Dibattito sul film “L’amour et la révolution”un film di Yannis Youlountas e sulla situazione a Exarchia con un compagno del gruppo Rouvikonas, con una compagna dell’occupazione di migranti che si vede nel film e con un membro di Perseus999
Dieci anni dopo le rivolte che infiammarono la Grecia, i media non parlano più della crisi di questo Paese, a suggerire che la cura di austerità è riuscita e che la calma è tornata. Questo film dimostra il contrario: a Salonicco i giovani impediscono la messo all’asta delle case pignorate, a Creta i contadini si oppongono alla costruzione di un nuovo aeroporto. ad Atene il potere è preocupato per il moltiplicarsi dei sabotaggi, e nel quartiere di Exarchia, minacciato di evacuazione, il cuore della resistenza accoglie i rifugiati nell’autogestione. Quest’ultimo film di Yannis Youlountas è un viaggio nella musica tra coloro che sognano amore e rivoluzione.
The first mural I painted in my life was in Milan almost 3 years ago. This was part of a series related with privacy; it was called “I accept the terms and conditions”. I loved the way fish baits works, they are beautiful, shiny, and aesthetic but at the same time they use that attractiveness to kill by cheating.
My friend Manu organized a festival so he invited me again to do the second part of this piece. Since the first mural a lot of things change about privacy, we are using for first time a new policy after Cambridge Analytica case. It is quite metaphorical how before, to accept the terms and conditions, giving your personal info, involved some sort of formality, dialog boxes, flat colours, boring paragraphs but since then the way to get our info has changed, before, you sold your soul to get something useful that you needed, programs, bank accounts, applications, but the interesting issue is that our info, specifically the one used to manipulate masses (brexit and US elections), was obtained by silly tests which offer you, through some questions, to know what kind of animal or famous actor you are.
Following this trend I decided to buff out the old version with a new one more connected with this times, changing any sing of violence or strictness for playfulness.
The ironic things is that probably this garden is the only place in Milan where there isn’t Wi-Fi, here you only can get Wiiiiiiiiiiiiii-Fi
Presentazione film documentario “FAME” (2017) di Angelo Milano e Giacomo Abbruzzese
Documentario sul Fame Festival, festival randagio di arte pubblica, illegale e senza sponsor di Grottaglie, con artisti tra i quali Blu, Conor Harrington, Ericailcane, Os Gemeos, Escif e Vhils.
Il documentario racconta perchè il festival è finito al momento di massimo successo.
AY NICARAGUA NICARAGÜITA
Daniel Ortega: la triste parabola di un ex guerrigliero al potere
Un dialogo a viscere sul tavolo con ROSELLA SIMONE appena tornata dal Nicaragua
Vorrei parlare del Nicaragua, delle motivazioni che hanno scatenato una insofferenza che inizia nel 1990 ma che si intensifica con il ritorno di Daniel Ortega e consorte al potere nel 2007. Del “Movimento degli studenti 19 aprile”, delle sue ragioni e delle sue richieste. Ma soprattutto vorrei discutere sul potere così corruttore da trasformare un guerrigliero in despota, e non succede solo in Nicaragua. Del potere che allontana così tanto dalla realtà che vive la gente comune da perdere i contatti e finire per pensare di poter rabbonire la voglia di giustizia regalando a “poveri” contadini qualche lamina di zinco con cui coprire il tetto. Di soddisfare la fame di conoscenza dei giovani offrendo una scuola gratuita che non insegna e pensando che basti una propaganda ben orchestrata e il possesso di tutti i mezzi di comunicazione per tacitare il malcontento. “Il cellulare è la mia arma” dicono, per ora, gli studenti della Upol (il politecnico di Managua) e l’hanno usata molto e bene. E anche di questa sinistra, romantica a parole e opportunista di fatto, che non osa prendere posizioni e neanche informarsi… Certo, ci possono giocare dentro molti fattori e molti interessi; a noi però il compito di non lasciarli soli, almeno cercare di capire.
Partecipano:
SHLOMO SAND
Professore di Storia contemporanea, presso l’Università di Tel Aviv
“La creazione della narrazione sionista”
ARTURO MARZANO
Università degli Studi di Pisa
“Gli eventi del 1948: fra storia e storiografia””
JEFF HALPER
Antropologo, cofondatore e direttore dell’Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD)
“Operatori di base nella fase post-sionista: la lotta contro la demolizione delle case come esempio”
OREN YIFTACHEL
Professore di Geografia politica, presso l’Università Ben Gurion del Negev
“Israele come etnocrazia: ebraizzazione del territorio come pratica di esclusione a danno dei palestinesi”
Coordinano:
MARCO GEUNA
Professore di Filosofia politica, presso l’Università degli Studi di Milano
È esperienza comune che le nostre relazioni di qualsiasi tipo vengano sempre più frequentemente intermediate da dispositivi digitali. I legami interumani diretti lasciano il posto a mille forme di connessioni indirette e artificiali. Il marketing delle ‘internet company’ accompagna questa mutazione tecno-sociale con nuovi miti. La potenza degli smartphone, le meraviglie dell’intelligenza artificiale, la panacea dei robot per alleviare le fatiche del lavoro, la rivoluzione dei big data e il paradiso terrestre dell’internet delle cose.
Un’assuefazione acritica maschera la nostra ignoranza sulle reali implicazioni di questa ulteriore evoluzione del capitalismo.
[…]
Ben oltre la società industriale, la società industriale, la società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe accattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici del Novecento, invade e colonizza il luogo più “sacro” e fondamentale delle libertà. D’altra parte una matura consapevolezza di questa estrema deriva può essere anche il punto di partenza per un’ulteriore rimessa in discussione delle classi sociali e del destino di specie.
È esperienza comune che le nostre relazioni di qualsiasi tipo vengano sempre più frequentemente intermediate da dispositivi digitali. I legami interumani diretti lasciano il posto a mille forme di connessioni indirette e artificiali. Il marketing delle ‘internet company’ accompagna questa mutazione tecno-sociale con nuovi miti. La potenza degli smartphone, le meraviglie dell’intelligenza artificiale, la panacea dei robot per alleviare le fatiche del lavoro, la rivoluzione
dei big data e il paradiso terrestre dell’internet delle cose.
Un’assuefazione acritica maschera la nostra ignoranza sulle reali implicazioni di questa ulteriore evoluzione del capitalismo.
[…]
Ben oltre la società industriale, la società industriale, la società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe accattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici del Novecento, invade e colonizza il luogo più “sacro” e fondamentale delle libertà. D’altra parte una matura consapevolezza di questa estrema deriva può essere anche il punto di partenza per un’ulteriore rimessa in discussione delle classi sociali e del destino di specie.
Sapremo scegliere o ci accontenteremo di essere scelti?
[Renato Curcio. L’impero virtuale. Colonizzazione dell’immaginario e
controllo sociale, Sensibili alle foglie 2017]
CINE – PALESTINA.
Incontro con Raed Andoni
Partecipano Tonino Curagi e Flavio
Vida (Civica Scuola di Cinema)
Intervento di Sara Rawash sulla
condizione delle prigioniere politiche palestinesi.
Facebook ed altre piattaforme commerciali ci forniscono esperienze personalizzate attraverso un complesso sistema di filtri e algoritmi, cercano cioè di indovinare cosa vogliamo per intrattenerci e indurci a esporre quante più informazioni personali (Ma come si permettono di immaginare chi siamo e cosa vogliamo?) gli algoritmi vorrebbero decidere quali siano le nostre priorità (informative, relazionali, finanche sessuali) ma solo noi possiamo deciderlo.
L’algoritmo è una forma di potere di cui dobbiamo essere consapevoli.
Con questo scopo in mente, si delinea un piano a lungo termine che inizia rendendo l’algoritmo visibile, si passa per un’analisi collettiva del fenomeno e si prova a resistere ai monopoli del web.