una delle più alte concentrazioni di “classe creativa” del mondo. E’ un viaggio dal fordismo al postfordismo.

Dell’epoca industriale rintraccia le tre grandi componenti: il paternalismo illuminato, sull’esempio della Riva Calzoni, il riformismo filantropico, testimoniato dalle Case Popolari dell’Umanitaria – costruite nel quartiere nel 1906 – e l’antagonismo di classe, ricordato con interviste e filmati d’epoca sul grande sciopero degli elettromeccanici del 1960.

Il ricordo della grande industria rimane negli spazi, conservati da un immobiliarista intelligente ed occupati oggi dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, dai grandi nomi della moda, come Fay, Zegna, CP Company – gli spazi della Riva Calzoni – dai Laboratori del Teatro alla Scala – gli spazi della CGE. Entrando negli studi di grandi designer, come Isao Hosoe, negli uffici delle multinazionali della consulenza, come la Deloitte, nelle agenzie di modelle per le sfilate di Armani, la macchina da presa incontra realtà della new economy ma anche sorprendenti officine meccaniche dove ancora antichi mestieri – come i tornitori in lastra – lavorano in maniera artigianale per mercati del Medio Oriente. Ma le condizioni della “classe creativa”, composta in maggioranza da freelance che lavorano per la moda, i grandi eventi, i media, il design, sono davvero migliori di quelle dei vecchi operai? Il documentario si chiude con questo interrogativo mentre scorrono le immagini della nuova speculazione edilizia, quella che non conserva più la memoria del passato ma rade al suolo per tirar su palazzoni.

Free festival dei bambini e delle bambine

22-23-24 maggio 2009

scuola: un bene comune

scarica la locandina (pdf) (jpeg) e il volantino (pdf)

22-23-24 maggio 2009

Dove: Archivio Primo Moroni, Calusca, Cox18: via Conchetta 18
/// Parco Baravalle: tra via Odoacre Tabacchi, via Tibaldi, via Balilla e via Giambologna – mezzi 59, 3, 15, 90, 91

Venerdì 22 maggio 2009

21.00 – Archivio Primo Moroni

Fabio Agostini e Stefano Marchesoni discutono attorno al testo Dispositivi e Affetti, le passioni tristi tra etica e pedagogia (Mimesis – milano, 2005) –
“Immaginiamo ora di scrutare dall’esterno un’aula di liceo. A dispetto di quanto ci saremmo aspettati, la maggior parte degli studenti sembra versare in una quieta indifferenza, in una diffusa mancanza d’interesse e partecipazione emotiva. Hanno sguardi stanchi e demotivati. Da tale indifferenza, che non consiste affatto in un improbabile grado zero dell’affettività, sgorgano le tre passioni tristi dominanti nelle aule scolastiche: noia, rassegnazione e ansia. Il tutto all’insegna di una uniformazione delle proprie reazioni al principio del minimo sforzo: non vale la pena di sforzarsi (donde pigrizia e quindi noia) per dar senso agli automatismi che mi limito ad eseguire (rassegnazione), salvo poi non essere più in grado di capire perché faccio quello che faccio e che cosa desidero davvero (ansia)

23.00 – Archivio Primo Moroni
Proiezione del film Zero in condotta, di Jean Vigo (1933).

Per tutte le giornate:

banchetto calusca

Libri e materiali per grandi e piccoli

banchetto libreria dei ragazzi

Testi per ragazzi di tutte le età dal nido alle scuole superiori.

banchetto kinesis:

Il comportamento dei bambini non sempre soddisfa le aspettative
della comunità adulta. Dei disagi infantili si preoccupa sempre meno la
pedagogia e sempre più la psichiatria e la genetica.

La diagnosi ADHD (sindrome da deficit dell’attenzione e
iperattività) rappresenta l’esempio più eclatante. Le cure chimiche
previste (come il Ritalin) interferiscono nella crescita a livello
neurologico, la diagnosi considera il soggetto malato a causa di un
comportamento “non idoneo” a una società sempre più omologata e
omologante.

