Dalle ore 18,00: (puntuali) discussione sui recenti sviluppi repressivi a Saronno (sgombero, denunce, avvisi orali, fogli di via e sorveglianza speciale) e programma di avvicinamento all’udienza di convalida della sorveglianza speciale del 27 gennaio.
Presentazione dell’opuscolo pubblicato lo scorso agosto “La Saronno che vorrebbero” (potete scaricarlo da qui: https://collafenice.wordpress.com/…/la-saronno-che-vorrebb…/)
L’ultima lettera di Franco Fortini (legge Marco Caccamo)
Sergio Bologna: Aver cura dell’eredità di Fortini
Andrea de Luca: Esiste la primavera, omaggio a Franco Fortini
Vivere Fortini, seguendo le tracce delle voci ricorrenti nelle composizioni con una particolare attenzione ai motivi ritmico-musicali, attraverso la molteplicità e la complessità dei registri della sua poesia: dure visioni, scansioni profetiche, recitativi, scene di piccola e grande crudeltà. Lacerazioni tra gli uomini e negli uomini (chi sono i nemici? e gli avversari?). Una passione e le sue ragioni, l’ira, l’ironia e – costante – il confronto con i “destini generali”.
Una ricerca di polifonia per voce sola, un viaggio attraverso i testi provenienti dalle raccolte pubblicate, nel quale, a volte, la parola cede, o vorrebbe cedere, al canto. Un atto di memoria.
Per un ricordo che ci innamori.
Promossa da “Rivoluzione Comunista” e dai “Comunisti per l’Organizzazione di Classe”
La Legge di stabilità e il Jobs Act sono le due gambe della politica soffocatrice antioperaia e antipopolare del governo Renzi. La Legge di stabilità taglia le tasse ai padroni mentre aumenta l’IVA sui generi di prima necessità, strozza gli Enti Locali e dunque riduce ciò che resta dei servizi essenziali. Il jobs act è la regola del continuo abbassamento dei salari e del ricatto padronale e statale permanenti contro i lavoratori occupati e disoccupati. Camminando su queste due gambe il governo Renzi accresce l’impoverimento di massa e avanza a grandi passi verso il default. Il governo Renzi è il governo che alimenta la guerra civile. Bisogna attaccarlo su tutta la linea senza perdere tempo in pietose mobilitazioni per diritti e democrazia che non esistono.
Sia ben chiaro che non penso alla casetta
due locali più i servizi, tante rate, pochi vizi,
che verrà quando verrà…
(Enzo Jannacci)
La Regione Lombardia chiede l’Esercito contro gli abusivi • Colazioni antisfratto, “furie” e cassonetti: “abitare la rottura” • L’inhabitable capital • bolo’bolo • L’impossibile soluzione della questione “abitativa” sotto il dominio del capitale parassitario • “Vivere insieme! Il libro delle comuni” • Appoderamento delle classi medie e crisi del capitale fittizio • Prendiamoci la città! • “Piano Casa Lupi” • Common Sense for Hard Times • “Bolle di mattone” e “zecca immobiliare” • è arrivata l’Immobiliare Nera! • La fine dell’edilizia pubblica e la sua svendita • The Republic of the Penniless, Jungles & Tank Towns • “Questa casa non la mollerò” (Gianco & Manfredi) • La città totalitaria e la Libera Repubblica dell’Ognidove • Orgia immobiliare & accumulazione debitoria • Gemeinwesen • ALER & racket • Grandi Opere, ominicchi e quaquaraquà • “Le mani su Milano. Gli oligarchi del cemento da Ligresti all’Expo” • Esserci • Xe pejo el tacon del buso • “Scuole, posti di lavoro, case, boschi, quartieri, sentieri: la nostra forza aumenta quando incrociamo le lotte” (volantino manif 14.11.2014)
ROMPERE L’ASSEDIO, ROMPERE IL SILENZIO
L’autodifesa popolare di Kobane, la confederazione autogestita del Rojava
IL POPOLO KURDO TRA RESISTENZA E RIVOLUZIONE
Iniziativa di informazione e solidarietà, con testimonianze, aggiornamenti, proiezioni video, a cura di MED (Centro interculturale kurdo – Torino), con la partecipazione di Daniele Pepino
Comune, Regione, Aler, Prefettura e polizia hanno annunciato una task force per sgomberare 200 famiglie in nome della legalità.
In questi settimane i quartieri popolari di Milano si sono organizzati per impedire che gli sgomberi siano effettuati.
