Le condizioni del nostro vivere

05 Ottobre 2024 – ore 15,00

Le condizioni del nostro vivere di Cristina Rovini

Effimera

Lanciamo l’idea di fare inchiesta sulla situazione sociale contemporanea, chiedendovi di contribuire a comporla.

Per costruire questo disegno ambizioso c’è bisogno di tutte e tutti. Come si vive in Italia? Come si ripercuote il capitalismo attuale sulle nostre esistenze? Quali capitoli della nostra vita sono risultati più scossi dalla crisi infinita che si incrocia con la guerra? Salario, casa, salute, benessere mentale: quali sono le condizioni del nostro vivere?
Vogliamo chiedervi di costruire insieme una mappa, vogliamo domandarvi di aiutarci a metterla a punto, suddividendola, ordinandola in vari e distinti ambiti (lavoro, abitazione, servizi sociali, spese, debito, rapporto con la città, immaginari…). Racconti concreti, reali, i capitoli di una vita.
Non una precisa indagine sociologica, non ci interessano raccolte di dati che, del resto, non saremmo in grado di portare a termine, né vogliamo individuare target precisi. Pensiamo che sia meglio procedere per argomenti, senza imporci termini precisi di età, di provenienza, di status lavorativo. Pensiamo che la condizione di disagio sia comune e che essa assuma forme distinte, a seconda del tema. Dall’altro lato, vorremmo indagare anche le alternative, le vie di fuga, le connessioni. Quello che, nonostante tutto, resta, quello che ci rende felici di essere parte di una comunità vivente. Le forme di vita cooperative e autorganizzate. C’è un fare comune che vi/ci
riguarda? Dov’è? Com’è? Quali pratiche conoscete e mettete in atto per reagire, per reggere la crisi, per spendere meno soldi, per essere meno soli, per ritrovare l’Altro, gli Altri? E se ancora un Altrove non c’è, come lo immaginiamo?
Le condizioni del nostro vivere ma anche, insomma, il vivere senza e oltre le condizioni date.
Non proprio una riunione, non proprio una tavola rotonda, non ancora un gruppo di lavoro ma un primo incontro, l’inizio di un confronto.

Vedi il testo completo https://effimera.org/le-condizioni-del-nostro-vivere-di-cristina-morini/

RISSA X C3

04 Ottobre 2024 – ore 22,30

RISSA X C3

Gaute Granli, Gabriela Gonzales, Bear Bones, Lay Low, Carlos Giffoni, Horacio Pollard

Gaute Granli & Gabriela Gonzales

Bear Bones, Lay Low

Carlos Giffoni

Horacio Pollard

Gappisti. La rete clandestina di Giangiacomo Feltrinelli

21 Settembre 2023 – ore 17,00

Presentazione del libro Gappisti. La rete clandestina di Giangiacomo Feltrinelli [DeriveApprodi, Bologna 2023] di Davide Serafino

Ne discutono con l’Autore: Gino Tedesco (Archivio Primo Moroni), Giorgio Moroni, Vittorio Battistoni

Tra l’aprile e il maggio del 1970 fece la comparsa una delle primissime formazioni armate italiane: i Gruppi di azione partigiana. La storia dei Gap è la storia del loro fondatore, l’editore Giangiacomo Feltrinelli, ed è la storia di una rete di relazioni che ruotava intorno alla sua figura. La storia dei Gap incrociò quella delle più importanti formazioni del periodo, come Potere operaio e le Brigate rosse, e di organizzazioni «minori», come i genovesi del Gruppo 22 ottobre. Tra i due gruppi vi fu una vicinanza e una comunanza di pratiche, si pensi alle interferenze televisive di Radio Gap, mai una completa sovrapponibilità. I Gap furono un’organizzazione atipica, che non sopravvisse al proprio fondatore e i cui militanti ebbero destini diversi.
Basandosi sulla testimonianza inedita di un gappista mai identificato, che ebbe un ruolo di primaria importanza nei Gap e lavorò a stretto contatto con Giangiacomo Feltrinelli, costituisce
uno straordinario documento sulla vera storia del gruppo e sul percorso di una figura grande e complessa, fino alla mattina di quel tragico 14 marzo 1972, ultimo giorno della sua vita.

