06 Giugno 2014 – ore 22,00
Cox18 presenta:
35° Scuola del Fumetto con Stoneplayers & School of Thrash live
+ contest di disegno live
17 Febbraio 2013 – ore 17,00
Contro la costruzione dell’ecomostro nella riserva naturale di Niscemi.
Per l’immediata smilitarizzazione del territorio siciliano e del globo.
Contro le guerre preventive e le permanenti spinte imperialiste dell’occidente.
Per la libertà di ogni popolo di decidere come vivere il proprio territorio.
dalle 17.00 mostra fotografica, video e presentazione del movimento NO MUOS
Cena buffet vegan
Tour informativo promosso da NOMUOS EMILIA ROMAGNA
www.nomuosniscemi.it
II MUOS e il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate USA che dirigerà tutti gli strumenti di guerra statunitensi a livello planetaria (droni, bombardieri, sistemi missilistici nucleari, sottomarini, ecc.) Sarà costituito da 4 terminali terrestri (uno a Niscemi-Caltanissetta gli altri alle Hawaii, Virginia e Australia) e da 5 satelliti geostazionari. Si tratta di uno strumento si morte che oltre a gravare sulla sicurezza e sulla salute della popolazione (le onde emesse possono superare i 140 km) avrà un devastante impatto ambientale sul territorio siciliano. La base della US Navy si trova all’interno della Riserva Naturale “Sughereta di Niscemi”, inserita nella rete Natura 2000 come Sito di lmportanza Comunitaria (SIC) e sulla quale, in base al piano territoriale 2008, non è consentito realizzare nuove costruzioni o infrastrutture, compresa l’installazione di antenne o tralici. Sul progetto MOUS, inoltre, non vi è stata nessuna forma di consultazione e partecipazione della popolazione interessate (some previsto dall’articolo 6 della direttiva 2011/92/UE). Ciò accade a causa della presenza di un trattato bilaterale USA-ITALIA, il BIA (Bilateral Infrastructure Agreement), risalente al 1954. Noto negli ambienti militari italiani come “Accordo Ombrello”, l’accordo permette e regola la presenza delle forze armate americane in suolo italiano e stabilisce le condizioni di utilizzo della basi. L’unico problema: il testa di questa accordo e rimasto segreto fino ad oggi e non è stato reso noto né all’opinione pubblica né agli stessi legislatori.
Dopo la Manifestazione Nazionale del 6 ottobre 2012, che ha visto coinvolti oltre 4.000 siciliani per le vie di Niscemi e attorno alla base USA, centinaia di cittadini di Niscemi e comuni limitrofi hanno creato un Presidio Permanente presso l’ingresso principale della base, bloccando l’arrivo dei trasporti speciali che serviranno a montare le parabole sui piedistalli già installati. Le azioni dirette e di disobbedienza civile hanno sino ad ora impedito il completamento dei lavori, dimostrando che di fronte all’arroganza del potere solo le lotte dal basso possono impedire i processi di colonizzazione e militarizzazione del territorio.
Il 7 gennaio 2013 il governo nazionale ha dichiarato Ia città di Niscemi “Sito di interesse strategico per Ia difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. Nel comunicato al Presidente della Regione Siciliana R. Crocetta, il Ministro dell’lnterno A. Cancellieri aggiungeva: “Non sono accettabili comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e Ia Iibera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione”. Una dichiarazione che, oltre ad esprimere Ia chiara posizione del governo riguardo l’installazione del MUOS,
mandava un messaggio diretto sia alle istituzioni che ai cittadini che da anni lottano contra Ia costruzione del MUOS.
Nonostante il bisogno di una rinfrescata al ministro Cancellieri sui contenuti dell’art. 11 della Costituzione italiana e, nonostante l’assenza di informazioni riguardo il MUOS come strumento bellico a fini offensivi e non difensivi come istituito dai patti con le forze alleate; I’8 gennaio (il giorno dopa Ia dichiarazione del governo italiano) I’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato Ia mozione di revoca delle autorizzazioni di costruzione del MUOS. Una decisione che, in assenza del presidente Crocetta, dava un po’ di speranza ma che meritava poca fiducia. Manco a dirsi, Ia notte tra il 10 e I’11 gennaio un blitz della polizia, a forza di manganellate, e riuscito a sfondare i blocchi che i cittadini creavano coi propri carpi e a scortare dentro Ia base i mezzi che permetteranno la costruzione dell’ecoMUOStro. Solo dopo gli scontri, il presidente della Regione Crocetta si e scomodato per dichiarare che provvederà per avviare la sospensione dei lavori. Ma finche Ia base sarà ancora lì: noi non ci crederemo.
