NOGURU + GLINCOLTI

11 Dicembre 2010

NIGHT FOR THE DEAF con
NOGURU + special guest GLINCOLTI

NOGURU

Formazione nuova di zecca composta da 3 ex Ritmo Tribale + Xabier Iriondo + Bruno Romani (ex Detonazione), i NoGuRu presentano in Cox18 il loro album d’esordio, “Milano Original Soundtracks” uscito per Bagana Records. Questi rockers leggendari non hanno perso un’oncia della loro carica originaria, anzi rilanciano con un suono chitarristico ispido ed al tempo stesso ricercato, squarciato dalle incursioni anarcoidi del sax di Romani.
Aprono la serata GLINCOLTI, spettacolare band di post rock blues strumentale, tra le piu’ originali del panorama underground. In Cox18 presentano il loro album d’esordio “Visti e Imprevisti”, uscito da poco su Godown records.

La Guardia e’ Stanca

LaGuardiaEStanca

09 Dicembre 2010

“LA GUARDIA È STANCA”
secondo appuntamento di scali di parole 2010-2011, con GERALDINA COLOTTI.
scali di parole 2010-2011 è organizzato da cox18, calusca city lights, archivio primo moroni, lemm – associazione culturale

Parte Prima

Parte Seconda

perché conchetta? perché calusca? perché l’archivio primo moroni?
semplicemente perché la poesia è nella strada (o sulla strada), perché il legame tra poesia e vita ci ha intrigato e attraversato, da sempre, e perché poeticamente ha da abitare l’uomo e questo significa costruire situazioni (individuali e collettive) che valgano la pena.
tutto questo non può che vivere al di fuori dei circuiti commerciali. nella strada, appunto.

Il secondo incontro si intitola “la guardia è stanca” dall’ultimo libro di Geraldina Colotti.
In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confrontandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della solitudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bolscevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni Settanta, alla lotta armata e al carcere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fatti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario sterminato del mondo.

geraldina colotti

nata a Ventimiglia, è stata militante delle Brigate Rosse e ha scontato una lunga condanna in carcere. del quotidiano “il manifesto”, cura l’edizione italiana di “Le Monde diplomatique”. Ha scritto racconti, poesie, romanzi per ragazzi, testi comici. Con Marie-José Hoyet ha tradotto dal francese Tutto-Mondo, di Ėdouard Glissant (Edizioni Lavoro, 2009). Fra i suoi ultimi libri, Certificato di esistenza in vita (Bompiani, 2005), e La guardia è stanca (edizioni Cattedrale, febbraio 2010). Alcune sue poesie compaiono nell’antologia Poesia senza kuore, curata da Mario Lunetta (Robin edizioni, ottobre 2010)

altri incontri già fissati:
10 gennaio nanni balestrini e joëlle leandre
febbraio: omaggio video a gianni toti
23 marzo john giorno
7 maggio anne waldman

Liberi tutti

02 Dicembre 2010

LIBERI TUTTI
Antonio Bocola | Marina Ballo Charmet E Walter Niedermayr
a cura di Fabrizio Longo | Rossella Moratto