Se si ritiene che l’ambito sociale e relazionale, nel quale il
bambino cresce, sia poco importante e si incasella come patologia ogni
comportamento che non rispecchia i canoni di presuntuosi obiettivi
formativi, la soluzione verrà demandata ad esperti che si avvalgono di
cure farmacologiche invasive.

Così si distrugge l’infanzia, la fantasia, la libera espressività; su tutto ciò cala un sipario di silenzio che va rialzato.

angolo del baratto del libro per l’infanzia:

Portate i vostri libri

mostra digitale editoria per l’infanzia:

http://www.inventati.org/apm/scuola/mostra/indice.php

Koukouloforos: l’insurrezione greca e la rivolta europea

16 Aprile 2009 – dalle 19.00

Koukouloforos: l’insurrezione greca e la rivolta europea – aperitivo con documentario e dibattito

«WE ARE AN IMAGE OF THE FUTURE» (slogan apparso sui muri di varie città greche nel dicembre 008)

L’insurrezione dei koukouloforos (gli incappucciati, dalle felpe nere indossate dai giovani rivoltosi) in tutte le grandi città della Grecia (Atene, Salonicco, Patrasso) nel dicembre 2008 ha evidenziato una profonda rottura politica e sociale.
Ne discuteremo con Xaris dello spazio sociale occupato e autogestito Fabrika Yfanet di Salonicco, che viene a presentare allo spazio sociale rioccupato Cox18 il documentario autoprodotto Greece – December 2008 – The potentiality of storming heaven (35 minuti, sottotitoli in italiano).
Verrà anche distribuita l’edizione italiana di Koukouloforos, giornale di movimento multilingue.

 

Solidarietà agli insorti greci, mobilitatisi contro lo stato di polizia
che aveva assassinato Alexis Grigoroupolos e contro i tagli selvaggi
del governo di destra in risposta alla crisi economica!

PROGRAMMA:
ore 19:00 aperitivo
ore 20:30 proiezione documentario The Potentiality of Storming Heaven
ore 21:00 dibattito con Xaris sulla grande ribellione greca

Link agli spazi sociali greci che hanno dato sostegno alla rivolta:
Villa amalias (Athens) http://www.villa-amalias.blogspot.com
Patision 61 (Athens) http://pat61.wordpress.com
Prapopoulou (Athens) http://protovouliaxalandriou.blogspot.com
Lelas Karagianni (Athens) http://www.geocities.com/lelas_k
Fabrika Yfanet (Thessaloniki) http://www.yfanet.net
Delta (Thessaloniki) http://delta.blogs.squat.gr
Euaggelismou (Heraklio) http://katalipsievagelismou.blogspot.com
Rosa Nera (Chania) http://rosanerasquat.blogspot.com
Matsagou (Volos) http://matsaggou.blogspot.com

Proiezione – Bambule di Ulrike Meinhof

09 aprile 2009

Perché il fuoco non muore. Mostra sui militanti della RAF uccisi nelle carceri tedesche

Dalle 21.30

Proiezione del film di Ulrike Meinhof, Bambule. Rieducazione, ma per chi?  (1970, 90 min, sott. it.)

BAMBULE significa fare casino, confusione. Tra le ragazze rinchiuse negli istituti di rieducazione tedeschi era un termine usato per indicare momenti di sfogo collettivo, che poi sfociavano in proteste spontanee.

… hai visto? Facciamo qualcosa, un’azione, e che ne viene fuori? Bambule! Si rompe tutto e poi arrivano gli sbirri e siamo fottute…
(Iv, ragazza dell’istituto di Berlino)

BAMBULE fu scritto nel 1969/70 da Ulrike Meinhof insieme ad alcune ragazze dell’istituto di rieducazione di Eichenhof, Berlino.
In questo genere di istituti venivano rinchiusi e imprigionati ragazzi e ragazze ritenuti “disadattati”, “deviati”. Si trattava per lo più di minorenni provenienti, in alcuni casi, da ambienti di grave disagio sociale, di indigenza, di abbandono.