In Giambellino, alla Trecca, a Corvetto, in Ticinese a San Siro gli abitanti hanno organizzato colazioni anti-sgombero. Tanti comitati sono nati e ogni volta che non si è riusciti a impedire uno sgombero la risposta è stata chiara e determinata: Blocchi, cortei, barricate e fiaccolate. Con ogni mezzo necessario si è data una risposta alla prepotenza della polizia e delle istituzioni.
Il problema non sono gli occupanti. Il problema sono le case vuote, i palazzi che cadono a pezzi, i 365 milioni di buco dell’Aler e i prezzi esorbitanti degli affitti.
Organizziamoci tra quartieri, tra comitati, tra abitanti per impedire che le famiglie vengano buttate in mezzo alla strada. Costruiamo insieme una strategia comune per difendere le nostre case.
Uniti si vince!
Contro razzismo e guerra tra poveri, costruiamo territori resistenti e solidali.
Dai luoghi-non luoghi delle periferie, al margine del marginale, ai limiti, snodi di un’urbanità sempre più liquida, dove il continuum tra cemento e campagna sfuma fino a disegnare una striscia bruna sulla Pianura Padana: sono i “luoghi-non luoghi” dell’indefinito e frammentato arcipelago della logistica, sede di un lavoro altrettanto frammentario, condensato e alienato, quasi un “non lavoro” sfiancante, un continuum di ritmi incessanti, che si consuma a ogni ora del giorno e della notte.
Spazi incastonati tra reti stradali, che escludono chi vi lavora da ciò che è l’intorno e la vita, precludendo ogni rapporto se non con il nulla. Un’esistenza coatta.
Blocchi umani che si muovono lungo percorsi sempreuguali ed entro spazi predefiniti, dove le singole unità, che non conoscono altro che i ritmi delle precedenze e la direzione del percorso, eseguono il proprio lavoro, chiusi in una sfera che li fa tutt’uno con le macchine che manovrano, in un andare e venire compulsivo, annullandosi in un atto che non produce, bensì dissipa solo energie psicofisiche. L’uomo esegue un “non lavoro” che risulta produttivo solo per i tempi di spostamento, si riconosce solo nel percorso, fino a fondersi con la merce, di cui potrebbe ignorare provenienza e destinazione, con cui si relaziona solo negli atti relativi al passaggio e allo stoccaggio. L’uomo è qui puro “movimento”, una merce vivente dominata dalla merce che sposta.
Questi sono i “non luoghi del non lavoro”, che punteggiano i margini delle aree metropolitane, quasi nebulose interconnesse dagli assi stradali entro una rete ininterrotta. “Packaging” che, invisibile, arriva nelle nostre case.
Madamina Revenge (Vol. 2): Ciclo di incontri su crisi e conflitti nel mondo
Ucraina: tra guerra e rivoluzione?
Testimonianza diretta e riflessioni di un compagno di ritorno dall’Ucraina
A partire da alcune visite in Ucraina effettuate negli ultimi mesi e sulla scorta di un sommario delle vicende storiche di quest’area, nel corso della serata verranno analizzate le dinamiche sociopolitiche e le possibili prospettive della crisi, dentro lo scontro di potenze. Con uno sguardo agli schieramenti presenti in seno alla sinistra sia italiana che ucraina e al riproporsi di “vecchie questioni”.
Le ultime parole del Subcomandante Insurgente Marcos sono “salud y hasta nunca… o hasta siempre, chi ha capito saprà che questo non importa, che non ha mai importato”.
Poco dopo la stessa voce saluta: “Buongiorno, compañeras e compañeros. Il mio nome è Galeano, Subcomandante Insurgente Galeano. Qualcun altro si chiama Galeano?”.
“Io sono Galeano”, urlano in molti. Il maestro e compañero Galeano rinasce nella voce dei presenti.
E così si chiude il comunicato.
Marcos muore, Galeano vive. Il Sub resterà nell’EZLN, ma il suo personaggio pubblico scompare.
Cosa significa “Todos Somos Galeano”?
E ancora, più in generale, che fase sta attraversando la lotta zapatista, e in che termini si può definire una lotta “territoriale”?
Ne parliamo con Irene, compagna zapatista della cooperativa editoriale “El Rebozo”, che da anni porta avanti una produzione editoriale autogestita e autonoma. La sua voce ci restituirà impressioni ed esperienze a cavallo tra le due sponde dell’Atlantico.
“Cargando el futuro, caminando el presente.”
A SEGUIRE CENA MESSICANA
su prenotazione
(presto il menù)