Il carcere visto da dietro le sbarre, con gli occhi dei minori. Adolescenti e bambini in età prescolare che vivono la difficile esperienza del carcere, un segno indelebile nelle loro esistenze.
Non un’inchiesta ma il lavoro di un regista, Antonio Bocola, e quello di due artisti, esponenti della fotografia d’avanguardia italiana, Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr: un dialogo e un confronto tra due approcci diversi al linguaggio video – quello del cinema documentaristico e quello dell’arte – accomunati da un medesimo interesse per il sociale.
Bocola, Ballo Charmet e Niedermayr riportano “la vita degli altri” restituendo, ognuno a proprio modo, degli stralci di esistenza: non raccontano in prima persona, ma aprono uno spazio per cercare di comprendere (e far comprendere a tutti noi che siamo “fuori”) la vita vista da “dentro”. Il punto di vista è quello dei minori, appunto, è il loro lo sguardo che possiamo condividere.
È lo sguardo degli adolescenti, come racconta Non ci sto dentro, docufilm di Antonio Bocola frutto di un anno di lavoro del regista con il suo laboratorio di tecnica cinematografica all’interno del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. È una raccolta di testimonianze in prima persona dei ragazzi e delle ragazze dell’IPM Beccaria, che nasce dal pretesto narrativo dell’apertura di una radio in podcast: questa diventa il catalizzatore dei loro racconti, frammenti di ordinaria quotidianità in carcere e nelle comunità penali territoriali. Le dinamiche relazionali, le storie e i desideri di un “dopo” diverso che lascia intravedere una speranza di riscatto nel difficile passaggio all’età adulta.
È anche lo sguardo inconsapevole e innocente dei bambini e delle bambine, che vivono con le loro madri all’interno del carcere. La legislazione italiana infatti consente alle madri detenute che non possono usufruire di altre facilitazioni previste dalla Legge Gozzini (arresti domiciliari o differimento della pena), di tenere con sé i loro figli fino all’età di tre anni durante il periodo della detenzione. Questo comporta per i bambini un’esperienza di vita traumatica che incide pesantemente sul rapporto con la madre e sulla loro crescita. Nel video Agente Apri, opera composta da riprese realizzate nel 2006 nel carcere di San Vittore di Milano, Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr riflettono su questo tema. È il racconto essenziale dei percorsi che due bambini, un maschio e una femmina, compiono quotidianamente nei vari ambienti del carcere nel quale vivono insieme alle loro mamme, per uscire a giocare e per poi tornare nel nido all’interno del carcere milanese.
Nel 2006, poco dopo la realizzazione del video, è stato creato a Milano in via sperimetale l’Icam, una struttura di custodia attenuata frutto di un protocollo d’intesa fra gli enti locali (Regione, Provincia e Comune ed il Dipartimento di Polizia Penitenziaria), concepita secondo il modello della casa famiglia. L’esistenza dell’Icam ha consentito il trasferimento delle detenute nella struttura – dove possono usufruire di attività formative e di avviamento professionale – e la chiusura dell’asilo nido del carcere di San Vittore poiché i bambini frequentano i servizi scolastici e ricreativi presenti sul territorio, presso i quali vengono accompagnati da operatori e volontari.

Senza pretese di ricerca sociologica, Non ci sto dentro e Agente Apri fotografano senza filtri il sistema del carcere focalizzandosi sulla parte più debole della sua popolazione.

Non ci sto dentro
Un documentario di Antonio Bocola
Testi e ricerche: Antonio Bocola, Francesco Scarpelli, Ciro Forte, Stefano De Felici
Direttore della fotografia: Rocco Cirifino
Musiche originali: Lorenzo Gasperoni
Una co-produzione: E-Tica / Gagarin
Formato: Hd 750p – Durata: 58’

Antonio Bocola (Napoli 1967) vive e lavora a Milano. Regista, sceneggiatore ed esperto di tecnologie avanzate nel campo dei media e dell’interattività. Diplomato all’Itsos di Milano, cresce professionalmente allo Studio Pontaccio di Achille Mauri, dove segue la produzione di molti
programmi RAI. Inizia a lavorare nel cinema come aiuto-regia di Marco Bechis, quindi come aiuto regista/producer per diverse case di produzione e agenzie pubblicitarie. Dal 1996 firma la regia e l’ideazione di numerosi documentari, cortometraggi, fiction e programmi TV. Nel 2003 realizza il lungometraggio Fame chimica (2003), selezionato al 60° Festival Internazionale del Cinema di Venezia, ottenendo nel 2005 la nomination come migliore regista esordiente ai David di Donatello e la nomination ai Nastri d’Argento. Dal 2005 è amministratore delegato di E-tica srl. Informazioni
più complete, filmografia e reel: www.antoniobocola.com

Agente Apri (2007)
di Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr
Regia: Marina Ballo Charmet e Walter Niedermayr
Montaggio: Simonetta Fadda
Formato: minidv – Durata: 21’

