Category Archives: Dibattiti

Mercato dell’autoproduzione e di prodotti biologici

03 Marzo 2013 – ore 11,00

Mercato dell’autoproduzione e di prodotti biologici
TERRE IN MOTO, rete milanese dei mercati agricoli e delle autoproduzioni

ore 11.00
apertura mercato al giardino primo moroni, in via conchetta angolo via troilo

ore 11.03
COLTURA PROSSIMA – Ragionamento collettivo su filiera corta e agricoltura
di prossimità con produttori, GAS e mercati agricoli di zona
Partecipano:
– comitato tecnico della filiera del pane
– distretto di economia solidale e rurale del parco agricolo sud di milano
– alcuni produttori del parco sud
– terre in moto
– negozi di quartiere e il magazzino collettivo

ore 13.30
pranzo, ai fornelli i cuochi di coox18
menu:
– pollo alla cacciatora e polenta
– tofu alla pizzaiola e polenta

ore 16.30
laboratorio/giochi per bambini

Digitalis Purpurea

23 Febbraio 2013 – ore 17,00

ReFe – Relazioni Femministe
presenta
DIGITALIS PURPUREA – Riflessioni su conflitto corpo violenza

Il progetto ReFe, cui partecipano donne di Torino, Milano, Genova, nasce dell’esigenza di confrontarci sul fare e sull’agire. ReFe è la storia di ognuna che si fa storia di tutte. Questo libro raccoglie i materiali elaborati in un anno di incontri e discussioni

A seguire  ricco aperitivo vegano e vegetariano

PROGETTO REFE
Il progetto ReFe nasce dall’esigenza di confrontarsi sul fare, sull’agire. Collettivi, gruppi e singole di alcune città (Genova, Milano, Torino) che, negli anni precedenti, avevano partecipato attivamente a percorsi femministi, sentivano di essere in una fase in cui non riuscivano a incidere con il proprio sguardo di genere all’interno delle lotte e delle situazioni in cui vivevano. Da qui è nata l’idea di confrontarsi per cercare soluzioni e idee comuni e, al contempo, di rilanciare alcune tematiche che ci stanno a cuore, declinando alcune riflessioni del femminismo in un agire pratico e concreto. Il desiderio di sperimentare pratiche di autogestione, autorganizzazione e autoproduzione tra donne, di affrontare in maniera non ideologica il potere in tutte le sue declinazioni, così come la violenza agita e quella subita, la liberazione dallo sguardo sessuato maschile, l’autonomia nelle relazioni, il rapporto con il proprio corpo e con l’identità di genere: da tutto ciò nasce l’idea di un campeggio. Diventa subito la campeggia, perché è nostra nei contenuti, nella gestione dei tempi, nella costruzione degli spazi.

Vogliamo trovare o inventare nuovi metodi e nuove pratiche che ci corrispondano davvero. In questo clima aperto, proviamo ad attraversare e sperimentare non “la politica” ma delle pratiche politiche: crescita individuale, conflitto con l’esterno, relazioni tra donne, rapporto con il proprio corpo e quello delle altre, immaginario.

Durante la campeggia affrontiamo le questioni che sentiamo più urgenti – conflitto (Milano), corpo (Genova), violenza (Torino).

Conflitto. Come affrontiamo i conflitti tra di noi e quello col sistema dominante? Come confliggiamo con le altre donne e perché? Come si possono risolvere le situazioni conflittuali all’interno dei collettivi di donne? Come vogliamo esprimere la nostra conflittualità con un sistema sociale-economico-politico di oppressione dal quale vogliamo liberarci? Con quali strumenti confliggiamo? Come possiamo smantellare quei meccanismi più o meno inconsci che ci mettono spesso in una condizione inoffensiva? Come riappropriarci della nostra rabbia? Che significato diamo all’uso della violenza agita non solo come strumento di autodifesa?

Corpo. Come sentiamo il nostro corpo in relazione allo spazio che occupa? Come ci viviamo in relazione alle altre donne e agli uomini? Come e quanto ci condiziona il modo in cui donne e uomini ci guardano e ci vedono?

Violenza. Come si riconosce la violenza maschile contro le donne, in particolare nei movimenti e gruppi politici di cui molte di noi fanno parte? Come rompere le dinamiche vittimiste? Come elaborare strategie di azione condivise?