Negli atti che dichiaravano la “devianza” si leggeva a proposito delle ragazze di Eichenhof: avida di sesso, vagabondaggio, sesso per denaro, cambio di lavoro. Oppure: frequenta stranieri, porta minigonne. Oppure: disadattata, ribelle, bugiarda. Anche l’omosessualità veniva ritenuta “devianza”.

Si trattava dunque di rinchiudere le giovani ribelli in istituto, di disciplinarle alla “buona condotta” con la coercizione, schiacciando così la loro volontà di ribellione contro le regole, contro la “norma”.

Irene, una delle protagoniste, commenta così il destino delle ragazze che si lasciano sottomettere:
Chi combatte, lo sbattono fuori. Chi si comporta bene se lo dimenticano, ci marcisce, qui dentro. Chi si sottomette, lo annientano, capisci? … Se ti sottometti, quelli son contenti che ti hanno annientato. Allora poi sono gentili con te.

Ulrike Meinhof scrisse BAMBULE come sceneggiatura di un film per la televisione.
Il film fu girato da Eberhard Itzenplitz nell’aprile 1970. Il film, in programma sul canale ARD nel maggio 1970, fu però cancellato dalla programmazione perché Ulrike Meinhof fu sospettata di aver partecipato alla liberazione di Andreas Baader.

BAMBULE è soprattutto un’inchiesta che Ulrike Meinhof condusse insieme ad alcune ragazze dell’istituto di Eichenhof, Berlino, e in particolare insieme Irene Goergens.
Ulrike conobbe Irene nell’istituto di Eichenhof. La intervistò diverse volte e la invitò a casa sua, nel caso Irene avesse deciso di scappare dall’istituto, cosa che avvenne realmente. Fuori dall’istituto, grazie soprattutto all’amicizia di Ulrike Meinhof, Irene prese coscienza della propria condizione di sfruttata, cosa che emerge anche dai dialoghi finali del film:

Per questo bisogna discutere, molto di più, perché lo facciamo, perché lo vogliamo. Insomma bisogna discutere… e riempire il bunker di scritte intelligenti. Non “È tutto merda”, oppure “Peter I love you”. Basta con ‘ste cose! Gli istituti sono delle prigioni!”, “Vogliamo paghe giuste!”, “Abbasso il tribunale!”. Così dobbiamo scrivere, così!

BAMBULE infatti non è solo confusione, caos, ma anche lo stato nascente di una coscienza di classe, del proprio sfruttamento.

PERCHE’ IL FUOCO NON MUORE

06 aprile 2009

Perché il fuoco non muore. Mostra sui militanti della RAF uccisi nelle carceri tedesche

Dalle 19.00
Inaugurazione della mostra, aperitivo e proiezione del cortometraggio di Holger Meins, Oskar Langenfeld

Holger Meins – militante della RAF, morì il 9 novembre 1974 a Wittlich a seguito del nutrimento forzato nel corso
di uno sciopero della fame contro le condizioni annientanti dei detenuti politici. Fu arrestato il 1 giugno 1972
assieme ad Andreas Baader e Jan-Carl Raspe. Questi tre detenuti, assieme a Gudrun Ensslin e Ulrike Meinhof,
furono presentati dallo stato come “i capi principali della RAF“ e accusati per le azioni del maggio 1972 contro le
basi americane a Heidelberg e Francoforte. Da quelle basi militari vennero coordinati i bombardamenti contro
il Vietnam. Questi compagni furono accusati anche d’aver attaccato le questure d’Augsburg e di Monaco
nonché la centrale del consorzio giornalistico di Springer ad Amburgo e la macchina d’un giudice della Corte di
Cassazione (BGH). Con quest‘ultima azione la RAF attaccò le condizioni d’isolamento a cui erano sottomessi
i detenuti politici.