08 Febbario 2012 – ore 21,30
Cox18 presenta:
Incontro / dibattito Buñuel vs Jodorowsky
Dibattito sui percorsi comuni e divergenze dei due autori
Interverranno Alessandro Stellino e Daniela Persico
durante la serata proiezione di “Las Hurdes” di Luis Buñuel (SPA, 1933, b/n 33′) ver.or.sott.
e de “La Cravate” di Alejandro Jodorowsky (FR, 1957, col. 20′)
nei sotterranei mostra con fotografie, locandine, fumetti e videoinstallazioni
http://bunuelvsjodorowsky.noblogs.org/
Daniela Persico. Critica cinematografica e regista, è tra gli organizzatori di Filmmaker e fa parte della direzione della rivista culturale Cenobio. Ha collaborato con Repubblica e scrive per Lo straniero, Il Giornale del Popolo e Panoramiques. È autrice delle monografie dedicate a Claire Simon e Wang Bing, edite da Agenzia X. Nel 2009 ha diretto “Et mondana ordinare”, presentato a numerosi festival. Ha collaborato alla realizzazione del nuovo film di Alina Marazzi.
Alessandro Stellino. Critico cinematografico e scrittore. Ha collaborato con Ciak, Segnocinema e Nocturno. Scrive per il quotidiano La Nuova Sardegna ed è tra gli autori del Dizionario dei film di Paolo Mereghetti. Ha curato numerosi cineforum e corsi di critica cinematografica a Milano. Il suo primo romanzo, “Incendi – Racconto di fine estate” (2011) è edito da Il Maestrale.
29 Gennaio 2012 – ore 18,00
Cox18 presenta:
Inaugurazione Buñuel vs Jodorowsky
ore 18.00
Serata d’apertura, inaugurazione aree espositive, aperitivo e buffet,
Proiezione de: “L’âge d’or” (ver. or. sott.) di Luis Buñuel (SPA 1930, B/N 63′)
ore 22.00
Proiezione di: “El Topo” (ver. or. sott.) di Alejandro Jodorowsky (MEX 1970, col. 125′)
Ingresso libero, buffet con sottoscrizione
22 Aprile 2011
Serata di autofinanziamento per il Queer Festival
– Proiezione di “Ladyfilmine” di Giulia Vallicelli (documentario sperimentale sul Ladyfest di Roma)
– Mostra a cura del collettivo Shora
– DJ set Pornflakes Queer Crew
Queer è il rifiuto delle norme imposte.
Queer è liberare il desiderio da ogni catena che lo inibisce, liberare i corpi e le menti dai tabù e dalla vergogna , dagli standard di bellezza che ci vorrebbero tutti uguali.
Queer è aprire le nostre gabbie mentali e lasciar correre via ogni preconcetto, senza aver paura di affrontare l’ignoto, il diverso da noi, la complessità che è propria della vita.
Queer è prendere ogni persona per quello che è, senza etichette pronte da appiccicargli addosso, lasciare che sia lei a definirsi o a non definirsi.
Queer è ricreare una comunità vera, dove ci si incontra ci si diverte si discute si fa festa ci si ama si fa politica si lotta insieme.
Queer è la solidarietà con chi è oppresso, non la paura e la diffidenza e la presa di distanza.
Queer è creare i propri spazi in maniera autogestita, senza passare attraverso chi si vuole arricchire sulla nostra pelle. Fanculo la mercificazione dei nostri corpi, il business dei locali, lo stile di vita gay trendy, i magazines di moda, i cocktail a 8 euro.
Queer è il rifiuto di assimilarsi e di imitare i modelli patriarcali e cristiani dei generi, della famiglia e della società.
Queer è ribellione verso chi ci opprime, anzichè accondiscendenza.
Queer sono le notti di Stonewall e Sylvia Rivera e Mario Mieli.
Queer è la nostra fiera risposta ai concetti di normalità, alla triste realtà ordinata in cui ci vorrebbero tutti incasellati.
NOT GAY AS IN ‘HAPPY’, BUT QUEER AS IN ‘FUCK YOU!’
19 Febbraio 2011
– Presentazione e mostra del collettivo Burp!
– Live painting
– DJ-set di Brokenbrix Mk (drum’n’bass)
Burp è un collettivo composto da fumettisti/musicisti/hacker/precari con la passione per la carta stampata e per i baloon dentro le vignette. A partire da questa comune passione e da altre sane dipendenze che ci legano, nasce l’idea di portare il disegno, un computer e un proiettore, all’interno delle serate di laboratorio musicale della Sottosuono, al Tpo di Bologna, facendo così diventare le pareti del centro sociale la pagina bianca di un gruppo di irrequieti disegnatori e la cassa di risonanza dei gruppi che nel mentre si alternano sul palco.