Questa pubblicazione nasce dal desiderio che la sintesi di questa esperienza per noi significativa possa anche diventare strumento per la costruzione di nuove complicità e nuove relazioni femministe.

PER CONTTATTARCI E AVERE IL LIBRO (oltre che in Calusca)
refe@autistiche.org

NO MUOS

17 Febbraio 2013 – ore 17,00

Contro la costruzione dell’ecomostro nella riserva naturale di Niscemi.
Per l’immediata smilitarizzazione del territorio siciliano e del globo.
Contro le guerre preventive e le permanenti spinte imperialiste dell’occidente.
Per la libertà di ogni popolo di decidere come vivere il proprio territorio.
dalle 17.00 mostra fotografica, video e presentazione del movimento NO MUOS
Cena buffet vegan
Tour informativo promosso da NOMUOS EMILIA ROMAGNA
www.nomuosniscemi.it

II MUOS e il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari delle forze armate USA che dirigerà tutti gli strumenti di guerra statunitensi a livello planetaria (droni, bombardieri, sistemi missilistici nucleari, sottomarini, ecc.) Sarà costituito da 4 terminali terrestri (uno a Niscemi-Caltanissetta gli altri alle Hawaii, Virginia e Australia) e da 5 satelliti geostazionari. Si tratta di uno strumento si morte che oltre a gravare sulla sicurezza e sulla salute della popolazione (le onde emesse possono superare i 140 km) avrà un devastante impatto ambientale sul territorio siciliano. La base della US Navy si trova all’interno della Riserva Naturale “Sughereta di Niscemi”, inserita nella rete Natura 2000 come Sito di lmportanza Comunitaria (SIC) e sulla quale, in base al piano territoriale 2008, non è consentito realizzare nuove costruzioni o infrastrutture, compresa l’installazione di antenne o tralici. Sul progetto MOUS, inoltre, non vi è stata nessuna forma di consultazione e partecipazione della popolazione interessate (some previsto dall’articolo 6 della direttiva 2011/92/UE). Ciò accade a causa della presenza di un trattato bilaterale USA-ITALIA, il BIA (Bilateral Infrastructure Agreement), risalente al 1954. Noto negli ambienti militari italiani come “Accordo Ombrello”, l’accordo permette e regola la presenza delle forze armate americane in suolo italiano e stabilisce le condizioni di utilizzo della basi. L’unico problema: il testa di questa accordo e rimasto segreto fino ad oggi e non è stato reso noto né all’opinione pubblica né agli stessi legislatori.
Dopo la Manifestazione Nazionale del 6 ottobre 2012, che ha visto coinvolti oltre 4.000 siciliani per le vie di Niscemi e attorno alla base USA, centinaia di cittadini di Niscemi e comuni limitrofi hanno creato un Presidio Permanente presso l’ingresso principale della base, bloccando l’arrivo dei trasporti speciali che serviranno a montare le parabole sui piedistalli già installati. Le azioni dirette e di disobbedienza civile hanno sino ad ora impedito il completamento dei lavori, dimostrando che di fronte all’arroganza del potere solo le lotte dal basso possono impedire i processi di colonizzazione e militarizzazione del territorio.
Il 7 gennaio 2013 il governo nazionale ha dichiarato Ia città di Niscemi “Sito di interesse strategico per Ia difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. Nel comunicato al Presidente della Regione Siciliana R. Crocetta, il Ministro dell’lnterno A. Cancellieri aggiungeva: “Non sono accettabili comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e Ia Iibera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione”. Una dichiarazione che, oltre ad esprimere Ia chiara posizione del governo riguardo l’installazione del MUOS,
mandava un messaggio diretto sia alle istituzioni che ai cittadini che da anni lottano contra Ia costruzione del MUOS.
Nonostante il bisogno di una rinfrescata al ministro Cancellieri sui contenuti dell’art. 11 della Costituzione italiana e, nonostante l’assenza di informazioni riguardo il MUOS come strumento bellico a fini offensivi e non difensivi come istituito dai patti con le forze alleate; I’8 gennaio (il giorno dopa Ia dichiarazione del governo italiano) I’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato Ia mozione di revoca delle autorizzazioni di costruzione del MUOS. Una decisione che, in assenza del presidente Crocetta, dava un po’ di speranza ma che meritava poca fiducia. Manco a dirsi, Ia notte tra il 10 e I’11 gennaio un blitz della polizia, a forza di manganellate, e riuscito a sfondare i blocchi che i cittadini creavano coi propri carpi e a scortare dentro Ia base i mezzi che permetteranno la costruzione dell’ecoMUOStro. Solo dopo gli scontri, il presidente della Regione Crocetta si e scomodato per dichiarare che provvederà per avviare la sospensione dei lavori. Ma finche Ia base sarà ancora lì: noi non ci crederemo.