Marina Ballo Charmet dalla metà degli anni ottanta si dedica alla fotografia e successivamente al video esplicitando visivamente il non-visto della nostra esperienza quotidiana. Parallelamente lavora come psicoterapeuta infantile nei servizi territoriali pubblici di Milano. Le ultime mostre personali hanno avuto luogo a: Storefront for Art and Architecture (New York 2009); Triennale (Milano, 2008); Centre National de la Photographie (Parigi, 1999). Tra le numerose collettive in Italia e all’estero ha esposto in istituzioni quali: MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma (2010); SK Stiftung Kultur (Koln, 2006); Fotomuseum Winterthur (2005); Ècole Supérieure des Beaux-Arts, (Parigi, 2001); CCA (Montreal, 1998). Ha partecipato alla 12. Mostra Internazionale di Architettura Venezia nella mostra Ailati. Rilessi dal futuro nel Padiglione Italia e alla XLVII Biennale d’Arte nel 1997 nella mostra Venezia-Marghera. Ha realizzato numerosi video e pubblicato diversi libri, tra cui: Il parco, Charta, Milano (2008), Marina Ballo Charmet, Fotografie e video 1993/2007, Electa/Jarach Gallery, Milano (2007). Rumore di fondo, Art&, Udine (1998), Con la coda dell’occhio, Art&, Udine (1995).

Walter Niedermayr è nato nel 1952 a Bolzano, dove vive e lavora. Da oltre 15 anni fotografa il
paesaggio montano, dove sono evidenti contrasti di tipo economico-ecologico. Recentemente ha orientato il proprio interesse verso ambienti chiusi come quello degli ospedali e delle carceri. Queste e altre indagini sono state presentate in pubblicazioni e mostre tra cui: Die bleichen Berge (1993), Reservate des Augenblicks (1998), Zivile Operationen (2003). Numerose sue mostre personali, tra cui al Centre pour l’image contemporaine, Geneva; Rupertinum, Museum für moderne und zeitgenössische Kunst, Salzburg and NGBK Berlin. Ha partecipato a collettive internazionali in musei e istituzioni quali Mori Art Museum, Tokyo; Kunsthalle Schirn, Frankfurt (2008); Kunstmuseum Wolfsburg (2007); Tate Modern London (2007); Hara Museum of Contemporary Art, Tokyo, Centre National de la Photographie, Paris, Akademie der Künste, Berlin(1999); Fondation Beyeler, Basel (2003); MOCA, Los Angeles (2004). Nel 2008 ha partecipato a MANIFESTA7 e nel 2004 ha esposto alla 9. Mostra Internazionale di Architettura Venezia nella mostra Metamorph. Ha collaborato a un progetto con lo studio SANAA pubblicato nel volume Walter Niedermayr / Kazuyo Sejima + Ryue Nishiwaza / SANAA,Hatje Cantz Verlag Ostfildern (2007).

Ex Machina

27 Novembre 2010

Un progetto che si muove sul confine tra espressione visiva e performativo-sonora e pone in relazione la ricerca di due gruppi italiani, Echran e Teatrino Elettrico, accomunati, pur nella originalità degli esiti, dall’impiego dello scarto e del residuale in un’ottica di riutilizzo creativo. Il materiale di recupero espulso dal ciclo d’uso e diventato rifiuto inerte – nel caso di Echran vecchie lamiere e, nel caso di Teatrino Elettrico, oggetti d’uso quotidiano smontati e riassemblati – viene riciclato come materia sonora e diviene “strumento”. I riferimenti sono molteplici: in ambito artistico da Fluxus alle macchine inutili di Bruno Munari e ancora più indietro all’ottica di accumulazione dadaista, mentre in ambito controculturale all’estetica dello steam punk e a gruppi quali Mutoid Waste company e a il movimento rave indipendente della prima ora.