Dopo è un attimo e come fosse la più naturale delle conseguenze, ci diamo un nome, Burp! Deliri grafico intestinali.
Burp come l’onomatopea di un rutto, il rutto come forma di autodeterminazione, l’autonomia e l’indipendenza in tempo di crisi economica e tagli e precariato assicurato. Decidiamo che a noi la crisi economica non ci avrebbe fermato e nonostante non abbiamo un euro uno, passiamo dal muro alla carta: stampiamo le prime 100 copie, ed è così che burp! finisce di essere solo un nome. Ma se vero, come è vero, che la storia non si fa con il senno di poi, i commenti (pro) positivi e il calore dei primi lettori trasformano da subito le timidezze dell’inizio in prospettive di miglioramento, incontri e sbronze per nulla lontani da veri e propri brainstorming editoriali, nuovi autori che hanno voglia di intraprendere questo viaggio con noi, in poche parole una sfida: l’autoproduzione come strada da percorrere, il numero 2 come obiettivo all’orizzonte.
E proprio l’autoproduzione e le possibilità di sperimentazione che la scelta dell’indipendenza ti offre, sono alla base del progetto di burp! che piano piano si struttura, prende corpo e mette i muscoli, e soprattutto si allarga.
A fine anno il bottino ammonta a 5 numeri, numerosi incontri e presentazioni, tanti contatti con cui fare rete e continuare a r-esistere, più il fiore all’occhiello “Il dente e la lingua” un reportage illustrato dal vertice internazionale sul clima di Copenhagen. Tutto culmina nell’incontro con Claudio ed Emiliano di Sherwood Comics, di cui fino ad un anno fa apprezzavamo moltissimo il lavoro, lo sforzo e la bellezza delle antologie e con cui adesso ci troviamo felicemente spalla a spalla in un vortice di progetti, nonché la produzione di Global Warming settima antologia del fumetto indipendente.
02 Giugno 2009
Scopriamo… i Navigli
In occasione della festa dei Navigli il C.S.O.A. Cox 18 presenta la mostra fotografica organizzata dal Cral dell’Azienda Ospedaliera San Paolo che si terrà lungo i muri del centro e nel cortile. Decine di pannelli per ricordare storicamente quanto c’era da un punto di vista sociale e urbanistico sostituito oggi dalla speculazione immobiliare e da bottegai che vendono birre e panini senza memoria e passione. Navigando… per storie e immagini.
ore 15.30 Inaugurazione della mostra
ore 19.00 Buffet
ore 21.00 Proiezione del film Oltre il ponte – Storie di lavoro, 39 min
Regia di Sabina Bologna,
musiche di Lorenzo Magnaghi,
ricerche a cura di Silvia Bassoli
Oltre il ponte – Storie di lavoro
Nato da un’idea di Sergio Bologna, Il documentario ricostruisce la trasformazione di un quartiere di Milano, un tempo centro di importanti realtà industriali specializzate nell’elettromeccanica pesante (come la Riva Calzoni, la CGE, la Loro Parisini) e diventato oggi zona dedicata al design, ai media, all’informatica, alla moda, all’arte. Un territorio diventato un brand, chiamato “zona Tortona”, e considerato una delle più alte concentrazioni di “classe creativa” del mondo. E’ un viaggio dal fordismo al postfordismo.
Dell’epoca industriale rintraccia le tre grandi componenti: il paternalismo illuminato, sull’esempio della Riva Calzoni, il riformismo filantropico, testimoniato dalle Case Popolari dell’Umanitaria – costruite nel quartiere nel 1906 – e l’antagonismo di classe, ricordato con interviste e filmati d’epoca sul grande sciopero degli elettromeccanici del 1960.
Il ricordo della grande industria rimane negli spazi, conservati da un immobiliarista intelligente ed occupati oggi dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro, dai grandi nomi della moda, come Fay, Zegna, CP Company – gli spazi della Riva Calzoni – dai Laboratori del Teatro alla Scala – gli spazi della CGE. Entrando negli studi di grandi designer, come Isao Hosoe, negli uffici delle multinazionali della consulenza, come la Deloitte, nelle agenzie di modelle per le sfilate di Armani, la macchina da presa incontra realtà della new economy ma anche sorprendenti officine meccaniche dove ancora antichi mestieri – come i tornitori in lastra – lavorano in maniera artigianale per mercati del Medio Oriente. Ma le condizioni della “classe creativa”, composta in maggioranza da freelance che lavorano per la moda, i grandi eventi, i media, il design, sono davvero migliori di quelle dei vecchi operai? Il documentario si chiude con questo interrogativo mentre scorrono le immagini della nuova speculazione edilizia, quella che non conserva più la memoria del passato ma rade al suolo per tirar su palazzoni.