NUNATAK

03 Febbraio 2013 – ore 11,00

Quale società si prospetta dietro la cementificazione ad alta velocità?
ne discutiamo insieme con la redazione di
Nunatak – rivista di storie, culture, lotte della montagna

UNDER ATTACK! UNDER ATTACK! La montagna è sotto attacco, oggi, come forse mai prima. Raddoppio dei trafori “storici” (Tenda, Frejus e Gottardo), “tunnel di base ferroviari” (Val di Susa, Sempione, Gottardo, Brennero e Giovi), autostrade pedemontane (in Piemonte, Lombardia e Veneto), porti “intermodali” (ferro-gomma), ampliamento e interconnessione degli aeroporti. Il tutto corredato da ulteriori linee di collegamento e “bretelle” stradali, poli logistici, cave e discariche, nuove dighe e altro ancora. In un girone infernale di nocività, devastazioni ambientali, sradicamento sociale, sfruttamento e assoggettamento alle (più o meno inconfessabili) sragioni dell’Economia e del Comando. È tempo di unificare le lotte, dispiegarne le ragioni, innovarne le pratiche. Per non segnate vie.

Il numero 28-29 (autunno-inverno 2012) di “Nunatak” contiene vari materiali d’analisi e riflessione su questi temi.

“Dinanzi al dilagare degli scempi sociali ed ecologici prodotti dalla società della Merce e dell’Autorità, le montagne della Terra tornano a essere lo spazio della resistenza e della libertà. Affinché una vita meno alienata e meno contaminata possa, giorno dopo giorno, scendere sempre più a valle” (dal colophon).

Genova non è finita

16 Dicembre 2012 – ore 15,00

Iniziativa a sostegno della campagna di raccolta fondi per i condannati di Genova lanciata da Supporto Legale

AVANZI DI GALERA presenta:

dalle ore 15.00
PERCORSO A TAPPE FORZATE
Il carcere tra suoni, visioni, azioni, resistenze

dalle ore 20.30
CENA – Ricette da “Il Gambero Nero, ricette dal carcere”

Il comunicato dell’iniziativa:

Genova non è finita

è sotto la pelle di ciascuno di noi
ed è patrimonio di chi c’era e di chi non c’era

Un movimento, tante realtà. In piazza per sperimentare e rivendicare un futuro differente. Una mobilitazione tanto incisiva che si è dovuta confrontare con la repressione più diretta e violenta. Quella che non ci aspettavamo e per la quale non eravamo pronti.

Sono passati 11 anni da Genova 2001, è arrivato il momento che abbiamo temuto, che abbiamo tenuto dentro di noi: oggi piovono sulle nostre teste i risultati giudiziari di quelle giornate. Il 13 luglio 2012 la Corte di Cassazione ha confermato le condanne in via definitiva per devastazione e saccheggio (419 c.p., reato punito con la reclusione da 8 a 15 anni) per 5 manifestanti per i fatti di Genova 2001. Per altri 5 la sentenza è stata annullata e si dovrà celebrare un nuovo giudizio. Stanno arrivando le spese legali, una montagna di soldi: una cifra ad almeno cinque zeri.

Questo non è il futuro che volevamo. Non permetteremo che i condannati e le condannate di Genova siano dimenticati in prigione: lavoriamo per creare iniziative di solidarietà materiale, umana e politica. Lo Stato e la magistratura hanno deciso di seppellire vive queste persone con pene lunghe ed esemplari. La loro reclusione dovrebbe funzionare come intimidazione e monito per chi ancora oggi si schiera contro questo modello di sviluppo e contro i grandi poteri che governano il mondo proponendo ricette economiche assurde. A questo attacco rispondiamo aprendo nuovi terreni di riflessione e d’azione, di confronto e di scontro, creando ponti, andando oltre le mura e le sbarre per cercare di capire cos’è il carcere. Perché dietro a quelle sbarre potrebbe esserci ciascuna di noi.