Echran si colloca su un versante più elettronico: costruisce ambienti visivo-sonori caratterizzati da atmosfere noise e psichedeliche, derivate da precedenti esperienze dark-ambient e industrial-noise dei suoi componenti: la materia sonora si compenetra e completa con quella visiva che non è parte accessoria ma intergrante delle performance, che viene modificata in tempo reale seguendo i ritmi sonori del live set. Il lavoro del gruppo è una continua ricerca e sperimentazione di soluzioni in un orizzonte sinestetico: in Steel Live la performance presentata per ex MACHINA, due lavori pittorici su lamiera di ferro di Dies_ (aka Fabio Volpi) vengono utilizzate sul palco nella doppia funzione di elemento scenografico e strumento, e suonate dal vivo percuotendole, accarezzandole e processando i suoni ottenuti per ottenere basi ritmiche e drones, che non sono necessariamente legati a timbriche di tipo metallico. Su queste due superfici, in sincronia con l’azione percussiva, vengono proiettati segni di luce e video come un ulteriore strato di pittura opposto ed effimero a quello esistente. Questa sarà l’unica fonte luminosa a rivelare la scena performativa, restituendo l’unità visiva d’insieme alla gestualità e al suono.
Le lamiere presentate in mostra, rappresentano una “ricaduta” pittorica del progetto. Sono parte di un work in progress focalizzato sull’analisi di opposte polarità: alcuni lavori sono caratterizzati da elementi neri che si collocano in uno spazio dato con il quale sono in relazione di opposizione o fusione ( Magneti) mentre altri (Transizioni) rappresentano il movimento delle forme nello spazio, fermato in un istante, come in un frame: Magneti e Transizioni sono manifestazioni delle tensioni opposte e differenti relazioni con l’ambiente, risolte nella fluidità del movimento in un video, continuum dinamico delle lamiere, che completa e idealmente conclude il ciclo di espansione e contrazione delle forme.

Legato a un’estetica macchinica e meccanica, il lavoro di Teatrino Elettrico è un’improvvisazione che accade, ogni volta diversamente, nel tavolo-ribalta in cui sono accatastati frammenti di elettrodomestici in disuso – radio, transistor, microfoni, componenti di stampanti, cavi, scarti metallici e plastici – assemblati ed amplificati, che si azionano producendo suoni ripetitivi, ossessivi e antimelodici, diretta e concreta espressione degli oggetti. Lo scopo delle performance è animare gli oggetti per mezzo dell’elettricità , ridare loro vita e uno spazio sottratto all’utilità e alla funzione per trasformarli in produttori di suoni. Una musica cacofinica che si fa quasi da sola, impura e low-fi, che dichiara la sua matrice techno-industrial nell’imprevedibile interazione tra il rumore e le interferenze magnetiche ed elettromagnetiche. Gli artisti azionano gli oggetti, spengono e accendono le macchine, amplificate da microfoni a contatto. Il live, ripreso in diretta e proiettato su uno schemo, si autorappresenta. La performance per ex MACHINA, DC12V è opera finalista al concorso internazionale Celeste Prize.

ex MACHINA è un progetto a cura di Rossella Moratto

ECHRAN nasce nel 2003. Ha realizzato audio e visual set, workshop. Tra gli ultimi progetti, realizzati tra il 2006 e il 2009: Expolding cave, Cox18, Milano; STRP Festival, Eindhoven, Olanda; Città sonore 2007, Casa dell’Architettura, Roma; Mixed Media, Hangar Bicocca / Torri di Kiefer, Milano; de_refrigerazioni – codici percettivi smaterializzati, Officina Giovani, Prato; baafest 3, Stecca degli Artigiani, Milano; live!ixem 2006, rialto santambrogio, Roma.
Echran è formato da Davide del Col, Fabio Volpi (a.k.a. dies_ ), Accursio Graffeo
www.myspace.com/echran
http://www.digicult.it/Agency/sections/artists/echran.asp

TEATRINO ELETTRICO nasce nel 2008. Il gruppo ha realizzato concerti, performances live-media, spettacoli teatrali,installazioni multimediali, workshops e altri progetti ibridi.
Tra il 2008 e il 2009 hanno partecipato a vari eventi, festival e rassegne tra cui: LKG, galleria Fonticus, Groznjan, Croazia; Flora, Xing, Firenze; Mapping, Ginevra; Vision-R, Parigi; Signal Cagliari; Piksel, Bergen, Norvegia; Iceberg, Bologna; Deus ex machina, Kollartino Underground, Roma.
Teatrino elettrico è formato da Massimiliano Nazzi ed Emanuele Martina.
www.teatrinoelettrico.org