Siegfried Hausner, militante della RAF, morto il 4 maggio 1975. Partecipò all‘occupazione dell‘ambasciata
tedesca a Stoccolma il 24 aprile del 1975 per liberare 26 detenuti politici. Nel corso di quest‘occupazione venne
ferito gravemente e, benchè dichiarato incapace di poter essere trasportato, venne trasferito in elicottero da
Stoccolma al carcere di Stuttgart-Stammheim

Ulrike Meinhof – viene trovata morta nella sua cella nel carcere di Stuttgart-Stammheim l‘8 maggio 1976.
Una commissione internazionale d‘inchiesta constata: “Le affermazioni delle autorità statali, che Ulrike… si sia
suicidata, non sono state provate… I risultati delle inchieste suggeriscono piuttosto che Ulrike… era già morta,
quando è stata impiccata, e che ci sono degli indizi inquietanti che indicano un intervento da parte di terzi
nel corso della sua morte… di fronte al fatto che i servizi segreti – accanto al personale del carcere – avevano
accesso libero alle celle, attraverso una porta separata e segreta.

La mattina dell’8 ottobre 1977 vengono trovati morti Andreas Baader e Gudrun Ensslin, e in condizioni gravi
Jan-Carl Raspe e Irmgard Möller (tutti della RAF) nelle loro celle. Jan muore poche ore dopo. Subito viene
diffusa la versione del suicidio, benché si scoprono molte incongruenze nelle inchieste. Il corpo di Gudrun mostrò varie ferite ed ematomi. Queste “contusioni” vennero spiegate in parte col fatto che il corpo, dopo essersi impiccato, si fosse urtato contro degli
oggetti duri, in seguito alle convulsioni al punto della morte. Questo fatto però non si poteva dimostrare perché
gli agenti avevano “liberato” subito il corpo impiccato. Come era già successo nel caso di Ulrike, non venne
eseguito il test dell‘istamina, che poteva indicare se venne impiccata una persona viva o un corpo già morto.
Irmgard, l‘unica sopravissuta, dice: “Per noi era chiaro, non è stato un suicidio. Siamo decisi a lottare… Non
sono stata io a ferirmi” (coltellate vicino al cuore). Irmgard aveva dormito e si è svegliata durante il trasporto
all’ospedale. Dopo 21 anni di carcere è stata liberata nell’autunno del 1993. Per le sue affermazioni contro la
versione dei suicidi, venne indiziata nuovamente.

Ingrid Schubert viene trovata morta il 12 novembre 1977 nel carcere di Stadelheim (Monaco). Anche in
questo caso lo stato subito parlò di suicidio. Tutte le persone che contestarono pubblicamente la versione del
suicidio, vennero indiziati. Così la “verità dello stato”, fino ad oggi senza prove, diventava attraverso i mass-
media la verità della società.

Sigurd Debus non è stato militante della RAF, ma di un altro gruppo armato clandestino. Arrestato nel 1974,
partecipava allo sciopero della fame del 1981, per lottare assieme ai detenuti della RAF contro l‘isolamento nelle
carceri. Siccome già morto da alcuni giorni, lo stato pubblicò la notizia sulla sua morte solo il 16 aprile 1981, il
giorno in cui lo sciopero della fame venne finito. Scrisse il suo avvocato: “Tutti gli indizi ci mostrano che è stato
il nutrimento forzato nel ospedale del carcere istruttorio d’Amburgo che ha causato la morte di Sigurd Debus“.
La borghesia voleva far credere attraverso la manipolazione della data di morte che i detenuti avessero finito
lo sciopero della fame a causa della morte di Sigurd, e non per le promesse fatte da parte dello stato di abolire
l’isolamento. Lo stato non ha adempito le sue promesse. L‘inchiesta sulla morte di Sigurd non ha avuto un
risultato, perché è sparita una parte dei documenti dell’ospedale. I medici e gli agenti coinvolti nella sua morte
sono rimasti sul loro posto. Per molti compagni che avevano appoggiato lo sciopero della fame Sigurd doveva
morire perché voleva lottare assieme ai detenuti della RAF.