AVANZI DI GALERA propone un’evasione di vissuti dal carcere. Una risposta alla necessità di parlare di cos’è la prigionia, e di come vi si può resistere attraverso un percorso a tappe forzate. L’ingegno, l’umanità, l’esperienza di chi è dentro verranno trasmessi a chi, fuori, vuole conoscere questa brutale realtà, e vuole combattere per contrastarla.

Vieni domenica 16 dicembre in Cox 18, aiutaci a sostenere la campagna di raccolta fondi per i condannati di Genova lanciata da Supporto Legale.

Vai su www.supportolegale.org o direttamente su http://www.buonacausa.org/genovag8 e fai sentire a tutte e tutti la tua e la nostra solidarietà!

web: avanzidigalera.noblogs.org // info e prenotazioni: avanzidigalera@inventati.org // pagina fb: avanzidigalera

Consumo di suolo agricolo e sottosuolo nella pianura padana

02 Dicembre 2012 – ore 11,00

DALLA PARTE DELLA TERRA – Workshop 5
Consumo di suolo agricolo e sottosuolo nella pianura padana tra logistica, stoccaggi e infrastrutture

Nota introduttiva
La nostra opposizione all’attuale processo di “Consumo di suolo” deve accompagnarsi a un approfondito riconoscimento delle funzioni che il territorio obiettivamente deve svolgere. Il suolo ha infatti diverse funzioni:
A) Costituisce la piattaforma per della vita degli esseri umani: in questa funzione dovrebbe essere oggetto di una urbanistica partecipata;
B) Garantisce il fondamento delle comunicazioni: in questo senso è oggetto di una logistica razionale;
C) Garantisce la produzione delle materie prime, in particolare alimentari: in questo senso è oggetto delle scienze agricole ed estrattive, ma anche delle forme di gestione alternativa elaborate nel quadro di esperienze quali quelle dei Gruppi di acquisto solidale, dell’orticoltura alternativa ecc.
D) Deve permettere la garanzia della sicurezza ambientale, della salute umana e la ricostruzione dell’integrità della natura (aria, acqua, suolo, sottosuolo, biosfera ecc.): in questo senso è oggetto delle scienze della terra e dell’ecologia come scienza ambientale.
L’equilibrio tra queste funzioni è oggetto della politica. Resta da decidere se questa deve essere orientata dal profitto come avviene attualmente o da una razionalità fondata sui bisogni sociali.

Il Workshop, che si svolgerà nel quadro delle giornate del Forum Dalla parte della Terra del 1-2 dicembre, è previsto per discutere questo ordine di problemi, raccogliere gli opportuni elementi di informazione, confrontare le esperienze di studio e di lotta in atto. Sostanzialmente si propone compiti di
– documentazione: raccogliere, organizzare, comunicare materiali utili e favorire scambio di opinioni e discussione;
– informazione: raccogliere informazioni sui principali problemi ambientali della regione e sulle vertenze in corso;
– intervento: favorendo il contatto operativo tra i comitati che se ne occupano.
A livello di prima osservazione ci sembra che i principali temi debbano essere:
1 Dissesto idrogeologico: problema in gran parte da indagare che nella nostra regione si manifesta con le frequenti esondazioni, in particolare del Seveso, e con il rialzo della falda freatica. In questo contesto va valutato anche il proseguimento della campagna sull’acqua, in riferimento ai temi della attuazione del referendum e del contrasto contro la Multiutility del Nord.
2 Sistema autostradale: Tem, Brebemi, Pedemontana, quarta corsia A1 Lodi-Barriera di Milano, comprese le realizzazioni dei grandi complessi intermodali di Melzo-Vignate, in relazione con i comitati sorti su questi problemi.
3 Difesa dei Parchi: Parco agricolo sud, Parco delle Groane, ecc.
4 Attenzione al sottosuolo: in particolare al problema degli stoccaggi di metano in aree lombarde densamente abitate;
5 E alle discariche, cave ecc. come la questione della discarica di amianto di Cappella Cantone.

http://www.inventati.org/climatecamp
http://www.noexpo.org

Nocività

25 Novembre 2012 – ore 16,30

LE LUNGHE OMBRE DELLA MODERNITÀ: NOCIVITÀ LAVORO TERRITORIO
Due pomeriggi per discutere sull’organizzazione scientifica della produzione di veleni e della devastazione dei territori

“Il Capitale non ha riguardi per la salute e la vita dell’operaio, quando non ne sia costretto dalla società” (K. Marx, Il Capitale, 1867). “Essi solo [gli operai delle città e delle campagne], e non dei salvatori provvidenziali, possono applicare energici rimedi alle miserie sociali di cui soffrono” (“La Revue Socialiste”, 1880).