Davide Serafino è stato assegnista presso la SNS di Pisa, borsista presso la Fondazione Burzio di Torino, l’IISS di Napoli e il DHI di Roma. Si occupa dei fenomeni della violenza politica e della lotta armata in Italia. È autore della tesi di dottorato La lotta armata a Genova.
Dal Gruppo 22 ottobre alle Brigate rosse (1969-1981), testo che ha vinto i premi Luigi Di Rosa (2014) ed Ettore Gallo (2015), da cui è stato tratto il volume La lotta armata a Genova (1969- 1981).

WALKIN TATTOO BATTLE

14 Settembre 2024 – ore 12,00

WALKIN TATTOO BATTLE

dalle ore 12,00 alle ore 20,00 – Presso il TATTOO SHOP in Via Torricelli 19 – Milano
Flesh original tattoo con tatuatori resident e guest tottoo

dalle ore 21,30 – Presso CSOA COX18 in Via Conchetta 18 – Milano
Proiezione e presentazione del docufilm PAROLE SANTE di Raffaele Carella e Livio Maichner
PAROLE SANTE DOCUFILM (@parolesante.docufilm) • Foto e video di Instagram

Banchetti di libri e cose interessanti sul tatuaggio tradizionali + esposizione e vendita di stampe legate al docufilm
TRAD TATTOO & TRAD TATTOO ANTIQUE TRADE (@tradtatto0) • Foto e video di Instagram

A seguire Dj set

FREE Leonard Peltier

09 Settembre 2024 – ore 20,30

FREE Leonard Peltier

Proiezione del documentario: Mitakuye Oyasin (Tutto è connesso) – La storia di Leonard Peltier di Andrea Galafassi (2024, 54 min.)

Conversazione con Andrea De Lotto, del Comitato di difesa Leonard Peltier

Giovedì 12 settembre l’attivista per i diritti dei popoli nativi Leonard Peltier compirà ottant’anni, 49 dei quali passati nei penitenziari USA.
Leonard Peltier, membro della tribù Lakota, nacque nella riserva di Turtle Mountain (North Dakota) e fu coinvolto fin da giovane nell’American Indian Movement (AIM), un’organizzazione fondata nel luglio 1968 a Minneapolis (Minnesota) per difendere i diritti dei nativi americani negli Stati Uniti, con la quale partecipò anche all’occupazione del villaggio di Wounded Knee nel febbraio 1973.
Nel giugno 1975, presso la riserva di Pine Ridge (la più importante riserva sioux), nel quadro di una prolungata ondata di terrore ritorsivo contro i ribelli di Wounded Knee costata la vita a un’ottantina di militanti, due agenti speciali dell’FBI morirono in uno scontro a fuoco. Per la loro uccisione Peltier fu condannato a due ergastoli, nonostante l’inconsistenza delle prove a carico e una serie di irregolarità processuali, fra cui il fatto che la giuria fosse formata da soli bianchi, che il processo fosse celebrato a Fargo, città storicamente ostile agl’indiani, e che a presiederlo fosse un giudice noto per il suo razzismo.
Nonostante la smentita della prova balistica, nel 1986 la sentenza di condanna viene confermata. Nel 1993 la Commissione per la libertà condizionata rifiuta una domanda di scarcerazione. Durante l’udienza tenutasi nel 1995, dove Peltier viene difeso dall’ex ministro della giustizia Ramsey Clark, il procuratore Lynn Crook ammette che «non esistono prove contro Leonard Peltier», mentre di recente James H.
Reynolds, ex procuratore statunitense, nonché pubblico ministero nel processo a carico di Peltier, rivolgendosi al Presidente degli Stati Uniti Biden ha dichiarato: «Con il tempo e col senno di poi, mi sono
reso conto che il procedimento giudiziario e la lunga incarcerazione del signor Peltier erano e sono ingiusti».
A quasi cinquant’anni di distanza, risulta che il vero crimine del prigioniero 89637-132 è quello di essere un indiano e di aver difeso i diritti fondamentali di quei popoli autoctoni verso i quali gli Stati Uniti d’America non hanno mai lesinato il piombo.

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