Cox18 – rassegna corti di animazione

21 Gennaio 2009

Rassegna corti di animazione: ANIM’A’ZIONE

– gipi, blu, rita casdia, cristina diana seresini, gianluca costantini, ggtarantola, paperesistance, virgilio villoresi, magda guidi, marta roberti, unz, tony sbarbaro, ericalcane, sunwunkung, emanuele kabu, davide ragona, davide saraceno, davide catania, 2501, elisa bertolotti –

KINO VOLTSCARICHE DI CINEMA ELETTRICO GIAPPONESE

17 Dicembre 2008

KINO VOLTSCARICHE DI CINEMA ELETTRICO GIAPPONESE

COX18 presenta KINO VOLT – scariche di cinema elettrico giapponese, in programma per il 10 e il 17 dicembre, due serate dedicate alla follia ipercinetica di due autori del cyberpunk giapponese, Shinya Tsukamoto e Ishii Sogo.
Elettricità e carne, ipertrofia di macchina e corpo, visione tirata al
ritmo del punk per percorsi audiovisivi estremi di un cinema
artigianale e indipendente.

Shuffle
Regia: Ishii Sogo.
Anno: 1981 – Giappone – Durata: 34’

Burst City
Regia: Ishii Sogo.
Anno: 1982 – Giappone – Durata: 115’

Mercoledì 17 dicembre, Shuffle [1981] di Sogo Ishii, cortometraggio nel quale il ritmo distorto del punk si fonde nel ritmo visivo fino all’esplosione completa di qualsiasi narrazione. Shuffle è stato realizzato dal regista come preparazione al lungometraggio Burst City [1982], secondo film della serata, che recupera il genere del bikers, contaminandolo della rabbia anarchica del punk.

Ishii Sogo
– Regista attivo da oltre 25 anni, Ishii Sogo, nato a Fukuoka nel 1957 é riconosciuto come il primo vero autore giapponese
ad aver intrapreso percorsi visivamente scioccanti ed estremi, atti ad inventare un modo di creare cinema artigianale
ed indipendente. Quest’attitudine verrà ripresa poi da vari registi una decina di anni dopo, come Tsukamoto e Miike.
Nel 1982 realizza Burst City, primo film ad avvicinarsi a tematiche “cyber”, che rende Ishii Sogo un’icona per tutti i registi
più sovversivi del Sol Levante. Nei successivi dieci anni Sogo si dedica alla documentaristica, lavorando con varie punk
band giapponesi, fino al famoso Half Human realizzato con gli Eintürzende Neubauten. Nel 2000, su richiesta del noto
produttore Sento Takenori, realizza un film epico, tornando a virtuosismi con la macchina da presa, un’intensa fotografia
e ottime coreografie per le scene di combattimento. Il film divide la critica in Giappone. Nel 2002 Electric Dragon 80000v
sancisce un ritorno alle tematiche cyber-visionarie degli esordi, oltre che ad un approccio volutamente più indipendente
e low budget. Del 2003 é l’ultimo film Dead End Run.

Shinya Tsukamoto
– nasce a Tokyo, nel quartiere di Shibuya il 1 gennaio 1960.
All’età di quattordici anni inizia a girare con una 8 mm, delineando già la sua visionaria e personale concezione
di cinema. A metà degli anni ’80 i primi cortometraggi, come Mostri di grandezza naturale [1986] e Le avventure
del ragazzo del palo elettrico
[1987], vincitore del Gran Premio al Pia film festival di Tokyo. Nel 1988 vede la luce Tetsuo,
il suo primo film girato in 16mm e 35mm divenuto ormai un cult movie per tutti gli amanti del cyberpunk e del cinema
visionario d’avanguardia. Sempre con una produzione indipendente realizza nel 1993 Tetsuo II: body hammer, un nuovo
successo con ben otto premi internazionali tra cui quelli di Taormina e Montreal. Tra il 1993 e il 1995 realizza alcuni
cortometraggi per MTV-Nippon. Seguono una serie di produzioni per il cinema mainstream. L’ultima sua fatica
è Il serpente di giugno [2002], presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il premio speciale nella
sezione Controcorrente presieduta da Enrico Ghezzi.

