14 Luglio 2022 – ore 20,30
Presentazione del libro: Pasolini raccontato – Indagini di un ragazzo di vita a cura di Circolo Culturale Anpi Ispra, Altre latitudini, Fundacion del Garabato
Il libro si divide in due parti, la prima, in forma di lunga introduzione, racconta dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini, andando a riassumere tutti gli elementi di indagine ad oggi emersi, fino agli ultimi imponenti libri di inchiesta usciti negli ultimi anni.
La seconda parte “Non può finire così”, è la testimonianza di Silvio Parrello detto “Pecetto”, uno dei “ragazzi di vita” del primo celebre romanzo di Pasolini. Pecetto conosce e frequenta il poeta dagli undici ai diciotto anni, nel periodo in cui Pasolini viveva a Monteverde, allora quartiere povero e periferico della capitale. Le prime pagine del suo racconto evocano infatti il quartiere di quegli anni e le tante giornate trascorse con Pasolini intento a “studiarli” per scrivere il suo primo romanzo.
Quando va in pensione ,Pecetto inizia di nuovo a dedicarsi alla sue passioni, la pittura e la poesia popolare, nella piccola bottega del padre in via Ozanam che dagli anni settanta diventa il suo studio atelier.
Scrive molte poesie sull’amico scomparso e, avvalendosi della sua conoscenza diretta dei personaggi, degli ambienti delle borgate e di quelli malavitosi frequentati da Pasolini, intorno al 2000 inizia
coraggiosamente una vera e propria indagine indipendente concentrandosi sopratutto sulla scomparsa di Antonio Pinna e sulla
presenza di una seconda auto identica a quella di Pasolini sula scena del delitto.
Pecetto verrà poi contattato dall’avvocato Maccioni che grazie anche alla sua testimonianza e a quella delle persone da lui trovate, farà riaprire il processo Pasolini nel 2006, le sue scoperte saranno anche alla base della ricostruzione del delitto presentata dal Dvid Grieco nel film “La macchinazione” del 2017. ( “…la rivelazione di Silvio Parrello squarcia definitivamente il velo sulla presenza di un’altra Alfa Gt” – David Grieco – La macchinazione, Rizzoli, 2015).
Oggi il suo studio di via Ozanam è un vero e proprio piccolo tempio alla memoria del poeta scomparso dove persone e giornalisti italiani ed esteri ci si recano in pellegrinaggio per conoscerlo.