DIES_ (Fabio Volpi)
L’attività artistica di Dies_ si sviluppa nel collettivo Otolab a partire dal 2001, partecipando alla creazione di eventi multimediali che verranno proposti dal vivo a Milano, Roma, Bologna, Bruxelles, Parigi, Città del Messico e Montreal.
Nel 2003, assieme a Davide del Col fonda il gruppo Echran, con il quale pubblica due album Echran del 2005 e In Offret del 2009. Nel 2008 cura personalmente l’mmagine grafica e i visuals per le esibizioni multimediali dell’ensemble di musica contemporanea Sincronie, che verranno realizzate anche queste dal vivo, a Jakarta e Bali in Indonesia nel 2009.
Dal 2008 assume l’incarico di docente del corso di teoria della rappresentazione presso il Centro di Formazione Professionale “Riccardo Bauer” a Milano.
Nel 2010, alla Galleria Fabbrica Borroni di Bollate (Mi), espone le proprie recenti opere pittoriche
derivate dalla live media performance Les Champs Magnétiques, vincitrice del concorso internazionale Celeste Prize a Berlino.
Attualmente integra l’attività di insegnamento al C.F.P. Bauer, e l’accademia N.A.B.A. di Milano con le creazioni artistiche multimediali all’interno del collettivo Otolab.

LE RISPOSTE DELLA POLVERE

26 Novembre 2010

“LE RISPOSTE DELLA POLVERE”
primo appuntamento di scali di parole 2010-2011, rassegna poetica che si articolerà con un incontro mensile sino a giugno.
scali di parole 2010-2011 è organizzato da cox18, calusca city lights, archivio primo moroni, lemm – associazione culturale

perché conchetta? perché calusca? perché l’archivio primo moroni?
semplicemente perché la poesia è nella strada (o sulla strada), perché il legame tra poesia e vita ci ha intrigato e attraversato, da sempre, e perché poeticamente ha da abitare l’uomo e questo significa costruire situazioni (individuali e collettive) che valgano la pena.
tutto questo non può che vivere al di fuori dei circuiti commerciali. nella strada, appunto.

il primo incontro si intitola “le risposte della polvere” con un rimando a “chiedi alla polvere” di john fante; il registro è quindi quello di una condizione di provvisorietà e impermanenza
e prevede la partecipazione di:

tom raworth, john gian, rita degli esposti

Tom Raworth è nato a Londra nel 1938. Dopo aver lasciato la scuola a 16 anni ha svolto diversi lavori per 13 anni. Il suo primo libro, The relation ship, del ’67, ha vinto l’Alice Hunt Barlett Prize, a quel tempo il più importante riconoscimento per la poesia nel Regno Unito. Negli anni settanta ha vissuto, e talvolta lavorato, negli USA e in Messico. Nel 1977 è tornato in Inghilterra come “Poet in Residence” al King’s College di Cambridge. Fino a poco tempo fa, nonostante non sia più legato all’Università, ha vissuto in quella città con la sua famiglia. Il suo lavoro è stato tradotto in più di 20 lingue e ha tenuto conferenze in tutto il mondo. Ha collaborato ed eseguito performance con altri scrittori, pittori e musicisti, e la sua opera grafica è stata esposta in Europa, USA e Sud Africa. Ha pubblicato una quarantina di libri di prosa e poesia, tra i quali ricordiamo “The relation ship” (1967), “A serial biography”(1969, prosa), “Moving” (1971), “Act” (1973), “Logbook” (1977), “Writing” (1982), “Eternal Sections” (1993), “Clean and Well Lit” (1996), “Tottering State” (2000), “Collected poems” (2003). In traduzione italiana sono state pubblicate tre sue raccolte: “Il grande giorno verde” tradotto da Franco Beltrametti (1988) e “Acqua Privata” (traduzione Rita degli Esposti e John Gian, 1993), entrambi presso Supernova, Venezia; “Frames Inquadrature” (traduzione Dario Villa Giona Editions, 1995). http://www.tomraworth.com