La salute ha una centralità per determinare il cosiddetto modello sviluppo e ha una forte valenza sociale nel rapporto tra sistema produttivo e cittadini. Questo lo abbiamo imparato dalle lotte operaie nonchè dalle elaborazioni e contributi di studiosi come Giulio Maccacaro.

La questione della nocività sul/del lavoro mostra la faccia sporca dello sfruttamento, quella che in cambio del salario non ti chiede solo tempo e prestazione lavorativa, ma ti mangia il corpo e la vita. Dalla diossina di Seveso all’amianto delle fabbriche di Sesto fino all’Ilva di Taranto è chiaro ormai che la posta in gioco è il corpo e la vita della città, della natura come di tutti noi.

Crediamo sia possibile sottrarsi al ricatto dell’esistente che ci vuole rinchiusi dentro una nefasta alternativa: il lavoro con tutte le sue nocività o la miseria. Lo facciamo partendo dal racconto e dalle esperienze di tante realtà che da anni provano a mettere al centro del loro agire il diritto ad una vita migliore.

Pedemontana

Prima Parte: Pedemontana uscita seveso

Seconda Parte: “Circolo legambiente di Desio” + Autrici dell’opuscolo “Topo Seveso”

Terza Parte: “Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni” + “L’eredità del pensiero di Giulio A. Maccacaro”, (audio del documentario) + “Aggiornamento su le White di Rogoredo”

* Circolo Legambiente di Desio
* “Pedemontana uscita Seveso”, documentario video di Marco Tagliabue
* Autrici dell’opuscolo TOPO SEVESO

AMIANTO
* Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni

“MEDICINA E POTERE”: la figura e l’opera di Giulio A. Maccacaro
* Fulvio Aurora
* “L’eredità del pensiero di Giulio A. Maccacaro”, documentario realizzato da Silvia Tagliabue presso il centro di Medicina Democratica di Castellanza, con la preziosa collaborazione di Luigi Mara

Nocività

24 Novembre 2012 – ore 16,30

LE LUNGHE OMBRE DELLA MODERNITÀ: NOCIVITÀ LAVORO TERRITORIO
Due pomeriggi per discutere sull’organizzazione scientifica della produzione di veleni e della devastazione dei territori

“Il Capitale non ha riguardi per la salute e la vita dell’operaio, quando non ne sia costretto dalla società” (K. Marx, Il Capitale, 1867). “Essi solo [gli operai delle città e delle campagne], e non dei salvatori provvidenziali, possono applicare energici rimedi alle miserie sociali di cui soffrono” (“La Revue Socialiste”, 1880).

La salute ha una centralità per determinare il cosiddetto modello sviluppo e ha una forte valenza sociale nel rapporto tra sistema produttivo e cittadini. Questo lo abbiamo imparato dalle lotte operaie nonchè dalle elaborazioni e contributi di studiosi come Giulio Maccacaro.

La questione della nocività sul/del lavoro mostra la faccia sporca dello sfruttamento, quella che in cambio del salario non ti chiede solo tempo e prestazione lavorativa, ma ti mangia il corpo e la vita. Dalla diossina di Seveso all’amianto delle fabbriche di Sesto fino all’Ilva di Taranto è chiaro ormai che la posta in gioco è il corpo e la vita della città, della natura come di tutti noi.

Crediamo sia possibile sottrarsi al ricatto dell’esistente che ci vuole rinchiusi dentro una nefasta alternativa: il lavoro con tutte le sue nocività o la miseria. Lo facciamo partendo dal racconto e dalle esperienze di tante realtà che da anni provano a mettere al centro del loro agire il diritto ad una vita migliore.

L’INCENERITORE DI RIFIUTI INDUSTRIALI E FARMACEUTICI ELCON DI CASTELLANZA

Prima Parte:

Seconda Parte:

Assemblea Popolare Popolare No Elcon

I VELENI DELL’ILVA
* collegamento con il comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto
* Antonella de Palma (Taranto)
* Marco Caldiroli – Medicina Democratica: Ilva e le altre, la nocività produce disoccupazione
* collegamento con Oreste Scalzone

CHIMICA
* Video-intervista con Giorgio Nebbia, a cura della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia