La città totalitaria

07 GENNAIO 2010 – ore 21,00

Calusca City Lights:
CONTRO LE NOCIVITÀ URBANE, LE INFELICITÀ E IL MONDO CHE LE PRODUCE

Presentazione del libro:
Miguel Amorós
LA CITTÀ TOTALITARIA (Nautilus, Torino, novembre 2009)

Interviene l’Autore

Ormai, nelle città i più non riescono a vivere come vorrebbero; l’ambiente urbano, così com’è, inibisce lo sviluppo delle loro personalità; è inadatto a soddisfarne i bisogni, essendo organizzato a vantaggio di qualcos’altro.
Un programma minimamente radicale ha da opporsi alla Città Totalitaria e reclamare un ritorno all’agorà, all’assemblea. Reclaiming the streets!
Deve proporsi di fissare limiti allo spazio urbano (bloccando la metastatica “città senza confini”), restituirgli la forma, ridurre le dimensioni, frenare la mobilità. Riunire i frammenti, ricostruire i luoghi e le loro memorie, ristabilire relazioni solidali e vincoli, tanto fraterni e vicini quanto universali.
Demotorizzarsi, vivere senza fretta.
Rilocalizzare la produzione (dopo averla ripensata da cima a fondo e drasticamente sfrondata), ritrovare un equilibrio con la campagna, demolire tre quarti del costruito, decementificare il territorio, dimenticarsi del mercato (o, ancor meglio, sradicarlo, bruciarlo e poi cospargelo di sale).
Uscire dall’anonimato, per evolvere come individui (e affinità) fino a trovare la propria identità e il proprio posto nella collettività, lì metter radici e fare.
Allora, nelle vie della città potranno spirare i refoli di un’aria che ne renda liberi gli abitanti, dissolvendo finalmente quella cappa di “arione sporco” che da troppo tempo li opprime.

Miguel Amorós
Partecipe del ’68 spagnolo, negli anni Settanta dà vita a vari gruppi anarchici, tra cui “Bandera Negra”, “Tierra Libre”, “Barricada”, “Los Incontrolados” e “Trabajadores por la Autonomía Obrera y la Revolución social”, conoscendo le carceri franchiste prima di essere costretto all’esilio in Francia.
All’inizio degli anni Ottanta, è in rapporto con Guy Debord e partecipa alla diffusione dell’Appels de la prison de Ségovie.
Tra l’84 il ’92, fa parte della redazione della “Encyclopédie des Nuisances”.
Tra le sue principali ricerche storiche, ricordiamo La Revolución traicionada. La verdadera historia de Balius y Los Amigos de Durruti (2003), Durruti en el laberinto (2006) e la biografia dell’anarchico valenciano José Pellicer, fondatore della Columna de Hierro (2009).
Sull’ideologia del progresso e sulle nocività ch’essa genera, ha scritto, fra l’altro, il Registro de catástrofes (Anagal).
Numerosi testi di Miguel Amorós sono presenti sulla biblioweb “Caosmosis”