Il nuovo disordine mondiale – La guerra che c’è e quella che verrà

11 Maggio 2022 – ore 18,30

Centro documentazione contro la guerra presenta:
Il nuovo disordine mondiale – La guerra che c’è e quella che verrà
Della situazione attuale e del suo divenire ne parliamo con Sandro Moiso della redazione di Carmilla on line e ricorderemo Valerio Evangelisti.

Ricordo di Valerio Evangelisti – Sandro Moiso

Esposizione Sandro Moiso

Interventi AA.VV.

Per un Contratto unico dei lavoratori di Sanità, Educazione e Pubblico impiego

07 Maggio 2022 – ore 10,00

Per un contratto uniPer un contratto unico per tutta l’area sanitaria!
Premessa
Negli ultimi decenni l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro degli operai, dei proletari e dei salariati si è palesato sia in forme dirette e brutali che attraverso modalità più subdole ed indirette.
Una di queste modalità è stata la moltiplicazione dei contratti e la soppressione di elementi normativi quali la scala mobile e l’anzianità di servizio, lo statuto dei lavoratori. Le lotte degli anni ‘60 e ’70 furono condotte all’insegna di rivendicazioni egualitarie ed unificanti per tutti i lavoratori.
L’altro fondamentale portato, di quella stagione ricca di fermenti sociali, fu la valorizzazione dei Contratti Nazionali utili ad imporre un perimetro di difesa generale che a partire dalle posizioni operaie più attive e concentrate (quindi più forti) andasse a tutelare anche situazioni più deboli e periferiche proprio facendo valere regole estese a tutto il territorio nazionale.
Le lotte, le conquiste economiche e sociali e un clima di diffusa solidarietà tra i lavoratori avevano eretto delle ideali cinte a difesa della cittadella operaia. Negli ultimi due decenni con il defluire delle lotte è iniziato l’assedio padronale. Sono stati presi di mira proprio i simboli e le conquiste di quegli anni: i contratti nazionali, gli aumenti egualitari, che sono il vero cemento per l’unità dei lavoratori, e i meccanismi di difesa automatica dei salari a fronte della crescita dell’inflazione e del costo della vita. La scala mobile, l’anzianità di servizio ecc.
L’opera sistematica posta in essere da padronato, governo, forze politiche, e confederali è stata di privare strutturalmente i lavoratori di strumenti di difesa necessari per rispondere all’attacco.
Mentre un padronato concentrato, centralizzato, potente di mezzi e volontà di rivalsa attuava la restaurazione piegando i principi sanitari alle logiche di bilancio e di mercato nulla si è contrapposto sia da parte sindacale che degli stessi lavoratori. L’aziendalismo, i contratti di secondo e terzo livello, la flessibilità, i contratti a tempo determinato, parasubordinati il lavoro interinale ecc sono stati come tanti coltelli che affondano nel burro..
Nel pubblico impiego e nella sanità in particolare, la aziendalizzazione oltre ad operare una revisione delle condizioni economiche e normative, si è tradotto in una mercificazione della salute e in uno svilimento etico della medicina. Per Ippocrate il corpo era un santuario da non profanare, oggi il corpo e le sue malattie sono solo l’occasione per le incursioni del capitale.
La crisi pandemica ha messo in evidenza di quanto la medicina si sia allontanata dai suoi valori universali. Nella società del capitale non c’è spazio per la preservazione della salute e cioè di un’azione preventiva, a partire dal fondamento dell’igiene.
Ippocrate non a caso nel “giuramento” fa appello ad Apollo e a sua madre Igea (Igiene). Ma mentre la medicina preventiva è un costo la cura delle malattie è un affare miliardario. Più il capitalismo è sviluppato e monopolista più è polarizzato sul business ed ecco perché era più facile, nella prima ondata trovare ossigeno e mascherine nelle situazioni “arretrate” dove ancore persiste una medicina di prossimità, che non a New York o a Milano. La medicina della prevenzione è necessariamente sociale, collettiva, comunitaria.
Perché medicina e prevenzione significa cura dell’ambiente, dell’acqua che beviamo, del’aria che respiriamo, salubrità degli ambienti di vita e di lavoro. In definitiva sorveglianza e preservazione di un equilibrio organico con la natura che ci avvolge e di cui siamo parte integrante da attuarsi collettivamente e socialmente.
Negli ultimi 20 anni proprio nella sanità, in tutta la sanità: pubblica, privata e convenzionata, i tagli sono stati cinici e criminali.
Il bisturi si è accanito contro la medicina di base, la medicina per i poveri, la medicina che preserva la salute per fare delle patologie un mercato utile all’estrazione di profitti.

 

Nel PNRR, l’epidemia è solo una velina per lo storno degli aiuti. Nel piano è destinato al sistema sanitario appena l’8% del totale! Ma non sono previsti potenziamenti degli organici perché in antitesi con la logica del libero mercato.
Invece il vero capitale su cui investire è il personale sanitario, in assenza di questo, la telemedicina, il potenziamento degli strumenti, delle tecnologie, delle infrastrutture, e della stessa medicina territoriale sono solo un occasione per un black friday ad uso dell’industria che lavora per la sanità e i servizi sociali.
La qualità delle cure si attua con un numero adeguato di operatori sanitari per paziente e non con la standardizzazione e temporizzazione degli atti assistenziali. I criteri della produzione industriale, che si vuole applicare alla sanità, sono la negazione di ogni principio assistenziale.
A partire dalla gravità dell’attacco ai lavoratori della sanità bisogna dare segnali di controtendenza alla (in)civiltà del capitale che vuole, esige, ed impone la divisione e l’ atomizzazione delle nostre esistenze.

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SEMI DI RESISTENZA. Francesco Pessina (1888-1922) La breve vita di un proletario combattivo

05 Maggio 2022 – ore 20,30

Presentazione del libro: SEMI DI RESISTENZA Francesco Pessina (1888-1922) La breve vita di un proletario combattivo

Francesco Pessina, detto “Cecco”, nato a Chiaravalle Milanese il 25 marzo 1888, muratore, sposato con tre figli, accoltellato a morte dai fascisti la notte tra il 30 aprile e il 1º maggio 1922 a pochi passi dalla Cooperativa di Chiaravalle Milanese.
Presentazione del libretto a cura di Claudio Piccoli e Tiziana Oppizzi
con interventi musicali dell’antropologo e cantastorie Mauro Geraci.