John Gian. Poeta e artista visivo. Numerose pubblicazioni e partecipazioni con letture, performance e opere (anche in collaborazione con altri poeti e artisti) a eventi internazionali tra i quali One World Poetry (Amsterdam 1979, 1883), In Forma Di Parole (Roma, 1991), Polypoesis (Budapest, 1992), Romapoesia (1999) e le Biennali di Arti Visive di Venezia (1999, 2001, 2003, 2005, 2009) e di Architettura (Venezia, 2006). Oltre che in Italia, sue opere sono state pubblicate e tradotte in antologie e riviste di letteratura e arte in Australia, Francia, Germania, Inghilterra, Israele, Olanda, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria. Attualmente vive a Venezia. http://www.johngian.it

Rita degli Esposti. Bolognese, poeta e performer, vive a Venezia. Ha fatto parte della tribù dei poeti che ha animato festival ed eventi poetici in giro per il mondo (USA, One world poetry, Amsterdam, Budapest, Locarno ecc.) e per l’Italia (Parmapoesia, Romapoesia, veneziapoesia, Postmodernism Trento, Biennale Venezia, ecc.) dagli anni Settanta agli anni Novanta. Ha partecipato a numerosi festival e collaborato a riviste internazionali. Tra i titoli: “Amrita” (Supernova, Venezia), “Dal margine del ciclone” (Porto dei santi, Bologna), “Tiger in the mirror” (Coyote , USA), “Specchio convesso” (ANA, Svizzera).”Letters to the nightingale” (Longhouse, USA). Traduzioni di Allen Ginsberg, Tom Raworth, James Koller, Anne Waldman, Cid Corman, Joanne Kyger, Louise Landes Levi, Namkhai Norbu,Gary Snyder ecc. Collabora con il gruppo dei Bioregionalisti, per i quali ha recentemente curato l’edizione di “La pratica del selvatico” di Gary Snyder.

LeRisposteDellaPolvere

altri incontri già fissati:
9 dicembre geraldina colotti
10 gennaio nanni balestrini e joëlle leandre
febbraio: omaggio video a gianni toti
23 marzo john giorno
7 maggio anne waldman

Seize the time

25 Novembre 2010

Proiezione del film “Seize the Time” di Antonello Branca e incontro con:
Bruno Cartosio (docente di storia contemporanea – Università di Bergamo)
U.Net (esperto di storia, cultura e resistenza afro-americana)
Federico Carra (Kiwido – Federico Carra Editore)
Donatella Barazzetti (ACAB – Associazione Culturale Antonello Branca)

Film “cult” degli anni ’70 sul movimento delle “Pantere Nere”. Il lungometraggio è stato realizzato interamente negli Stati Uniti seguendo dall’interno il lavoro del Black Panther Party. Antonello Branca costruisce l’impianto narrativo del film fondendo insieme, con estrema abilità, i canoni del cinema di finzione e del cinema documentario. Un solo attore professionista, Norman Jacobs, si muove tra visioni pop-simboliche dell’imperialismo a stelle e strisce contrapposte a visioni della realtà: rastrellamenti, manifestazioni studentesche, esercitazioni della guardia nazionale, testimonianze dirette. Un’America dove i neri e le “pantere” in particolare, vengono assassinati a sangue freddo secondo un preciso disegno repressivo.
Intorno alla partecipazione del film al festival di Venezia dello stesso anno, si sviluppò una vivace polemica: le condizioni poste dalla direzione del Festival infatti furono tali da indurre l’autore a non presentare il film.

Love in Elevator + Lucertulas

20 Novembre 2010

Concerto con
– Love in Elevator
– Lucertulas

Love In Elevator
Uscirà il 12 novembre “Il Giorno dell’Assenza” (E&F/Go Down Records) il terzo disco di Love in Elevator
“Si apre un nuovo corso per la band veneta. Già con Re-pulsion del 2008 si era visto un cambio di marcia. Vuoi perché da quartetto erano diventati un power trio. Vuoi perché non era più un gruppo di donne (con un solo elemento maschile). Ora assistiamo a un ulteriore marcamento. Non più solo testi in inglese ma anche in italiano. Il risultato è brillante, estatico. A tratti una sorta di shoegazer sound incattivito da riff e cambi di umore e di marcia che fanno di questo album una continua sorpresa. Il risultato? Spiazzante… diversissimo dai dischi precedenti… ” (Lunatik)

I Lucertulas sono un trio noise rock composto da chitarra, batteria, basso e voce.