KINO VOLT – scariche di cinema elettrico giapponese

10 Dicembre 2008

COX18 presenta KINO VOLT – scariche di cinema elettrico giapponese, in programma per il 10 e il 17 dicembre, due serate dedicate alla follia ipercinetica di due autori del cyberpunk giapponese, Shinya Tsukamoto e Ishii Sogo.
Elettricità e carne, ipertrofia di macchina e corpo, visione tirata al ritmo del punk per percorsi audiovisivi estremi di un cinema artigianale e indipendente.

Mercoledì 10 – Dalle 21.30

Le avventure del ragazzo del palo elettrico
Regia: Shinya Tsukamoto.
Anno: 1987
Giappone
Attori: Naruaki Senba, Tomoro Taguchi, Shin Kanaoka.
Durata: 45’
Titolo originale: Denchu kozo no boken

Electric Dragon 80000V
Regia: Ishii Sogo.
Anno:2002
Giappone
Attori: Asano Tadanobu, Nagase Masatoshi
Durata: 55’

Ad aprire la rassegna, mercoledì 10, Le avventure del ragazzo del palo elettrico [1987], secondo mediometraggio di Shinya Tsukamoto. Padre di Tetsuo, film ormai cult della cinematografia cyberpunk, Tsukamoto pone le basi in questo
lavoro, girato a basso costo in super8, dei temi sviluppati in seguito dalla sua carica immaginativa:
la macchina, il corpo, la mutazione del tempo e dell’umano. A seguire Electric Dragon 80000V [2002], capolavoro
di Ishii Sogo, una folgorazione su pellicola nella quale la carica elettrica che dà il via al sogno cybepunk è simbolo
di una violenza necessaria a liberare l’istinto primitivo.

Ishii Sogo
– Regista attivo da oltre 25 anni, Ishii Sogo, nato a Fukuoka nel 1957 é riconosciuto come il primo vero autore giapponese
ad aver intrapreso percorsi visivamente scioccanti ed estremi, atti ad inventare un modo di creare cinema artigianale
ed indipendente. Quest’attitudine verrà ripresa poi da vari registi una decina di anni dopo, come Tsukamoto e Miike.
Nel 1982 realizza Burst City, primo film ad avvicinarsi a tematiche “cyber”, che rende Ishii Sogo un’icona per tutti i registi
più sovversivi del Sol Levante. Nei successivi dieci anni Sogo si dedica alla documentaristica, lavorando con varie punk
band giapponesi, fino al famoso Half Human realizzato con gli Eintürzende Neubauten. Nel 2000, su richiesta del noto
produttore Sento Takenori, realizza un film epico, tornando a virtuosismi con la macchina da presa, un’intensa fotografia
e ottime coreografie per le scene di combattimento. Il film divide la critica in Giappone. Nel 2002 Electric Dragon 80000v
sancisce un ritorno alle tematiche cyber-visionarie degli esordi, oltre che ad un approccio volutamente più indipendente
e low budget. Del 2003 é l’ultimo film Dead End Run.

Shinya Tsukamoto
– nasce a Tokyo, nel quartiere di Shibuya il 1 gennaio 1960.
All’età di quattordici anni inizia a girare con una 8 mm, delineando già la sua visionaria e personale concezione
di cinema. A metà degli anni ’80 i primi cortometraggi, come Mostri di grandezza naturale [1986] e Le avventure
del ragazzo del palo elettrico
[1987], vincitore del Gran Premio al Pia film festival di Tokyo. Nel 1988 vede la luce Tetsuo,
il suo primo film girato in 16mm e 35mm divenuto ormai un cult movie per tutti gli amanti del cyberpunk e del cinema
visionario d’avanguardia. Sempre con una produzione indipendente realizza nel 1993 Tetsuo II: body hammer, un nuovo
successo con ben otto premi internazionali tra cui quelli di Taormina e Montreal. Tra il 1993 e il 1995 realizza alcuni
cortometraggi per MTV-Nippon. Seguono una serie di produzioni per il cinema mainstream. L’ultima sua fatica
è Il serpente di giugno [2002], presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il premio speciale nella
sezione Controcorrente presieduta da Enrico Ghezzi.