I gendarmi del Mediterraneo

25 Gennaio 2012 – ore 21,00

Il ciclo di incontri “le lunghe ombre del diritto” si sposta per una volta a Sestri Levante (GE), per discutere di: situazione del conflitto e scenari possibili nell’area del Maghreb

c/o sala Coop, via Eraldo Fico, Sestri Levante (GE)

Tunisia, Libia, Egitto
Quali sono i gendarmi del Mediterraneo? Cosa difendono realmente? Mobilità, flussi migratori e politiche dei governi dell’area

Partecipano:
Omeyya Seddik
Federico Rahola

la serata sarà trasmessa in streaming audio da qui: http://cox18.noblogs.org/ascoltaci-in-streaming
organizzano: Archivio Primo Moroni, Centro Donato Renna, Acari Tigullio, Centro culturale islamico Alhuda

Note per l’incontro su: situazione del conflitto e scenari possibili nell’area del maghreb. Tunisia, Libia, Egitto. Quali sono i gendarmi del Mediterraneo? Cosa difendono realmente? Mobilità, flussi migratori e politiche dei governi dell’area

Da anni la guerra alle migrazioni si sposa ad un processo di crescente criminalizzazione di soggetti e comportamenti. Questa vulgata narrativa ha origine dalla rivoluzione conservatrice avviata negli Stati Uniti e nell’Inghilterra tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80 (Thatcher, Reagan) e ha avuto grande diffusione in tutta l’Europa e in gran parte dell’occidente, agita anche e, in alcuni casi, soprattutto dalle cosiddette “amministrazioni democratiche e di sinistra”. Il meccanismo descritto da Foucault in “sicurezza, territorio, popolazione” di un capitalismo che persegue la prosperità dei più forti hic et nunc ed esclude l’eccedente umano, in quanto minaccia a tale prosperità, costruendo limitazioni di spazio, soggetti aventi diritto a viverci e gendarmi, sembrava dominare l’ordine mondiale.

Le rivolte arabe dell’ultimo anno hanno scompaginato l’esistente, non solo distruggendo regimi autoritari ma affermando un nuovo diritto alla mobilità che se ne infischia di patti, accordi, quote, ma pratica la confusione e l’attraversamento di quegli spazi che muri visibili e non, avevano voluto sorvolabili solo da capitali.
Hanno altresì determinato contraddizioni tra gli stessi paesi europei facendo cadere la maschera delle norme Schengen che hanno mostrato così il loro volto di mero strumento di controllo.

Comprendere ciò che è avvenuto nella fascia nord africana del mediterraneo, quali tensioni agiscono, quali differenze evidentemente esistenti e in alcuni casi palesi dei processi di trasformazione in atto in quei paesi, permette di delineare lo scenario possibile delle nuove politiche di contenimento delle migrazioni dei paesi europei nonché cosa le nuove classi politiche uscite dalle rivolte arabe devono ai loro popoli.

Le primavere arabe, per impedire che i “funzionari dell’umanitario” continuino a progettare il loro ordine mondiale facendo pagare ai migranti un prezzo che continua ad essere altissimo in termini di morti in mare o, per chi approda, di detenzione dietro i muri dei Centri di Identificazione ed Espulsione, devono necessariamente raccogliere frutti sia sulla loro sponda del mediterraneo che sulla nostra.

[APM Gennaio 2012]