Kamikazes + The Cosmics

19 Novembre 2010

Concerto con
– Kamikazes
– The Cosmics

Chi sono i Rock’n’Roll Kamikazes?
Andy Kamikaze, è non solo Kamikaze, ma era il chitarrista/cantante degli “Hormonauts”! Prima di imbarcare sulla Hormo-nave che lo ha portato in giro per gli ultimi 10 anni, fu uno dei leggendari “Spamabilly Borghetti”, il pornobilly trio per eccellenza che ha terrorizzato l’Italia per una buona parte degli anni 90! Ma prima ancora, suonando la sua chitarra sulle strade di Ferrara, ha incontrato Guy Kamikaze, il Samurai del Sax. Lo conoscerete di sicuro come frontman di “Guy & Gli Specialisti” e l’avrete forse, anche visto condividere palchi con elementi poco noti come Chuck Berry… Ebbene, questi due Kamikaze dalle due estremità del continente: Glasgow e Bari, si sono ritrovati recentemente e hanno deciso di suonare Rock’n’Roll.
La sezione ritmica è composta da:
Peppe Kamikaze, The Sheik of Shuffle alla batteria (Little Victor & The
Boomers, Cozze Amare, Silver Combo).
Al contrabbaffo Nico Kamikaze (Gatta Molesta, Silver Combo), baffuto romagnolo e slappatore senza pieta’.
Questi Rock’n’Roll Kamikazes fanno rock’n’roll puro- voci, chitarra, sax, batteria e contrabbasso -grintosi, divertenti, irruenti, swingati, shufflati, quattro quarti, sei ottavi, tre medie e un single malt!

The Cosmics
Progetto musicale nato tra musicisti di estrazione diversa in occasione della realizzazione di colonne sonore televisive .
Grazie ad una forte predisposizione per l’ambientazione, i Cosmics hanno collaborato ad eventi multimediali e mostre d’arte.
A seguito delle numerose richieste, i Cosmics hanno deciso di esibirsi dal vivo in occasione particolari e selezionate supportati da un light show e da un ambientazione che rimanda all’immaginario estetico del gruppo (B-Movies,Parties,Go go girls, ecc.ecc,). La musica ,oltre a vari brani autografi, trae ispirazione dalla go go music fine anni ’50 dal rock’n’roll e dalle colonne sonore.

Il grande riscatto

17 Novembre 2010

Presentazione del libro:
Ricardo Palma Salamanca
IL GRANDE RISCATTO – Sfogliando petali al vento (Colibri, Paderno Dugnano, MI, 2010)

“Il grande riscatto” è stato scritto da alcuni militanti – in particolare da uno, Ricardo Palma Salamanca – del FPMR (Frénte Patriótico Manuel Rodríguez), un’organizzazione nata come braccio armato del Partido Comunista de Chile nei primi anni Ottanta del Novecento, sotto il regime di Pinochet. Il libro narra, con la vivezza di chi ha partecipato personalmente agli eventi, della spettacolare liberazione di quattro militanti del Frénte rinchiusi nel Carcel de Alta Seguridad di Santiago del Cile, avvenuta nel dicembre 1996.

Quel pomeriggio volammo, ci strapparono con la furia di un tifone marino dalle mille teste, sparammo a raffica finché il nostro pianto di isteria spense il tramonto. (…) Ci liberammo di un sistema mortifero, una struttura politico-architettonica disegnata per coloro che vivono al di sopra della nozione politiche delle “masse”. (…) Iniziammo la guerra quando eravamo bambini, diventammo adolescenti in mezzo ad assalti e imboscate, crescemmo nel cuore del drago, vedemmo morire i nostri fratelli e saltammo, saltammo così in alto che il sole non riuscì più a distinguere la nostra silhouette in mezzo alle stelle. E già eravamo uomini, più vecchi, più stanchi, un po’ meno caparbi ma non ci scordavamo di quando avevamo cominciato la guerra, come bambini con le lance in spalla, osservando la sera che scendeva.
(Dalla “Prefazione” di Ricardo Palma Salamanca, in una qualunque parte del mondo, novembre 2009)

COX18 STREAM